lunedì 29 settembre 2014

200 BARBARI DI 20 ANNI LORDANO S,MARIA NOVELLA A FIRENZE. MA SONO GIOVANI, E QUINDI "SENZA PECCATO"...MA VAFFA !!!



Che voi fa', so ragazzi....E quindi bisogna chiudere un'occhio, anzi tutte e due, e pure le orecchie, di fronte ai vandalismi dei giovani che hanno preso il vezzo di assediare piazze e luoghi anche prestigiosi delle città per trasformarli in sorta di latrine a cielo aperto. 
Tanto, per una denuncia come quella che segue di Paolo Di Stefano sul Corriere, nascono trasmissioni in TV titolate "Senza Peccato", dove il mantra è che qualunque cosa facciano questi dementi under 30 ( fino a quell'età si è "ragazzi"),  non è mai colpa loro, ma dei genitori, della società ecc. ecc. 
Quando inizia l'età della responsabilità personale ?   Siamo sicuri che lo sbando di questa gente sia figlia della crisi economica, della mancanza di lavoro ( problemi gravi, sicuramente, in alcuni casi anche drammatici, quando non ci sono papino e mammina a provvedere) e non del deserto emotivo che hanno dentro ?
Al che, si dirà : quand'anche, di chi è la colpa di quel deserto ? 
Obiezione valida ma che giustifica troppo. Sicuramente ogni singolo genitore ha concesso oltre misura, pensando che da solo non poteva arginare il costume dominante (proveniente dalla società), la marea di consumi e pretese dei propri pargoli. Impotenti, invocano, come rondinini dalla boccuccia sempre aperta, l'intervento salvifico dello Stato, perché sia lui ad imporre ai loro figli le regole di comportamento che non sono riusciti a trasmettere per educazione. E quindi il divieto delle vendita di alcol, la chiusura delle discoteche entro una certa ora, magari si arriverà al coprifuoco che in alcune contee inglesi viene applicato agli under 16 (mi sembra che non possano star fuori dopo le 23). 
Capisco che sia difficile, ma vedo anche che quando questi tesori preziosi ne combinano qualcuna, loro, i genitori, sono sempre dalla parte dei cuccioli di casa. Rimandati o bocciati ? Colpa dei prof., e non sono pochi quelli che finiscono per ricorrere ai giudici amministrativi, e comunque, sia mai che saltino le vacanze, che mica si può punirli che magari si suicidano.
Non parliamo se poi gli insegnanti cercano di imporre qualche regola tra cui il non uso dei cell. in classe, magari facendoli posare sulla cattedra. Sia mai ! Un sequestro illegittimo ! 
I bambini appena iniziano a parlare danno del tu agli adulti non di famiglia, crescendo si abituano a non salutare gli amici ospiti dei genitori, a 12-13 (l'adolescenza è anticipata) il vaffa alla madre è quasi regola, ancora un po' più pericoloso verso il padre (ma i "coraggiosi" non mancano).
Di esempi ce ne sono centinaia. Anni fa, quasi 20 ormai, andai in Australia, paese civilissimo dove però avevano un problema da noi allora pressoché inesistente : i ragazzi bevevano troppo, il "divertimento" del we ero lo sballo alcolico. Un fenomeno generalizzato e diffuso ( da noi per esempio c'era la droga, che però, allora, non era certo di "massa"), che ora sta attecchendo anche da noi. 
E come sottolinea Di Stefano, non c'entra il grado di educazione scolastica, che i flagellatori di S. Maria Novella sono studenti universitari. 
Difficile suggerire soluzioni, ancorché alcune famiglie, nel loro piccolo, cercano ancora di impartire valori "antichi", però di una cosa sono convinto : "senza peccato" un par di p... !!





La notte barbara degli studenti
Dopo le effusioni sul Ponte di Rialto e la rissa in Liguria, il video choc di Firenze Santa Maria Novella ostaggio di ragazzi ubriachi che rompono vetri e orinano 
 
 
Certe volte viene da pensare che si possono anche fare le migliori riforme scolastiche ma che la riforma più efficace sarebbe quella che riesca a cambiare la mentalità degli italiani, una riforma che, se fosse mai possibile, venga molto prima della scuola, perché prima della cultura c’è l’educazione. A dodici anni è già troppo tardi, forse persino a sette, figurarsi a vent’anni, quanti verosimilmente ne avevano i ragazzi che la notte di sabato hanno occupato piazza Santa Maria Novella di Firenze riducendola a un letamaio a cielo aperto, con spazzatura, vetri e bottiglie di birra ovunque, vomito, gente ubriaca e svenuta gettata per terra, altri che urlavano a squarciagola con le bottiglie in mano, altri ancora che pisciavano contro il muro della chiesa, e qualche passante che gridava «Vergogna!» sperando di dissuadere i barbari devastatori. I quali probabilmente non sono vandali ma peggio, non essendo neppure guidati da assurde intenzioni profanatrici ma solo dalla strafottenza, dalla prepotenza, dall’istinto, da una sorta di stordimento bestiale e collettivo. Il tutto un po’ prima di mezzanotte, in attesa di andare a scatenarsi in una discoteca per una festa Erasmus, il che confermerebbe che si trattava di studenti, duecento, pare. Cercate sul sito del Corriere il video pubblicato dal Corriere Fiorentino e rimarrete senza parole.
È vero che si è appena chiusa l’estate del bivacco libero in piazza san Marco, del sesso sul ponte di Rialto, delle tende montate nei campielli, della marna bianca strappata a pezzi dal paradiso siciliano della Scala dei Turchi, delle performance orali in una spiaggia di Gallipoli, dei tuffi dentro le fontane antiche, della maxirissa ferragostana a Santa Margherita Ligure, del bagnasciuga dell’Agrigentino diventato un parcheggio, dei cumuli di rifiuti abbandonati lungo i sentieri valdostani, della serra del parco di Villa Mylius a Sesto San Giovanni ridotta in frantumi, per non dire delle intemperanze musicali fino all’alba ovunque. Basta digitare la parolina giusta in un motore di ricerca per scoprire che non c’è città, quartiere, litorale, oasi naturalistica e zona di montagna che sia rimasta immune dallo scempio dell’inciviltà. Quanto alle modalità espressive e ai luoghi, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Dunque il fatto che sabato sera ci si trovasse nel cuore di una città d’arte finisce per essere un’aggravante risibile, perché in qualunque zona, anche la più periferica, un assalto di quel genere sarebbe uno sfregio non tanto ai monumenti o all’arte, ma alla civiltà in senso lato. E si chiedano pure controlli meno peregrini alle autorità, si pretendano misure più severe dalle amministrazioni, ma — parliamoci chiaro — le regole sono efficaci solo se quando si rivolgano a individui che siano stati educati alla convivenza ben prima di entrare a scuola o di accedere all’Erasmus. Non una questione di ordine pubblico ma molto privato.

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