giovedì 12 marzo 2015

TIZIANA MAIOLO E "IL COMPLOTTO". QUELLO VERO, STAVOLTA.

 

Nella rassegna stampa ricca di interventi, e del resto non poteva essere diversamente giunti all'epilogo di una vicenda che ci ha invaso per un lustro, il Garantista la fa da padrone, essendo di gran lunga il quotidiano che più fermamente si batte per i temi della Giustizia. 
Dopo Sansonetti ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/03/ma-sansonetti-lo-paga-berlusconi.html ), e la redazione ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/03/le-dieci-domande-del-garantista-ad-ezio.html ), è il turno di Tiziana Maiolo, altro alfiere che, sono certo, i PM vedono come il fumo agli occhi. 
Prima di lasciarvi alla lettura del suo intervento, ricordo però, per chi volesse, il post recante il contributo di Massimiliano Annetta (   http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/03/annetta-berlusconi-assolto.html ) che è stato apprezzato da molti lettori.

 Il Garantista

Signori del Csm, quell’inchiesta è senza ombre?



 a. Ilda Boccassini

Sono politici, non morali, i motivi per cui è andato in onda per cinque anni il Pornofilm del Bungabunga che ha messo nel tritacarne un presidente del Consiglio, preso a picconate il suo partito, distrutto la sua reputazione nel mondo, insieme alla sua immagine personale e i suoi affetti.
Tutto nasce non tanto dal fermo, in una serata di maggio del 2010, di una giovane marocchina. Né dalla successiva telefonata di Berlusconi alla questura di Milano. Casomai dall’uso che dell’episodio venne fatto dalla Procura della Repubblica più famosa e discussa d’Italia. E’ negli uffici del quarto piano del palazzo di giustizia di Milano, già allenati dalla caccia al cinghialone ai tempi di Craxi e di Tangentopoli, che parte la crociata di stampo talebano che prende di mira il presidente del Consiglio per i suoi costumi sessuali.
Ma il Pornofilm è solo l’involucro, un uovo di pasqua con sorpresa. La sorpresa è tutta politica. Se il Consiglio superiore della magistratura volesse occuparsene, potrebbe rilevare parecchie anomalie, dentro quell’uovo. Prima cosa: Ruby viene fermata e rilasciata in una notte di fine maggio. Che cosa è successo tra quella data e quella in cui Silvio Berlusconi viene iscritto nel registro degli indagati (21 dicembre 2010) e in seguito raggiunto da un invito a comparire (14 gennaio 2011)? Succede che Ruby viene ripetutamente interrogata, una serie di persone che frequentavano la casa di Arcore viene monitorata e intercettata e si tende la tela del ragno che deve catturare la preda. Che la preda sia un Arcinemico di certa magistratura e certi Pubblici ministeri non è un segreto. Che dalle parti di Milano si usino metodi disinvolti sulle competenze territoriali (un presidente del Consiglio non dovrebbe essere giudicato dal Tribunale dei ministri?) è cosa altrettanto nota. Ma quel che succede a Milano è qualcosa di ben più mostruoso: per sette-otto mesi vengono fatte indagini su un contesto che ha al centro una persona che non è indagata, vengono disposte intercettazioni a persone che parlano al telefono con un parlamentare senza che sia chiesta, come prescrive la legge, l’autorizzazione alla Camera di appartenenza.
Nei fatti si indaga su una persona in violazione delle normali procedure di legge. A nulla valgono le proteste degli avvocati, le interrogazioni parlamentari del deputato di Forza Italia Giorgio Stracquadanio, la curiosità che comincia a serpeggiare nella stampa italiana e anche straniera.
La Procura di Milano tira dritto. Apparentemente arrogandosi il diritto di moralizzare i costumi altrui, in realtà con obiettivi ben più ambiziosi. Ma un’altra anomalia esplode clamorosa a un certo punto, la rissa da cortile tra il procuratore capo Bruti Liberati e il suo aggiunto Robledo sulle competenze tematiche e le assegnazioni delle inchieste.
 Perché le indagini su Berlusconi e il “caso Ruby” vengono assegnate a Ilda Boccassini, titolare delle inchieste sulla mafia e non a Robledo che si occupa di Pubblica Amministrazione? Berlusconi non è forse accusato di aver abusato del suo potere di presidente del Consiglio, con quella famosa telefonata in questura che gli costerà la condanna in primo grado per concussione? Questo aspetto della vicenda giace nelle scartoffie (nei fatti archiviate) del Csm sulla querelle Bruti-Robledo, che nessuno pare avere la curiosità di esaminare più. Sarebbe bene, invece, che l’organo di autogoverno di Pm e  giudici riaprisse gli occhi, su questo punto, e si chiedesse “perché” fosse così importante quella sostituzione di Robledo con Boccassini in un’inchiesta dal sapore squisitamente politico. Questo è il succo della vicenda: forzature e anomalie per il raggiungimento di uno scopo.
Addirittura il procuratore generale di Milano, pur di fare il ricorso in Cassazione, si è appellato a questioni di merito, trascurando il fatto che il terzo grado di giudizio può riguardare solo questioni di legittimità. Un’altra delle anomalie “lombarde”, che la Cassazione avrebbe dovuto rilevare subito, rigettando il ricorso in dieci minuti.
Nove ore di discussione sono un bel tributo alle tricoteuses di tutta Italia. In ogni caso,tutto il resto è contorno, il Pornofilm, il Bungabunga, sparsi a piene pani tramite un ventilatore in funzione permanente con lo scopo dello Sputtanamento. Oggi, con Berlusconi che porta a casa con una certa velocità (quattro anni per tre gradi di giudizio sono un’altra, piacevole, anomalia) l’assoluzione piena da due reati infamanti, resta il reato di Sputtanamento ancora vivo e vegeto nelle immagini del Pornofilm, tanto che gli avvocati sono stati costretti a dire (un po’ andando di fantasia) che, in fondo si, forse un po’ di prostituzione ad Arcore c’è stata, per rafforzare la realtà dei fatti sulla non conoscenza dell’età di una quasi-diciottenne che dimostrava, a detta di tutti, almeno venticinque anni. E che probabilmente era più una mantenuta che una prostituta.
Anche in questo il processo Ruby è stato speciale. Ma non può finire qui. Il Csm ci deve spiegare se tutte queste violazioni sono consentite, se anche il nuovo corso “renziano” ha intenzione di chiudere gli occhi, come già si fece 20 anni fa con Tangentopoli, su questi metodi machiavellici, per cui la finalità politica può fare a pezzi le regole dello Stato di diritto e prevale sempre la filosofia del “tipo d’autore” (individuo la tipologia del colpevole, poi colpisco la persona), per cui la responsabilità penale non è più personale ma esplicitamente politica.
Alla faccia dell’obbligatorietà dell’azione penale.

2 commenti:

  1. Maria Mercedes Pisani12 marzo 2015 alle ore 23:24

    la finalità politica può fare a pezzi le regole dello Stato di diritto? interrogativo che si presta ad approfondimento anche per temi non legati alle vicende personali di un singolo.
    grazie Camerlengo

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  2. ( Ho75anni e ciò che scrivo e quello che penso )
    (Il Fascismo e il Comunismo sono Dittature)
    La Democrazia racchiude in sé tutte e due le dittature
    I Camaleonti per conservare il loro stato sociale Cambiano colore ad ogni legislatura
    Sfruttando l’ignoranza del Popolo con false promesse riescono ad ottenere il consenso di gran parte del Popolo beota .
    I tempi si sono evoluti ma L’Ignoranza Troneggia ancora.
    Il periodo Fascista nacque per la stragrande ignoranza del popolo analfabeta Idem il Comunismo.
    Nel dopo guerra noi analfabeti abbiamo lottato per abbattere l’ignoranza Riponendo le speranze nelle Generazioni Future
    Hai mè Recitate quotidianamente quello che avete appreso negli studi
    Senza avere capito che gran parte di ciò che avete studiato non corrisponde al vero
    Vi siete mai chiesti chi è che scrive i fatti Storici e chi li ha approva? Nella stragrande maggioranza mi sentirei di dire no.
    Vi siete chiesti il perché La casta dominante Come i CAMALEONTI periodicamente Per primeggiare ungono gli avidi.
    Cosi riescono sempre ad assoggettare la classe politica ai loro voleri l’esempio? Lo a dato in questi 20 anni il faccendiere
    Comprando a destra e a sinistra ciò che gli serviva per fare i suoi affari.
    I Giovani se usassero il loro cervello ( per filtrare i fatti della vita quotidiana) lasciando le ideologie a chi le decanta per offuscare le menti (dei pigri )
    arriverebbero ha capire che Non c’è nessuna differenza fra Democrazia fascismo e Comunismo
    Sino a che nel Mondo prevarrà la cupidigia e la stupidità il Popolo sarà Sempre sfruttato dalla classe dominante.
    Ho lavorato per 18 anni alla stazione di Santa Maria Novella di Firenze ciò che descrivo nel post è verità il tutto
    Rispecchia la nostra società e ciò che saremo.
    Anime sospese
    le ho viste aggirarsi in tutte le stazioni in cerca della loro identità perduta
    vita vissuta ai margini della dignità imposta da una società malata
    Priva di amore verso i più umili che stanchi di lottare si sono arresi
    assistendo impassibili alla vita che non gli appartiene più
    Vita ricercata nella folla frettolosa schiava del tempo che passa veloce
    come fossero automi taluni offrono una moneta tenendo in vita queste anime sospese condannate a fare da specchio a tutta l’umanità.
    VITTORIO.A

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