Perdonerete il gesto inelegante con cui inizia questo post, ma è quello che ho provato nell'apprendere la notizia dell'assoluzione DEFINITIVA di Berlusconi per il processo Ruby.
Era il giugno 2011, il Camerlengo era nato da un mese, e il primo post di successo, letto da più di 1000 persone, con molti commenti anche ostili, fu quello titolato "RAGAZZE INGENUE" ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2011/06/ragazze-ingenue.html ) e in cui esprimevo tutto il mio biasimo per l'iniziativa della procura milanese.
Per me, questo processo è sempre stato la pistola fumante, la prova regina della persecuzione giudiziaria nei confronti dell'ex Premier. Con soddisfazione, e confesso pure con un sospiro di sollievo (mi dispiace quando sono "arrabbiato" con loro ! ) stamane trovo questi pensieri su FB, postati da Cataldo e Riccardo, due dei miei più cari amici in quota PD, in merito all'assoluzione DEFINITIVA di Berlusconi su quello che è stato e resterà tra i processi bufala più grandi della storia repubblicana : il Ruby First (per distinguerlo dalle ramificazioni gossipare ancora in corso).
Eccoli :
Da condividere Cataldo Intrieri, grande avvocato, sincero democratico, soprattutto caro amico ...
Confermata
l'assoluzione di Berlusconi. Collegio della Corte di Cassazione di
grande qualita.' Ora speriamo che la procura di Milano risparmi i soldi
dei contribuenti per un'inutile Ruby ter
Temo che l'auspicio di Cataldo cadrà nel vuoto, ma intanto sono contento che loro la pensino e si esprimano così.
Nel pomeriggio avremo sul Blog il contributo di un altro valente esponende piddino, l'avvocato Massimiliano Annetta.
Il pensiero intanto come non può andare a uomini come Marco Travaglio e il suo alter ego, in guanti bianchi, Luigi Ferrarella, a cui, evidentemente, è dedicata l'immagine prosaica di Albertone nostro di cui sopra. Ancora ieri, il secondo, sul Corriere, si affannava ad illustrare le richieste della pubblica accusa, l'annullamento dell'assoluzione ed il rinvio per un nuovo processo in Corte d'Appello, palesando in modo chiaro il suo augurio per l'accoglimento delle stesse da parte della Cassazione (stomachevole, letteralmente, il suo commento di oggi, ferito evidentemente da un'assoluzione che non gli va né su né giù ).
Su il Garantista, Vincenzo Vitale, spiegava, a Camera di consiglio in corso, perché si dovesse decidere in senso opposto.
"...in alcun modo sembra si possa giungere ad una tale condanna, se si rimane all'interno delle regole vigenti, che sono poste non a tutela di Berlusconi, ma di ciascuno di noi. Sarebbe bene che i giustizialisti di casa nostra ci pensassero un poco : ogni principio di diritto serve a tutelare tutti e ciascuno. Anche loro."
Gli articoli sul Corriere della Sera sono illegibili, e del resto i cronisti di giudiziaria a via Solferino sono quelli, c'è poco da fare : antiberlusconiani doc.
Appena meno peggio - ma proprio di poco - quelli de La Stampa. In attesa di meglio, ecco intanto la notizia come riportata dal quotidiano torinese
Nonostante le bordate del Pg di Cassazione che aveva chiesto
l’annullamento dell’assoluzione paragonando la storia della nipotina di
Mubarak a «un film di Mel Brooks», i giudici della sesta sezione di
Cassazione hanno deciso diversamente: Silvio Berlusconi viene assolto
definitivamente dal processo Ruby che in primo grado lo aveva visto
condannare a 7 anni di reclusione e in secondo grado prosciogliere
completamente. Una contraddittorietà delle sentenze, sanata ieri sera
poco prima di mezzanotte dai giudici di Piazza Cavour che hanno accolto
le tesi difensive dell’avvocato Franco Coppi e del suo collega Filippo
Dinacci.
Finisce così una delle più lunghe nottate del Cavaliere (e non ad Arcore) con una decisione niente affatto scontata, che giunge ad appena 48 ore dalla liberazione anticipata dai servizi sociali per la condanna definitiva per frode fiscale e che, in un certo senso, viene messa in discussione dall’inchiesta ancora aperta a Milano e che lo vede indagato per corruzione in atti giudiziari in relazione al pagamento delle ragazze che testimoniarono sulle cosiddette «cene eleganti». «E’ finito un incubo, adesso torno in campo», avrebbe confidato Berlusconi da Arcore a quanti lo hanno raggiunto telefonicamente.
L’estenuante maratona dei giudici testimonia comunque una difficile unanimità su una vicenda che, non a caso, all’indomani del deposito delle motivazioni di secondo grado, indusse alle dimissioni il presidente della sezione d’appello che le firmò, il giudice Enrico Tranfa. Dunque, secondo i giudici supremi, quando Berlusconi chiamò alla mezzanotte del 28 maggio 2010 il Capo di gabinetto della Questura di Milano per chiedere che «la nipote di Mubarak» venisse affidata alla consigliera «parlamentare» Nicole Minetti (poi condannata a 3 anni per favoreggiamento della prostituzione ad Arcore), non commise alcun abuso, pur essendo in quel momento il presidente del Consiglio.
Fu invece il dirigente Ostuni, pur consapevole della «balla colossale» sulle vere origini di Ruby, marocchina minorenne scappata da una comunità protetta in Sicilia, a mettere in atto «un’accondiscendenza incautamente accordata per timore reverenziale, o mera compiacenza». Così come, nonostante le intercettazioni e il fatto che Emilio Fede avesse incontrato Karima El Marhoug cinque mesi prima a un concorso di bellezza in Sicilia scambiandola per una tredicenne e l’avesse poi accompagnata ad Arcore, Berlusconi sarebbe rimasto inconsapevole della minore età di Ruby fin quando non intervenne per «liberarla» dalla Questura. Per la Cassazione, tutto ciò non rappresenta alcuna «illogicità».
Temo che l'auspicio di Cataldo cadrà nel vuoto, ma intanto sono contento che loro la pensino e si esprimano così.
Nel pomeriggio avremo sul Blog il contributo di un altro valente esponende piddino, l'avvocato Massimiliano Annetta.
Il pensiero intanto come non può andare a uomini come Marco Travaglio e il suo alter ego, in guanti bianchi, Luigi Ferrarella, a cui, evidentemente, è dedicata l'immagine prosaica di Albertone nostro di cui sopra. Ancora ieri, il secondo, sul Corriere, si affannava ad illustrare le richieste della pubblica accusa, l'annullamento dell'assoluzione ed il rinvio per un nuovo processo in Corte d'Appello, palesando in modo chiaro il suo augurio per l'accoglimento delle stesse da parte della Cassazione (stomachevole, letteralmente, il suo commento di oggi, ferito evidentemente da un'assoluzione che non gli va né su né giù ).
Su il Garantista, Vincenzo Vitale, spiegava, a Camera di consiglio in corso, perché si dovesse decidere in senso opposto.
"...in alcun modo sembra si possa giungere ad una tale condanna, se si rimane all'interno delle regole vigenti, che sono poste non a tutela di Berlusconi, ma di ciascuno di noi. Sarebbe bene che i giustizialisti di casa nostra ci pensassero un poco : ogni principio di diritto serve a tutelare tutti e ciascuno. Anche loro."
Gli articoli sul Corriere della Sera sono illegibili, e del resto i cronisti di giudiziaria a via Solferino sono quelli, c'è poco da fare : antiberlusconiani doc.
Appena meno peggio - ma proprio di poco - quelli de La Stampa. In attesa di meglio, ecco intanto la notizia come riportata dal quotidiano torinese
Processo Ruby, Berlusconi assolto: “Sono felice, adesso torno in campo”
La Cassazione conferma la sentenza dell’appello: cancellata la condanna a 7 anni
AP
L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
roma
Finisce così una delle più lunghe nottate del Cavaliere (e non ad Arcore) con una decisione niente affatto scontata, che giunge ad appena 48 ore dalla liberazione anticipata dai servizi sociali per la condanna definitiva per frode fiscale e che, in un certo senso, viene messa in discussione dall’inchiesta ancora aperta a Milano e che lo vede indagato per corruzione in atti giudiziari in relazione al pagamento delle ragazze che testimoniarono sulle cosiddette «cene eleganti». «E’ finito un incubo, adesso torno in campo», avrebbe confidato Berlusconi da Arcore a quanti lo hanno raggiunto telefonicamente.
L’estenuante maratona dei giudici testimonia comunque una difficile unanimità su una vicenda che, non a caso, all’indomani del deposito delle motivazioni di secondo grado, indusse alle dimissioni il presidente della sezione d’appello che le firmò, il giudice Enrico Tranfa. Dunque, secondo i giudici supremi, quando Berlusconi chiamò alla mezzanotte del 28 maggio 2010 il Capo di gabinetto della Questura di Milano per chiedere che «la nipote di Mubarak» venisse affidata alla consigliera «parlamentare» Nicole Minetti (poi condannata a 3 anni per favoreggiamento della prostituzione ad Arcore), non commise alcun abuso, pur essendo in quel momento il presidente del Consiglio.
Fu invece il dirigente Ostuni, pur consapevole della «balla colossale» sulle vere origini di Ruby, marocchina minorenne scappata da una comunità protetta in Sicilia, a mettere in atto «un’accondiscendenza incautamente accordata per timore reverenziale, o mera compiacenza». Così come, nonostante le intercettazioni e il fatto che Emilio Fede avesse incontrato Karima El Marhoug cinque mesi prima a un concorso di bellezza in Sicilia scambiandola per una tredicenne e l’avesse poi accompagnata ad Arcore, Berlusconi sarebbe rimasto inconsapevole della minore età di Ruby fin quando non intervenne per «liberarla» dalla Questura. Per la Cassazione, tutto ciò non rappresenta alcuna «illogicità».
CATALDO INTRIERI
RispondiEliminaIl miglior commento lo ha fatto una vecchia volpe del foro oggi: " esito scontato con quei giudici e qyel pg ". Al contrario dei vari Lillo Milella e compagnia cantante , il meno che si possa dire della requisitoria e' puro folklore
in privato ha invitato i giudici ad una cena elegante ad HARDCORE priv. Milano .
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