mercoledì 18 marzo 2015

SELVAGGIA E LA GALANTERIA DEL CAVALIERE

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Selvaggia Lucarelli sa essere divertente, quando vuole, e non di rado mi è capitato di leggere uno dei suoi articoli di "colore" che mi hanno strappato più di un sorriso.
Quello con il quale commenta la lettera del congedo finanziario di Berlusconi alle Olgettine è uno di quelli.
Basta prenderlo per quello che è : un post per far sorridere, senza moralismi bigotti, non infrequentemente celanti una insana invidia.
Non so se fu Sorrentino o altro scrittore dell'area progressista che aveva fatto un calcolo prima rapportava i 2500 euro che Berlusconi elargiva alle giovanotte alla  dichiarazione dei redditi dell'ex Premier (quella per la quale i giudici della separazione hanno elargito a Veronica Lario, donna, grazie sempre al marito, già ricca di suo, il modesto appannaggio di tre milini di euro l'anno !!!)  e poi facendo la stessa operazione con la propria - di Sorrentino - capacità reddituale. Da queste proporzioni emergeva che, per andare con queste gnocche,  lui avrebbe dovuto pagare l'equivalente di 2-3 euro a volta... cappuccino e cornetto insomma. Ebbene, chiesi a degli amici, attivamente anti cav ma decisamente apprezzanti l'avvenenza femminile, se avrebbero investito i loro 2-3 euro in qualche serata alternativa con signorine tipo quelle rese famose dal Bunga Bunga (sotto ci sono le foto di alcune, tanto per rinfrescarsi la memoria).
Nel rispondere, devo dire che furono onesti.
 


Selvaggia Lucarelli: "La lettera di Berlusconi alle olgettine è un capolavoro. Io gli farei una statua"

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Selvaggia Lucarelli: "La lettera di Berlusconi alle olgettine è un capolavoro. Io gli farei una statua"
Eccoli lì. Di nuovo tutti pronti a sbeffeggiare Berlusconi. A dargli del pappone, del pervertito, del foraggiatore di ragazzotte senza scrupoli, del corruttore che compra il silenzio. Dell’uomo che con due milioni di euro elargiti in un paio d’anni a una ventina di gentili signorine che avevano frequentato le cene eleganti, avrebbe convinto tutte a raccontare che a queste benedette cene dopo il dolce si giocava a «Mima il film» e tutti a dormire.
Nessuno però che guardi l’altro lato della medaglia. Nessuno che apprezzi la generosità e la galanteria di un uomo che anche quando l’harem sbaracca, continua a fare il sultano e si preoccupa del fatto che dopo di lui le sue odalische non debbano essere costrette, per mantenersi, a fare cose mortificanti. Tipo lavorare. E così regala una villa a Barbara Guerra, le dà le chiavi della villa a Barbados, consente a Ruby di rifarsi una vita in Messico (mica a Quartoggiaro), passa 2500 euro al mese a tutte le altre a mo’ di risarcimento morale perché figuriamoci se con tutta questa pressione psicologica Iris Berardi o Francesca Cipriani possono alzarsi alle sei del mattino per aprire la saracinesca di un’edicola. Insomma, l’uomo che nel 2001 promise un milione di posti di lavoro agli italiani, tredici anni dopo ha promesso a una ventina di olgettine che non avrebbero mai dovuto cercarsi un lavoro. E scusate, ma in un mondo di uomini che ormai ti invitano a cena fuori e ti chiedono di pagare il conto alla romana, mi pare una galanteria mica da poco. In un mondo di uomini che ti mollano e al massimo continuano a mandarti un sms laconico a Natale, io preferisco Berlusconi che continua a mandarmi un bonifico a fine mese. E non solo. In un mondo di uomini che ti lasciano su whatsapp, come non apprezzare l’accorata lettera di Silvio alle sue odalische in cui comunica con dolore che per colpa dei giudici non potrà più continuare a foraggiarle?
Guardate che è un assoluto capolavoro quella lettera. Intanto perché la manda in copia a tutte ma si preoccupa di scrivere il nome di ciascuna e il «ti voglio bene» finale a penna, di suo pugno, come a dire «ho fatto copia e incolla, ma come ti chiami me lo ricordo ancora». E poi perché scrive a Marystell Polanco ma si rivolge a lei come fosse Laura Boldrini. «Cara, sarai venuta a conoscenza che da alcune settimane sono state depositate le motivazioni relative agli incredibili processi sulle cene in casa mia. Inutile dirti che non c’è nessun riguardo per te e per gli altri ospiti delle nostre cene e che continua su di noi l’ignobile denigrazione che tutti abbiamo assurdamente dovuto subire». E in effetti Silvio ha ragione, perché mentre queste povere ragazze tentano in tutti i modi di recuperare la propria dignità macchiata da illazioni, chi andando a Le iene per dichiarare «Una botta e via è la storia della mia vita» come la Minetti, chi tatuandosi il logo dell’isola dei famosi su una tetta come la Cipriani, chi slinguazzandosi con l’amica su instagram come la Guerra, queste poverine continuano a essere denigrate. E ancora: «Ma c’è qualcosa in più. C’è che l’aiuto che io, seguendo l’impulso della mia coscienza, ho continuato a dare a te e alle altre ospiti per lenire gli effetti della devastazione che questi processi hanno causato alla vostra immagine, alla vostra dignità, alla vostra vita, rischia di essere incredibilmente strumentalizzato ipotizzando addirittura dei possibili reati a carico non solo mio ma anche vostro». Capito? F
inalmente un uomo che ritiene giusto dover risarcire una donna per le conseguenze devastanti della storia con lui. Altro che delinquente, altro che corruttore, altro che indagato. Io gli farei una statua a quest’uomo. Se tutti gli ex che mi hanno mollata causando infelicità e devastazione nella mia vita avessero seguito l’impulso delle loro coscienze come Silvio, oggi avrei vitalizi da almeno sei uomini diversi. E una pizzeria in Messico. Ma la lettera va avanti: «Si potrebbe attribuire al mio aiuto e alla mia accettazione una finalità diversa da quella reale. Per queste ragioni sono obbligato a sospendere da gennaio ogni mio contributo». E anche qui ditemi voi quanti sono gli uomini che prima di sparire ci comunicano la data esatta in cui lo faranno. Pensate a che mondo migliore sarebbe se mariti e fidanzati ci comunicassero via lettera (e col nostro nome scritto a penna eh), che si prenderanno cura di noi fino a quella data esatta e poi arrivederci e grazie, senza rancore. E da gennaio, per giunta, preoccupandosi pure del fatto che Aris Espinosa passi il Natale serena e coi soldi per il panettone. Mica come capita a noi, che veniamo mollate senza preavviso alla vigilia mentre non sono ancora passati i pastorelli e a Capodanno lui ha già postato le foto con l’altra alle Maldive su facebook.
E poi c’è il passaggio più tecnico: «Sono sicuro che tu sei consapevole di quale attacco mi è stato inflitto da una magistratura militante, che fa un uso politico della giustizia per eliminare l’unico ostacolo che si è opposto e che si oppone alla definitiva presa del potere da parte della sinistra». E qui per onestà va detto che la Guerra non ha capito bene la storia della magistratura militante, la Polanco quella dell’uso politico della giustizia e che la Cipriani non ha capito una mazza però ora va dicendo che è tutta colpa della sinistra e che non è un caso che quella volta sull’aereo ad esplodere sia stata la tetta sinistra. Infine, la conclusione: «Mi spiace, mi spiace tanto. Spero, a processo finito, di poterti rivedere e riabbracciare. Ti voglio bene. Silvio». Ditemi voi quale uomo concluderebbe una lettera così, rischiando per giunta l’evirazione chimica da parte della Pascale. E' un gentleman, Silvio, altro che. È l’ex fidanzato che ogni donna vorrebbe avere. È riconoscente, moralmente e materialmente. E se anche le avesse pagate per farle star zitte, con tutte le urla gratis che ci costano gli uomini, io credo che un giudice donna non possa che assolverlo. Perché le cene forse non erano eleganti, ma il suo modo di togliersi le donne dalle balle, è da manuale del bon ton.

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