Ieri avevo postato un articolo di commento alla notizia, ripostata e biasimata valentemente da Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera, che in Umbria il Consiglio regionale aveva approvato una legge elettorale che attribuisce il 60% dei seggi al vincitore, a prescindere dalla percentuale di voti ottenuta alle urne. Proprio quello che la Corte Costituzionale ha dichirato illegittimo nel Porcellum (insieme alla questione delle liste bloccate, senza possibilità di scelta per l'elettore).
Una carissima amica del Camerlengo, Caterina Simon, tra le più assidue ed informate (dai suoi frequenti commenti emergono non solo intelligenza, ma anche ampie e trasversali letture) followers del blog, mi ha scritto in privato alcune sue perplessità su quanto avevo osservato presentando l'analisi critica di Belardelli, che volendo potete leggere sul post http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/03/lo-scandalo-umbro-del-pd-legge.html .
Riporto la sua missiva (i motivi di questa scelta li spiego) e la mia risposta.
Sono contento ed orgoglioso di avere amicizie come questa, che premiano il mio aver voluto assecondare una passione antica che avrei voluto fosse anche attività professionale.
CATERINA
Ho una domanda a proposito delle tue
obbiezioni alla legge elettorale che non volevo fare ai piedi del tuo commento
a quella della Regione Umbria. Non volevo infatti rischiare in alcun modo di
prestare il destro a chi argomenta a favore di quella od altri leggi simili o,
peggio ancora, a simili disonestà intellettuali. Tuttavia la tua obbiezione a
proposito dell’astensione mi lascia perplessa. Vero, l’astensione è altissima,
in effetti il secondo partito, e quindi il tuo dubbio sulla rappresentatività
da parte del partito vincente del gradimento popolare, è corretto. Tuttavia il
dato dell’astensione e un dato di per sé variabile. Come si può tenerne conto
nel momento in cui si scrive una legge che dovrebbe durare se non per sempre
perlomeno decenni? Chi non va a votare sa che corre il rischio di non essere
rappresentato. E’, per alcuni versi, il ragionamento che si fa a supporto
dell’abolizione del quorum referendario: è giusto che il voto di chi si
disinteressa della cosa pubblica conti quanto quello di chi vota? (o che chi
vota NO possa contare di due frecce al proprio arco: il NO e l’astensione?).
Non so…mi sfugge qualcosa? Altro dubbio: nel maggioritario secco chi prende più
voti vince, anche se è il 30%. E’ il sistema inglese, è un sistema
antidemocratico?
La
tua delicatezza Caterina mi fa rimpiangere, una volta di più, che noi si viva
in due città lontane, ché mi piacerebbe avere un'amica come te da frequentare
in modo reale e non solo virtuale
Le
tue obiezioni sono, come sempre, valide, e quindi le posterò sul blog come
contributo apprezzabile ed apprezzato.
Le
mie risposte. Nei sistemi maggioritari anglosassoni in primo luogo c'è - almeno
sembra -l'effettivo rapporto tra elettori ed eletti, e questo già migliora le
cose. Quanto alla percentuale dei votanti, da loro - analisi letta e che
condivido da Galli della Loggia, Panebianco ed altri, c'è di buono che non c'è la stessa vasta frammentazione che si vede da noi, e l'idea di modello di società presenta minori distanze. Conservatori e laburisti, democristiani e socialdemocratici
tedeschi, addirittura gollisti e socialisti azzarderei (forse esagerando, che i francesi sono belli passionali), non sono sideralmente lontani come da noi i
comunisti di ieri - e i radicali di sinistra di oggi - e i liberal moderati.
Questo fa sì che l'astensione sia più spesso l'atto di pigrizia di chi non va a
votare FIDUCIOSO che chiunque vinca rispetterà i principi fondamentali di
democrazie e libertà che anche lui, l'astenuto, condivide.
Ciò
posto, io penso che un premio al vincitore può starci, anzi, lo approvo, MA NON al punto di
consegnare al più votato (o al meno penalizzato...), a PRESCINDERE, la maggioranza se non ottiene almeno una
percentuale decente dei voti. Soprattutto con un'astensione così elevata. Per
cui, stabilendo fisiologica un'astensione del 25% dei votanti, se quella soglia
viene superata non scatta il premio di maggioranza. Si può ammettere un premio
al vincitore, mettiamo del 10% ( e sono già generoso ! il 5% o il 7% mi
sembrano più equi)) , Così, se il PD prendesse il 37% dei voti, arriverebbe al
47, ma NON avrebbe la maggioranza assoluta. Come sarebbe giusto che sia e senza escamotage del ballottaggio, dove addirittura coloro che si recano a votare potrebbero essere di numero ancora inferiore al primo turno.
In
Germania la Merkel ha superato di oltre 15 punti l'SPD ( 42,5 contro il 25,7 ....) ma non ha la
maggioranza, e non può farla coi liberali, che sono andati male. E' quindi
costretta, come in passato, ad un governo di larghe intese. Non muoiono. E sono
più democratici.
Insomma va bene la governabilità, ma se non ce la fai, con le tue idee e i tuoi programmi a convincere una quota sufficientemente rappresentativa degli elettori, e allora è DEMOCATICO che accetti di allearti con altri.
Un
abbraccio grande
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