I lettori più vecchi lo sanno, ma anche i nuovi mostrano di intuirlo presto : il Camerlengo non è l'ambizione di qualcuno che vuole fare contro informazione, ma il diario condiviso di pensieri, riflessioni, storie. DI qui la sua varietà, anche di argomenti.
Nemmeno i più affezionati leggono tutto, e scelgono.
Di tanto in tanto, racconto anche di me. A volte sono ricordi malinconici, come la lettera a mio padre, altre sono dei piccoli flash, inseriti qua e là in post che trattano altro.
Oggi racconto una cosa che forse può far sorridere.
La premessa è che da due settimane sono a dieta. Dopo aver provato negli ultimi tre anni di fare da solo, cercando di "stare attento", mi sono arreso e sono andato da una nutrizionista, scortato da una delle torri della mia esistenza, l'amica e collega MariaLaura Bruni.
L'impatto non fu buono. Dico solo che alla consegna del foglio con l'indicazione del regime alimentare a cui mi dovevo attenere per tre settimane (specie i primi 10 giorni), dissi : Dottoressa, se lei mi dice che QUESTO è quanto io dovrà fare da qui alla fine dei miei giorni, ci salutiamo subito". L'esperta ha sorriso, un po' paziente un po' divertita dalla mia esternazione così diretta, e mi ha detto " Lei mi sta dicendo che però è in grado di iniziare, quello che non vuole è che sia così per sempre. Ecco, io la esorto a provare, promettendole che vedendo i risultati potremo correggere e calibrare. Work in progress !".
E ho iniziato.
L'altro ieri è accaduto un episodio a studio, che ho raccontato come aneddoto ad altra amica, e che riporto, perché, ripeto, può suscitare un sorriso divertito.
Dunque, è venuta una cliente, poi scoperto coetanea. Donna ancora piacente, alta,
non magra ma slanciata, una terza direi. Sicuramente è stata una bella donna.
Oggi si difende più che dignitosamente .
Bene,
la signora si dilunga molto a spiegare il suo caso, finendo inevitabilmente per
ripetersi, lei, e per far ripetere me, nelle mie osservazioni. La sensazione è
che volesse prolungare l'incontro, tra l'altro simpatico perché il caso e la
signora si prestavano anche a qualche battuta ironica e sdrammatizzante. Insomma, sembrava
che la donna volesse ridurre le distanze, creare confidenza. Quando sei un
avvocato, non puoi escludere che questo atteggiamento friendly sia funzionale a
non farti chiedere soldi per la consulenza, o comunque ottenere un trattamento
di riguardo. Lo fanno anche gli uomini, in modo diverso. Ad un certo punto però
di soldi si è parlato, in prospettiva di una causa, e io ne ho approfittato per precisare che
intanto per quella seduta, che era stata preceduta da una telefonata
chilometrica nella quale in realtà avevo già detto alla signora tutto quello
che pensavo del suo problema, mi doveva dare x euro. La sensazione - solo di
questo si può parlare - è stata che in effetti la donna sperasse di sfangarla,
ma non ci avesse fatto un affidamento certo. Ci sperava un po', e quindi la delusione
è stata minima. Dopodiché però NON se ne è andata. Ha continuato a ripetere le
stesse domande, con piccole aggiunte, insomma, nun se ne voleva annà.
In altri
tempi avrei verificato quanto ormai mi passava per la testa, ma non sono più
quei giorni. E quindi con sorrisi e garbo l'ho congedata.
Un
tempo, anche recente (diciamo tra i 40 e i 50 anni) queste scene erano più frequenti. Da almeno un paio d'anni, anche tre, si erano diradate fino
a scomparire. La sensazione, mai piacevole, era quella di essere diventato
"invisibile". Ritengo che il deciso sovrappeso acquistato
contribuisse a questa invisibilità.
Dopo 15 giorni, oltre ad essere calato
(non so di quanto perché non voglio entrare in paranoia con la bilancia. Mi peserò solo ai controlli, e quindi una volta ogni 3/4 settimane),
sicuramente mi sono sgonfiato, in viso e in generale.
Coincidenza,
la reazione di questa signora si realizza in questo frangente di miglioramento .
Magari un caso.
Magari
no
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