Non ho mai pensato che i successi della Ferrari negli anni 2000 fossero dovuti a Montezemolo, quanto piuttosto a Jean Todt e a Michael Schumaker. Certo, li ha portati lui a Maranello e questo è stato il suo merito. Ma di formula uno l'esperto era il francese e Schumaker, con la macchina giusta, era pressoché imbattibile. Sono così venuti i cinque titoli del tedesco, dopo 20 anni che la Ferrari non aveva vinto nulla a livello piloti (l'ultimo campionato conquistato era stato quello del 1979 con Jody Sheckter (c'era il leggendario Gilles Villeneuve) , poi ce n'erano stati un paio nella categoria costruttori, nel 1982 e 1983).
Finita l'era Schumaker, e quella di Todt, è tornato il buio, nonostante l'ingaggio di un pilota sicuramente bravissimo come Alonso. Ma non si riesce più a partorire una vettura vincente. Dopo il dominio della Red Bull, adesso c'è quello delle Mercedes, e il gran capo della Fiat (Crysler), Sergio Marchionne, si è un attimo spazientito...
Ferrari, Marchionne: “Non vinciamo da sei anni. Montezemolo? Nessuno è indispensabile”
L’ad di Fiat-Chrysler: «Abbiamo i piloti migliori, non possiamo partire dal settimo posto»
ANSA
Il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, con l’ad di Fiat, Sergio Marchionne
INVIATO A CERNOBBIO (COMO)
In prima battuta Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler è sembrato categorico. «L’uscita di Luca Cordero di Montezemolo dalla Ferrari non è in agenda». Subito dopo, però, parlando a margine del Workshop Ambrosetti a Cernobbio (Como) ha aggiunto: «Ma nessuno è indispensabile».
Sollecitato dai cronisti, Marchionne ha poi aggiunto: «I risultati economici di Montezemolo sono molti buoni. Nel caso della Ferrari, però, un manager deve essere valutato per i risultati industriali e per quelli sportivi. Luca ha ottenuto risultati industriali straordinari. Sul fronte dei risultati sportivi, però, sono sei anni che non vinciamo. «Abbiamo i migliori piloti, due campioni del mondo. Abbiamo un box super. Non possiamo partire tra il settimo e il tredicesimo posto».
Ieri il presidente della scuderia di Maranello aveva dichiarato a chi gli chiedeva di un suo possibile addio: «A marzo ho dato la disponibilità alla Ferrari per altri tre anni». Un concetto ribadito in un colloquio con La Stampa. Sul caso oggi è intervenuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Mi auguro che non ci sia niente di vero», dice ai microfoni di Sky. E aggiunge: «Penso che per la Ferrari sarebbe una perdita a dir poco importante, forse insostituibile».
Queste tensioni fanno male all’immagine del Cavallino? «Io so che non fa bene all’immagine della Ferrari avere una macchina fuori e una nona», è la replica del team principal Marco Mattiacci, non pentito di aver lasciato il suo ufficio Ferrari a Manhattan per sostituire ad aprile Stefano Domenicali. Lo spagnolo Alonso, intanto, rimuginava su una gara andata storta. «Oggi potevo finire sesto, ma un sesto posto o il ritiro non cambiano le mie idee per il futuro e il desiderio di vincere, spero di riuscirci al più presto - si è rammaricato dopo il primo ritiro stagionale, dovuto a un guasto elettronico -. Purtroppo è sempre amara la sensazione di non vedere la bandiera a scacchi, soprattutto con questo tifo in tribuna».
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