martedì 2 settembre 2014

E IL COMANDANTE FAUSTO SCOPRI' LA SUPERIORITA' DEL PENSIERO LIBERALE



Chissà se Elio Germano parla con le persone anziane e più esperte, lui che fa l'attore (bravino) e l'uomo impegnato, col pugno chiuso al festival di Venezia e predicatore della legittimità dell'occupazione dei teatri. 
Una chiacchierata con Fausto Bertinotti, già importante dirigente della CGIL e poi leader indiscusso dei comunisti post muro, segretario di rifondazione comunista, affossatore del governo Prodi nel 1998, poi presidente della Camera dei Deputati, dove si comportò assai meglio del post fascista Fini e della stordita pasionaria Boldrini. 
Ebbene, l'uomo rosso a cui i compagni perdonevano con affetto la erre moscia e la predilezione per i salotti della buona società, ha avuto modo in questi anni di ripercorrere la sua vita e la sua passione politica  e di accorgersi dei molti errori commessi, da lui e da quelli come lui.
Non è un pensiero solitario, Né c'è bisogno di diventare anziani e di essere esclusi dal Parlamento : anche Francesco Piccolo, nel suo bel libro (letto prima che vincesse il premio Strega..poi lo hanno scoperto molti amici...)"Il desiderio di essere come TUTTI "     ha ripercorso in modo lievemente autocritico il suo viaggio nella sinistra. Uomini peraltro che di sinistra rimangono, ma con meno stolidi miti, che invece sembrano ancora animare e confondere il giovane attore romano.
E rileggiamolo quindi il comandante Fausto, nel suo discorso tenuto a Todi 
"La sinistra che io ho conosciuto, quella che chiedeva ai proletari di tutto il mondo di unirsi, è finita con una sconfitta. Io appartenevo a questo mondo. Questo mondo è stato sconfitto dalla falsificazione della sua tesu (Unione Sovietica) e da un cambiamento della scena planetaria che possiamo chiamare globalizzazione e capitalismo finanziario globale". 
Fin qui, siamo nel, pur apprezzabile, campo delle constatazioni.
Poi arriva la svolta che non ti aspetti : " Io penso che la cultura liberale- che è stata attenta più di me e della mia cultura all'individuo, alla difesa dei suoi diritti e della persona contro il potere economico e e contro lo Stato - è oggi indispensabile per riprendere il nuovo cammino di liberazione".
Non sono parole dal "sen fuggite", ché il nostro dichiara la sofferenza nel pronunciarle : " Faccio fatica a dirlo, ma io appartengo ad una cultura che ha pensato che si potessero comprimere - almeno per un certo periodo - i diritti individuali in nome di una causa di liberazione. Abbiamo pensato che se per un certo periodo era necessario mettere la mordacchia al dissenso, eh beh ragazzi, c'era la rivoluzione".
E ancora : " La mia storia ha pensato che si potessero comprimere le libertà personali. L'intellettualità europea tra il 1945 e il 1950 è stata tutta comunista. Jean Paul Sartre, Andrè Gidem Albert Camus, per parlare dei francesi. In Italia tutti, proprio tutti i registi del neorealismo, i principali cattedratici italiani, i grandi scrittori, le case editrici. Erano tutti comunisti. E adesso per favore non mi dite che non si sapeva niente di cosa accadeva in Unione Sovietica e che bisognava attendere il 1956 e Praga (non che poi sia cambiato nulla...ndC) ". 
E quindi di nuovo sulla superiorità del pensiero liberale : " Io penso che la cultura liberale ha in maniera feconda scoperto prima, poi difeso e rivalutato il diritto individuale come incomprimibile. Se io oggi dovessi riprendere il mio cammino politico vorrei mettere nel mio bagaglio, oltre a quel che c'è di meglio della mia tradizione, sia pure rivisitata molto criticamente, soprattutto ciò che viene portato dalla tradizione liberale e cattolica". 
Ce n'è anche per il sindacato, ma la parte più importante l'abbiamo raccontata. 
Ecco, Bertinotti è stato per 50 anni un uomo col pugno chiuso. Due parole caro Elio..., non ti faranno male. 

    

1 commento:

  1. MASSIMILIANO ANNETTA

    Condivido integralmente quanto affermato da Bertinotti, anzi di più: mi ci riconosco appieno e, da uomo di sinistra, trovo sempre piu' insopportabile la sinistra di "maniera" alla Germano. Guarda che scoop che ti regalo Camerlengo Stefano Turchetti
    E sul tema dei diritti individuali o la sinistra italiana riflette con lo stesso coraggio di Bertinotti o non va da nessuna parta

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