SALLY CLARK |
Circa due anni orsono, se non vado errato, partecipai ad un interessantissimo convegno organizzato dall'unione camera penale, allora presieduta dal bravo (e da qualcuno già rimpianto) Valerio Spigarelli, su iniziativa soprattutto dell'amico e collega Cataldo Intrieri (appartenente alla parte sconfitta, con l'onore delle armi, al recente congresso UCPI di Venezia). Oggetto del convegno era l'utilizzo della scienza statistica come supporto al processo penale.
( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/01/la-logica-dei-numeri-ovvero-provare.html http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/01/ucp-la-certezza-del-diritto-e-scienza.html )
Mi ricordo la relazione del Prof. Fròsini docente dell'Università Cattolica di Milano di Scienze Statistiche .
Il professore ha ricordato come siano diversi i criteri richiesti nel processo civile e penale per ritenere raggiunta la prova di un fatto.
Nel primo caso , giustizia civile, ci s'informa al criterio dell'Evidenza, il "più probabile che non" .
Nel secondo, si è giustamente più esigenti e si richiede il "beyond a reasonable doubt ", il ben conosciuto, grazie ai film americani, "oltre ogni ragionevole dubbio".
L'America così c'è nata ( a parte il Far West dove la Legge di Linch - da cui la parola linciaggio - la faceva spesso da padrona ) , da noi le epoche storiche si sono alternate...però a livello di ordinamenti costituzionali occidentali odierni il principio per cui meglio correre il rischio di un colpevole assolto che un innocente condannato si è affermato da diverso tempo.
Non nella pancia della gente, questo è notorio, e nemmeno nella testa di tanti, troppi procuratori, e pure di non pochi giudici. Ma queste sono considerazioni mie.
Il professore è poi passato a parlare del concetto di probabilità ricordando come ci sono senza dubbio eventi IMPOSSIBILI, e quindi con probabilità ZERO, e altri che sono umanamente considerati certi , e che quindi con probabilità UNO.
Nel mezzo, c'è il MARE.
Il concetto di probabilità può essere visto da un punto di vista Logico, e quindi Soggettivo, e da un punto di vista statistico e quindi con approccio scientifico, che potremmo definire oggettivo (ancorché non per questo infallibile, come si vedrà.).
In campo giuridico, è inevitabile che la probabilità prospettata nella motivazione di una decisione avrà sempre una componente soggettiva, che però sarebbe estremamente opportuno che ponesse a proprio fondamento quantomeno la presa in considerazione del possibile "oggettivo".
In parole cristiane...io posso anche alla fine decidere non tenendo conto che il dato statistico, per cui un certo evento è improbabile sia avvenuto in un certo modo e quindi con responsabilità di Tizio, e questo perché gli studi probabilistici dimostrano che nel 90% dei casi questo risulta, MA LO DEVO MOTIVARE , non posso ignorarlo .
Ecco, immagino che nel processo Stasi, la Corte d'Appello, nel caso volesse non dare peso alle risultanze statistiche rilavate dai periti che hanno concluso che c'è solo una possibilità su 10 milioni che l'imputato non abbia calpestato il sangue nella casa di Chiara Poggi, dovrà spiegare perché.
Allo stesso tempo sempre Fròsini ricordava un caso esemplare di errore giudiziario fondato sulla statistica : la vicenda Sally Clark (pare nota per gli appassionati della materia).
Sally Clark è una disgraziata madre inglese a cui muore un figlio neonato (a soli tre mesi)... gliene nasce un secondo, e anch'esso muore dopo poche settimane in circostanze analoghe.Secondo la logica che "one tragic, two is guilt" , i sospetti si sono addensati sulla donna che non solo era stata distrutta dai due eventi tragici, ma è stata accusata per gli stessi e condannata in primo grado a 26 anni. In primo grado, a suffragare la sentenza di condanna c'era stato una valutazione statistica che partendo dagli eventi (morte dei due bimbi) aveva cercato di risalire alla causa. L'indagine probabilistica fu : quante volte può accadere che due bambini della stessa famiglia muoiano (dato evidente) a causa di sindrome post natale ? 1 su 73 milioni di casi. Ergo, non può essere fatalità. In secondo grado hanno semplicemente invertito l'indagine statistica : in quanti casi accade che una madre uccida, in due successive occasioni, due propri figli ? Altro che 1 su 73 milioni !! Sally Clark fu condannata a 26 anni, ne scontò più di uno prima di essere assolta, e nel 2007, a soli 42 anni morì.
«Impossibile per Stasi
non calpestare il sangue»
I periti dei giudici:
una possibilità su 10 milioni
Per non intercettare sangue su quella scena del delitto bisognerebbe ripetere la camminata per quasi dieci milioni di volte. E a quel punto ci sarebbe una probabilità, una sola, di non farlo e, di conseguenza, di non sporcarsi le scarpe. Quindi «è irragionevole» pensare che Alberto Stasi abbia fatto il percorso che dice di aver fatto senza pestare qualcuna di quelle macchie di sangue, e le probabilità che sia successo sono così esigue che rasentano l’impossibile.
Stiamo parlando dell’esito di una delle perizie ordinate dalla Corte d’appello di Milano fra i tanti nuovi accertamenti del caso Garlasco. Ed è la perizia più importante, quella che potrebbe fare la differenza per il futuro di Alberto, da sempre unico sotto accusa per l’omicidio di Chiara Poggi, la sua fidanzata uccisa a colpi in testa il 13 agosto del 2007 nella villetta di lei, appunto, a Garlasco.
Lui raccontò di essere entrato in casa a cercare Chiara che non rispondeva più al telefono, disse di aver camminato su quei pochi metri disseminati di macchie di sangue e di essersi fermato davanti alla porta della cantina, di averla aperta e essere sceso di due gradini prima di scorgere il corpo di Chiara più in giù, sulle scale. A quel punto uscì e chiamò il 118.
Ed è proprio dal suo racconto che è nato il giallo delle scarpe. Le Lacoste che aveva ai piedi quando si presentò dai carabinieri pochi minuti dopo aver scoperto il corpo di Chiara, vennero prese in consegna dai militari la mattina successiva, dopo una notte passata in caserma per un primo interrogatorio. E su quelle scarpe non fu trovata nessuna traccia ematica. Non solo: all’interno della villetta furono trovate impronte di scarpe a pallini, non a spina di pesce come quelle che lui indossava. Da qui l’ipotesi d’accusa: lui ha ucciso Chiara la mattina prima delle 9.36 (ora in cui accese il computer a casa sua), si è disfatto delle scarpe che aveva addosso e verso le 13.30 è tornato sul luogo del delitto per fingere il ritrovamento ma in realtà senza entrare. Avrebbe descritto soltanto la scena del momento in cui aveva lasciato la casa dopo aver ucciso Chiara. Niente di tutto questo, secondo la difesa. Che invece ha sempre sostenuto attraverso i suoi esperti che le scarpe pulite sono possibili grazie all’«evitamento inconsapevole» (cioè al fatto che Alberto ha evitato inconsciamente le macchie visibili) ed eventuali minuscole tracce di sangue intercettate possono essere state rilasciate con l’utilizzo delle suole nelle ore successive.
Adesso, dopo sette anni, gli esperti nominati dalla Corte — il torinese Roberto Testi e i bolognesi Gabriele Bitelli e Luca Vittuari — hanno studiato daccapo le possibilità che Alberto potesse o no uscire dalla villetta di Garlasco con le scarpe pulite. Ma a differenza di sempre, stavolta nel conteggio della superficie calpestata e nelle simulazioni fatte al computer si è tenuto conto anche dei due gradini che portano in cantina, sui quali c’era molto sangue. Il risultato è che dopo aver valutato più di un miliardo di passaggi lungo il percorso ingresso-corridoio-gradini e dopo aver considerato una falcata media di 77 centimetri, si stima che vi sia un’unica possibilità di non calpestare il sangue su quasi dieci milioni. I dati definitivi saranno disponibili a giorni e la relazione consegnata alla Corte entro fine settimana. Ieri invece il professor Francesco Di Stefano ha consegnato l’altro accertamento voluto dai giudici: la perizia sul bulbo del capello trovato nel palmo della mano sinistra di Chiara e quella sulle tracce di dna maschile trovato su due frammenti delle sue unghie. In nessuno dei due casi si può affermare con certezza che si tratti del dna di Alberto.
CATALDO INTRIERI
RispondiEliminaSulla vicenda ecco una impeccabile analisi su cosa voglia dire che ci fosse una probabilita' su 10 milioni che Stassi potesse mon avere macchiato le sue scarpe di sangue. Tra questa prova e la certezza richiesta per la condanna vi e' un muro: quell'unica remota possibilita'.