Alla fine l'azzardo di Samaras non è riuscito, il Parlamento greco non ha eletto il nuovo presidente e, secondo Costituzione, il Parlamento sarà sciolto e ci saranno le elezioni anticipate. Secondo i sondaggi, Syriza, guidato da Tsipras, è decisamente in testa, ancorché non in grado, probabilmente, di conquistare la maggioranza assoluta. Magari, segretamente, il suo leader nemmeno se lo augura, ché francamente in che modo potrebbe mai mantenere le promesse che va facendo da mesi ? Con quali risorse ?
Sembra di comprendere che anche il leader di sinistra fa la sua puntata al Casinò, confidando che alla fine l'Europa, e quindi la Banca Europea se non anche il Fondo Monetario (insomma, la famigerata Troika) non potranno permettere che la Grecia esca dall'Euro e concederanno il loro aiuto senza le draconiane condizioni pretese fino ad oggi. Se non ci fossero in ballo cose molto serie, sarebbe quasi divertente vedere se ha ragione...
Grecia alle elezioni anticipate, la Borsa a picco
Fallito anche il terzo e
decisivo voto per il nuovo presidente della Repubblica. Si tornerà alle
urne il 25 gennaio. In testa ai sondaggi il partito di sinistra Syriza
che promette di cancellare parte dell'austerity concordata con la Troika
dal nostro inviato ETTORE LIVINI La Borsa di Atene, già in flessione dell'8% prima del voto, ha accelerato il ribasso al termine della "chiama" oltre il 10%, mentre i tassi sui titoli decennali ellenici (al 5,5% a maggio) sono arrivati all'11%. "Chiunque sarà eletto - ha messo le mani avanti nei giorni scorsi il ministro alle Finanze tedesco Wolfgang Schauble - dovrà rispettare gli impegni presi dai precedenti governi". Samaras è convinto che la polarizzazione della campagna elettorale ("Noi o loro, l'Europa o il caos" è il mantra ripetuto nei giorni scorsi) ribalterà i sondaggi. "Sono sicuro che alla fine vinceremo noi", ha detto in un'intervista in tv sabato. E in quel caso con ogni probabilità potrebbe presentarsi davanti alla Troika per firmare entro fine febbraio, la data ultima fissata dalla Troika per un'intesa, la chiusura del piano di salvataggio da 240 miliardi della Grecia. Bruxelles & C. chiedono nuove tagli attorno ai due miliardi. Ma a quel punto non dovrebbe essere difficile far quadrare il cerchio.
La partita sarà molto più complessa in caso di vittoria di Alexis Tsipras, il leader carismatico di Syriza. Il primo problema è il tempo. Ben difficilmente il partito riuscirà ad ottenere la maggioranza assoluta necessaria per governare da solo. Le prime settimane dopo il voto se ne andranno per cercare nuovi alleati. Il secondo è di contenuti. Tsipras ha promesso ai greci l'aumento delle pensioni, il ritorno della tredicesima per i pensionati poveri, l'aumento dello stipendio minimo e elettricità gratis per le famiglie non abbienti, oltre a un maxi piano di investimenti pubblici. Fumo negli occhi della Troika. Syriza è convinta che la Ue non può permettersi di far uscire la Grecia dall'euro e alla fine farà concessioni. I falchi sono certi che Tsipras modererà i toni e le richieste anche perché dovrà rivedere i suoi piani alla luce delle alleanze necessarie a formare un esecutivo. Un braccio di ferro che con ogni probabilità terrà con il fiato sospeso mercati ed euro per tutto l'inizio del 2015.
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