giovedì 1 gennaio 2015

MAURO CAMICIATTOLI, IL SINDACO DEL PAESE "TAX FREE" E' IL MIO CANDIDATO PRESIDENTE !



Il Presidente Napolitano nel suo rituale saluto di fine anno agli italiani ha confermato quanto tutti sanno da tempo : lascia, e nei primi mesi del 2015 avremo anche la grana di eleggere il suo successore, cosa che, vista l'ultima elezione e le minoranze anarcoidi presenti nei maggiori partiti, non sarà agevole. Si sentono nomi da brividi, tra cui il solito Prodi....
Da oggi io un mio candidato ce l'avrei ed è il sig. Matteo Camiciottoli, sindaco di Pontinvrea, un paese di meno di 1000 anime (850) in provincia di Savona, che non applica Imu e Tasi sulla prima casa, né la Tari. Spiegazione ? Le prime sono ingiuste, la seconda, con la raccolta differenziata al 64%, è evitabile, con il comune che anzi vanta un attivo. Certo, amministrare un paese così piccolo è più semplice, ma intanti le idee guida sono quelle giuste. 
Oltretutto, questo saggio e sano amministratore sta per diventare disoccupato, ché i micro comuni devono accorparsi per ragioni di risparmio, e quindi sarebbe disponibile per il Quirinale


Il sindaco anti-Stato non fa pagare le tasse e finisce “sotto tutela”

«Siamo virtuosi: con la raccolta differenziata risparmiamo e non dobbiamo chiedere altri soldi ai residenti»
Il sindaco Camiciottoli (con il megafono) durante una protesta

pontinvrea (savona)

Una rivolta fiscale capeggiata dal sindaco, Matteo Camiciottoli, primo cittadino di Pontinvrea, 850 anime nell’entroterra di Savona. Qui i residenti non pagano né Imu o Tasi sulla prima casa, né Tari. Tra qualche settimana arriverà un commissario prefettizio ad acta perché sindaco e Consiglio comunale non hanno obbedito entro il 30 dicembre (ieri) al decreto Delrio che impone ai piccoli centri di unirsi o almeno associare le funzioni amministrative, dall’anagrafe alla ragioneria. «E’ un falso risparmio, l’obiettivo vero è creare Comuni di 15 mila abitanti che invece di essere amministrati da liste civiche finiranno sotto il “cappello” della politica. Piuttosto consorziamoci per offrire servizi meno cari, come mense o scuolabus» dichiara il sindaco-rivoluzionario. Il quale, tanto per non farsi mancare nulla, con il suo Comune ha aderito a una causa contro la presidenza del Consiglio e il ministero degli Interni per far dichiarare l’incostituzionalità («con violazione degli articoli 2, 3, 42, 47 e 53 della Carta») della tassazione sulla prima casa. A marzo la prima udienza davanti al tribunale civile di Genova.  
Elezione plebiscitaria  
Camiciottoli, 44 anni, contitolare di un ristorante a Genova Pegli, è al suo secondo mandato. Rieletto a maggio con il 97 per cento dei suffragi, un plebiscito doppio visto che la sua lista era l’unica presente sulla scheda. «Lista rigorosamente civica - chiarisce - spaziamo da Rifondazione Comunista a Forza Italia: qui ognuno ha le sue idee, ma siamo gente che lavora per il proprio paese e basta».  
A Pontinvrea, nonostante l’abolizione delle tasse sulla casa per i residenti, i conti sono in ordine: su un bilancio di un milione di euro circa, l’avanzo di amministrazione è di 45 mila euro. Nonostante che sulla raccolta e smaltimento rifiuti, una delle voci più critiche dei bilanci locali, lo Stato ormai non copra più come prima il 20 per cento dei costi, ingiungendo ai Comuni di integrare con il gettito della Tari. Che qui non viene applicata. Il segreto? «La raccolta differenziata - spiega Camiciottoli - che qui a Pontinvrea, con il “porta a porta”, è passata dal 20 al 64 per cento. Così risparmiamo 30 mila euro all’anno e non abbiamo bisogno di chiedere altri soldi alla gente».  
«Paese tax free»  
Semplice, anche troppo. Ma funziona. Al punto che qualcuno ha proposto di installare agli ingressi del borgo cartelli del tipo «Pontinvrea paese tax free». Dal piccolo centro savonese la rivolta potrebbe estendersi. Anzi, sono già migliaia le adesioni alla raccolta di firme che il sindaco ha avviato partendo dalla mail «ripartiamoinsieme@libero.it». Camiciottoli: «Tutte le adesioni raccolte saranno inviate a Napolitano, Renzi, ai presidenti delle due Camere e a tutti i capigruppo di partito. Non mi aspetto che a Roma ne tengano conto, ma almeno abbiano chiaro che i cittadini, vessati su un bene intoccabile come la propria casa, non possono continuare a essere spremuti a livelli insostenibili».

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