Non sono un orfano di Conte, ma non mi piacciono nemmeno gli smemorati, figuriamoci gli ingrati. Vedo dunque troppa gente che questa estate era affranta per la rinuncia del mister del terno consecutivo prestigioso (anche per i records numerosi che lo hanno accompagnato ), e assolutamente contrariata per la sostituzione con Allegri, e che ora inizia a rumoreggiare contro quello che fino a ieri era "uno di noi".
Io capivo la scelta di Conte : era esaurito...aveva dato tutto, era spremuto come un limone, e convinto di non poter ottenere di più da questa squadra. Giusto dunque andarsene da vincitore. Certo, doveva farlo a giugno, non dal ritiro...Però la Juve era pronta, sapeva da tempo l'aria che tirava, e non si è fatta cogliere alla sprovvista.
Insomma, grazie Mister per i tre bellissimi anni (a me entusiasmò il primo, inaspettato, e con una Juve aggressiva e brillante...poi pian piano è cambiata...normalizzandosi nei ritmi se non nei risultati, parlando del campionato). E questo lo dico ancora oggi, che tante persone si sono accorte del pessimo carattere del pugliese (ammappa che scoperta !?!) e magari anche che Conte è un "contiano", più che uno "juventino". La stessa rabbia, ferocia agonistica, e vis polemica contro tutto e tutti, le metterà ovunque andrà, ancorché domani allenasse il Milan, o le detestate Inter e Roma..., e naturalmente anche avverso la Juventus, a quel punto solo un'avversaria. Vedrete se non andrà così.
Non affranto dalla rinuncia di Conte, ero invece d'accordo con i più nel disapprovare la scelta di Allegri. Un po' per l'eccesso di polemiche del mister rossonero all'epoca del primo scudetto, l'unico conteso fino alla fine (anche la Roma, lo scorso anno, da ultimo mollò, e comunque rimase sempre a distanza di sicurezza, mai sotto gli 8 punti - poi diventati 17 ! - per tutto il girone di ritorno.) con l'ultimo Milan competitivo (aveva Ibrahimovic e Thiago Silva...oltre ad una serie di campioni all'ultimo giro di passerella), molto per il suo carattere fumantino, da vero livornese, ancorché spesso mascherato, e infine per il suo gioco, non generosissimo ( controllo palla, meno rischi possibili, non prendere gol in attesa che prima o poi capiti di farli).
Il campionato, pur trionfale nel punteggio - 14 punti sulla seconda, prevalenza anche negli scontri diretti - mi aveva finora confermato le mie sensazioni critiche sul calcio di Max.
Nell'ultimo mese però, devo ammetterlo, qualcosa sembra essere cambiato. Gli ottavi di finale in Champions contro il Borussia hanno mostrato un piglio diverso della squadra, al di là del risultato positivo (addirittura spumeggiante il ritorno, con lo 0-3 a Dortmund, ma convincente anche l'andata).
E sono rimasto colpito dalla vigilia di Fiorentina Juventus, match di ritorno della semifinale di Coppa Italia. All'andata era andata male, con una sconfitta per 2-1allo Stadium (!!), che sembrava compromettere senza rimedio la qualificazione alla finale (mi piacerebbe, lo confesso, che la Juve fosse la prima a tagliare il traguardo delle prime dieci vittorie nel trofeo, per quanto decisamente minore, da sempre e particolarmente da quando anche il campionato luccica di meno rispetto alla Champions). Peraltro c'era in ballo lo scudetto, i quarti possibili contro il Monaco in Europa, insomma, non era certo un dramma uscire dalla competizione meno suggestiva. Ero pertanto stupito nell'ascoltare le dichiarazioni di Allegri che ricordava sempre, nelle interviste, che c'era questo ritorno e che la Juve non era intenzionata a mollare, per quanto difficile si prospettasse il ribaltamento del risultato. All'inizio avevo pensato alle solite frasi preconfezionate, di cui sono infarcite le interviste di calcio (e dei politici, se possibile ancora più triti e noiosi), poi però, il tono, l'espressione, il ritornare sul concetto, mi hanno dato una sensazione diversa : "oh, questo ci crede veramente...".
E quando ho appreso che la Juve aveva vinto 3-0,, giocando una partita assolutamente determinata, per la prima volta mi sono detto "forse su Allegri ti sbagli". Non è mai facile ammetterlo, e aspetto di vedere continuità non nei risultati - che quest'anno c'è sempre stata - ma in un gioco più spigliato e aggressivo.
Però intanto i complimenti li merita.
Allegri: “La vittoria di chi gioca meno”
Il tecnico juventino: «Da Matri a Padoin e Sturaro: straordinari»
LAPRESSE
Massimiliano Allegri
inviato a firenze
Stavolta non c’è un Supereroe, come un po’ era successo a Dortmund, con il Genoa e contro l’Empoli, ovvero Carlos Tevez (quattro gol in tre partite), ma una squadra tostissima, e così è filata bene lo stesso: Fiorentina zero, Juve tre. «Questa è la vittoria dei ragazzi, anche di chi ha giocato poco - dice Massimiliano Allegri, dopo il 3-0 alla Fiorentina - e sono contento per Matri, per Morata, per Padoin, che si è riconfermato straordinario. Sturaro è cresciuto molto: sono tutti giovani che hanno bisogno di giocare e crescere». Già fuori Pirlo e Pogba, a Firenze sono scomparsi anche Tevez e Lichtsteiner: «Tevez aveva un affaticamento alla vigilia - spiega ancora il tecnico juventino - e l’ho portato qui, e poi l’ho mandato a casa. Lichtsteiner aveva preso una botta alla vigilia, e nel riscaldamento non l’ho voluto rischiare».
In principio è la squadra, dunque: «Abbiamo fuori Asamoah e Pirlo, lo stesso Caceres - aggiunge Allegri - e Barzagli è tornato da poco: ma giocano altri, magari con caratteristiche diverse. Facciamo così. Questo gruppo ha grande carattere, quando si gioca, ognuno mette le sue caratteristiche in un contesto che funziona».
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