domenica 2 novembre 2014

+ 3 E 28 GIORNATE DA GIOCARE SONO UNA FUGA. + 11 CON DIECI TURNI ALLA FINE SONO UN DUELLO SUL FILO DI LANA...

 

Quando leggo i titoli delle pagine sportive mi viene l'orticaria. Pazienza per i fumetti dei grandi, quali sono i giornali specializzati (Gazzetta, Corriere e Tuttosport), che affidano la titolistica agli ultrà, ma anche sui giornali cd. "seri" le cose non vanno tanto meglio. Trasmissioni TV idem.
La Juve va a più 3 ? E' FUGA ! 
Ma fuga de che ???
Qui siamo alla 10 giornata, di un campionato che ne ha 38 ! Io ricordo benissimo il finale dello scorso campionato quando dieci giornate erano quelle  che mancavano alla fine ! e la Juventus sulla Roma di punti ne aveva 8 (ma forse 11, che non ricordo quando i bianconeri persero a Napoli), EPPURE tutti a scrivere e concionare di finale alla Hitchcock...Infatti alla fine  i punti di distacco divennero...17 !! (sicuramente un record anche quello, almeno nell'ultimo mezzo secolo, se non si conta l'anno post calciopoli, con gli avversari dell'Inter azzerati...). 
Il paradosso schizofrenico è evidente : + 3 punti con 84  da disputare sono una FUGA, mentre + 8 (se non 11) con 30 in palio sono un duello sul filo di lana....
Detto questo, ieri la Roma a Napoli ha perso male, in modo netto, laddove lo scorso campionato uscì immeritatamente sonfitta dal San Paolo dopo aver dato lezione di calcio. Se a questo si aggiungono l'umiliazione subita in casa ad opera del Bayern Monaco e le vittorie non spumeggianti (ancorché indiscusse) con le piccole in campionato, la sensazione è che i giallorossi, pur restando pretendenti assoluti per il titolo, non abbiano ancora il piglio della scorsa stagione.
La stessa cosa vale evidentemente  per la Juventus, vittoriosa ad Empoli senza incantare, cosa del resto mai avvenuta in questa stagione, specie lontano dallo Stadium.
Certo, Lapalisse c'insegna che è meglio averli 3 punti in più che il contrario...ma si tratta solo di aver sfruttato un turno di campionato dove era prevedibile la Roma potesse perdere punti. Quando ci sarà Napoli Juve potrà accadere l'inverso, senza chissà che clamori.
Un'ultima cosa.
La Roma perde, netto, come chiaramente scrive Luca Valdisseri, cronista del Corsera dal cuore giallorosso (fossero tutti come lui, sarei più sereno nel caso di "disgrazia" a fine anno...), senza arbitri cornuti, guardialinee ciechi e il solito inventario noto.
Ebbene, anche stavolta i complottisti non demordono, e parlano di partita "farlocca", che nel gergo romano sta per fasulla, falsata.
Da cosa di grazia ? Dunque, arbitri stavolta no, totoscommesse nemmeno (che il Napoli vinca in casa, non è che sbanchi il botteghino !), che resta ? Ma certo !! L'ordine pubblico ! Hanno convinto la Roma a faar vincere il Napoli per la storia del povero Ciro Esposito...
Impareggiabili !! Manco Giulietto Chiesa li eguaglia ! 


Il Corriere della Sera - Digital Edition


Il Napoli travestito da Bayern dà lezioni di calcio alla Roma
Scelte perfette e ritmi alti,
Higuain e Callejon affondano i giallorossi 
DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI La Roma non ha perso lo scudetto ieri e il Napoli non è rientrato ancora nella lotta per il titolo ma il risultato del San Paolo mette un punto interrogativo sui primi e uno esclamativo sui secondi. La differenza l’ha fatta l’intensità, come ha detto Benitez alla fine. Poi le scelte degli allenatori. Poi il fatto che il calcio è uno sport che si basa sugli errori. Non vince chi ne fa di meno, ma chi fa quelli che non pesano.
Il Napoli sta bene fisicamente e la Roma no. Questo è il punto di partenza. Nel calcio è impossibile stare 9 mesi ad alto livello: il Napoli non lo era a inizio stagione e questo è costato l’eliminazione nel preliminare di Champions e un avvio molto stentato. Ora, però, la squadra è in netta ripresa e, con sette risultati utili consecutivi, è quella che in campionato ha la striscia positiva più lunga. Alla solita produzione offensiva Benitez ha aggiunto più attenzione in fase di non possesso. La forma — Koulibaly su tutti — permette di trasformare buoni giocatori in ottimi.
La Roma vive un momento opposto. Il primo tempo è sembrato il gemello di Roma-Bayern, con una sola differenza: quello di Champions finì 5-0 per i tedeschi e quello di ieri 1-0 per il Napoli solo perché Robben e soci furono spietati e i partenopei hanno invece colpito due traverse a portiere battuto (Callejon e Hamsik) e mancato un paio di altre opportunità per la bravura di De Sanctis su Insigne. Tre sconfitte nelle ultime sei gare, tra campionato e Champions, sono la punta dell’iceberg. Sotto la superficie ci sono troppi assenti (Maicon, Castan, Strootman), troppi giocatori reduci da infortuni (Manolas, De Rossi, Kelta, Iturbe) e qualche muso lungo di troppo (Destro).
Benitez ha scelto un giocatore meno fisico ma più bravo a ribaltare l’azione in velocità (Jorginho al posto di Inler) e ha avuto ragione. Il Napoli ha pressato alto ed è ripartito ogni volta che poteva, mettendo la tecnica al servizio della rapidità. Garcia ha rinunciato a De Rossi per Keita e provato una leggera variazione sul tema, forse dettata proprio dall’infausta serata con il Bayern: la Roma ha difeso con un 4-1-4-1, con due linee parallele, Keita schermo protettivo e Totti punta avanzata. Purtroppo per Garcia non c’è stata risposta sul campo: la squadra ha preso gol dopo 3’ e aveva già rischiato dopo 30 secondi; si è allungata anziché restare compatta; ha perso tutti i duelli sulle fasce laterali. Una Roma molto vicina alla legge di Murphy, per cui se una cosa può andare male sicuramente lo farà. Nello specifico: 1) la clamorosa occasione da gol per Florenzi (assist di Pjanic), a inizio ripresa, che poteva rovesciare la storia; 2) i cambi dopo 20’ della ripresa (Iturbe e Destro per Florenzi e Totti) che non hanno portato risultato. Errore del tecnico, come molti ora gli rinfacciano a Roma? Certo. Ma chi entra in campo deve dare di più.
Il Napoli deve cercare di prolungare il momento magico. Benitez sa che il turnover, inviso a molti, sarà invece la strada per cercare una clamorosa rimonta. A Garcia il compito di gestire il momento più difficile, mercoledì contro il Bayern, e domenica contro il Torino. Lo scudetto è ancora possibile e i momenti bui passano, ma la concorrenza in zona Champions aumenta. L’importante è non perdere la fede nel gioco e, se possibile, limitare gli infortuni. E da lì ripartire.

Luca Valdiserri

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