lunedì 8 settembre 2014

PIERLUIGI BATTISTA SE LA PRENDE CON I "PUTINIANI D'ITALIA"



Con settembre, tornano le rubriche del Corriere della Sera e quindi "Le particelle elementari" di Pierluigi Battista . Il nostro stimato opinionista esordisce nella nuova stagione attaccando i "putiniani" d'Italia, che si trovano un po' ovunque ma soprattuto, e curiosamente, a destra, dove pure, per storico e solido anticomunismo, l'imperialismo russo è stato condannato per 70 anni. 
Però, riflettendo bene, quella era l'URSS, con il suo progetto ideologico avversato dall'occidente capitalista, mentre qui parliamo della Russia autocratica, con  diritti liberali, specie individuali, assai compressi, che può non dispiacere alla destra autoritaria, ben diversa da quella liberale.
Battista cita Il Giornale, io posso aggiungere tranquillamente Libero, e in fondo si tratta di due quotidiani vicinissimi a Berlusconi, noto amico di Putin, che ha già provveduto a spiegarci che quelli della Nato sono folli a prendere posizione contro Mosca. 
Come ho scritto più volte, vedo la questione Ucraina come molto complessa e di non facile soluzione politica, anche perché mi sembra che i radicali dei due schieramenti, che forse nemmeno rappresentano la maggioranza degli ucraini e dei russofoni, stiano prevalendo.
Una cosa vorrei verificare, e magari ne avrò agio nelle imminenti elezioni : quanti sono i voti dei gruppi  neo nazisti e anti semiti che spesso sono tirati in ballo per descrivere a tinte fosche i nazionalisti ucraini, contrapposti a quelli russi.  Se fosse vera la percentuale citata da Battista, lo 0,1% !!, bé saremmo di fronte ad un esempio di grave disonestà intellettuale. 
Intanto. da qui a due settimane la Gran Bretagna darà l'ennesimo esempio di superiorità del mondo anglo sassone (con tutti i difetti che pure si porta appresso), con il referendum per la separazione della Scozia.  Torneremo a parlarne.




"I PUTINIANI D'ITALIA ARCIGNI E DISINVOLTI"

 

"Non è facile tracciare l’identikit dei nuovi e arcigni putiniani d’Italia. Sono di destra, ma i loro giornali sembrano l’Unità filo-sovietica degli anni Cinquanta («Così Obama vuole spingerci alla guerra contro Putin», titolava ieri il Giornale ): manca soltanto l’osanna a Stalin. I nuovi e arcigni putiniani d’Italia erano fieri anticomunisti, ma pur di sostenere la causa dell’autocrate Putin, si bevono anche la fandonia degli ucraini nazisti (che hanno racimolato lo 0,1 alle elezioni) che vorrebbero sterminare «i fratelli russi». Del resto, i fieri anticomunisti d’un tempo avrebbero difficoltà a stare dalla parte di Adam Michnik o del compianto Václav Havel che fino all’ultimo dei suoi giorni metteva in guardia dalle tentazioni neo-imperiali della nuova Russia post-comunista. E infatti a loro, ai putiniani d’Italia, non dispiace il premier ungherese Orbán, che ha un debole per Putin, teorizza (e pratica, per ora solo parzialmente) la fine della democrazia, e fino a un paio di mesi fa aveva l’intenzione di piazzare all’ambasciata d’Ungheria in Italia un notorio antisemita: senza riuscirci, per fortuna.
I putiniani d’Italia sono molto disinvolti. Molti di loro sono stati anche gheddafiani d’Italia. O meglio: sono stati antigheddafiani in un lontano passato, ma poi, per ragioni economiche e geo-politiche non sempre da snobbare, sono diventati grandi sostenitori del Colonnello libico, fino al punto di applaudire alle sue pagliacciate durante le visite in Italia dell’ex nemico della civiltà occidentale. I putiniani d’Italia sono del tutto indifferenti ai torti e alle ragioni del conflitto che divide Kiev e Mosca. Se il nuovo impero russo disintegra i confini e invade il territorio di uno Stato sovrano, fanno finta di niente o addirittura si appellano alle pulsioni di una Storia antica: sperando che l’Austria non voglia invadere il «suo» Sud Tirolo.  

Hanno giustamente timore dell’effetto boomerang delle sanzioni economiche, ma mai che ci dicessero come si deve reagire di fronte a un atto di palese prepotenza come quello militarmente realizzato da Putin in Ucraina. Dicono, con l’aria dei nuovi pensosi Ezra Pound, di non volere l’Europa delle banche e della finanza, ma l’Europa dei popoli: però se il popolo ucraino supplica l’Unione Europea di non girare le spalle e consentire che l’orso russo faccia valere le ragioni della sua smisurata forza, allora i popoli possono pure crepare e resta solo da omaggiare il nuovo imperatore.
Sono contro l’egemonia degli intellettuali impegnati, ma possono sottoscrivere ciò che sostiene il regista russo Andrej Konchalovskij quando prende in giro le libere elezioni e la difesa di anticaglie come i diritti umani. Ai putiniani d’Italia non interessa la stampa asservita nella Russia che li fa gongolare, la galera per i dissidenti, gli oppositori spariti, i diritti civili calpestati. Però si dicono addirittura «liberali»: ma deve essere qualcosa che assomiglia alla satira."

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