lunedì 27 aprile 2015

PIERLUIGI BATTISTA SCRIVE A ERRI DE LUCA. CHISSA' SE LO SCRITTORE NO TAV RISPONDERA'...

 

Un grande Pierluigi Battista "scrive" idealmente una lettera aperta a Erri De Luca sulla questione No Tav, invitandolo ad accogliere l'invito a lui rivolto dai lavoratori dei cantieri dell'Alta Velocità in Val di Susa. Un controcanto da lodare, e chissà se lo scrittore vorrà rispondere, o, ancora meglio, aderire.
Buona Lettura




Ora De Luca non rifiuti 
l’invito degli operai Tav
 

Gli operai della Tav hanno cortesemente invitato Erri De Luca a visitare il cantiere-bunker in cui sono costretti a lavorare sotto l’assedio violento e squadrista dei sabotatori. De Luca, vittima giudiziaria di chi lo vuole mandare in galera per un reato d’opinione, autore di un libro, La parola contraria (Feltrinelli), in cui ha dimostrato molto coraggio intellettuale a sostenere tesi che in Italia vogliono equiparare a un reato penale, avrà certamente il coraggio di aderire all’invito degli operai. Coraggio civile. Di quello fisico non c’è bisogno: chi lavora nei cantieri Tav non minaccia, non prende a botte, non aggredisce.
   De Luca, di cui va inflessibilmente difeso il diritto di dire la sua, avrà modo di informarsi meglio

Sentirà le testimonianze dei lavoratori che stavano per morire bruciati nella galleria a causa della pioggia di bottiglie molotov irresponsabilmente scagliate da chi fa del «sabotaggio» non un concetto teorico, ma una pratica concreta e pericolosa per chi rischia la vita semplicemente lavorando. Avrà modo di parlare con i poliziotti mandati all’ospedale. Di ascoltare gli imprenditori che scoprono la mattina le loro macchine distrutte, le gomme dell’automobile squarciate. Di raccogliere la testimonianza degli albergatori che ricevono lettere e telefonate minatorie. Potrà informarsi su quanto prendono gli operai alla fine di ogni mese e quanto perderebbero se i lavori, resi impossibili da un clima di tensione continua, dovessero interrompersi. Potrà verificare se le norme sulla sicurezza sul lavoro sono rispettate e forse avrà modo addirittura di accorgersi che gli unici a minacciare la sicurezza fisica di chi lavora sono quelli che si mettono il passamontagna per bombardare i lavoratori a sassate. Potrà accorgersi della differenza tra le parole e le cose. Le parole che non devono essere perseguitate, anche se estreme. Le cose, cioè la violenza materiale, le minacce concrete, i fuochi che divampano veramente mentre chi lavora in galleria è in trappola, sono molto meno romantiche.
  Gli operai della Tav sono persone civili e invitano Erri De Luca a interloquire con loro. Sarebbe sciocco se De Luca non accettasse l’invito. Dimostrerebbe di avere molto coraggio intellettuale nel sostenere la «parola contraria» ma poco coraggio civile nel discutere con chi vuole manifestare civilmente le sue ragioni. Poco coraggio ad accettare parole «contrarie» alle sue. Erri De Luca non farà questo errore madornale.

6 commenti:

  1. Sicuramente Erri De Luca rispondera' quando a invitarlo non sara' la repubblica, giornale di parte, ma i veri operai. Ce la potete fare a infangare un po' di più' questo scrittore :)

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    1. Il giornale è il Corriere della Sera...DOpodiché sarei curioso di sapere i "veri operai" come si distingono...

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  2. ...e chissa' se pubblicherete la mia risposta :)

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  3. Visto che la mia risposta e' scomparsa, stavolta scrivo in poche righe. La Repubblica parla di una lettera mai spedita al mittente ( l'email di Erri De Luca e' pubblica) e il direttore del corriere con il suo falso buonismo, non riesce a celare il suo odio nei confronti di uno dei pochi scrittori letti e amati anche all'estero. La prossima mossa contro la libertà' di parola e contro Erri De Luca quale sara'?

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    1. Se la risposta è "scomparsa", immagino che dipenda dal fatto che fosse troppo lunga...Su questo blog l'unica censura è verso la violenza verbale e la maleducazione. Le diverse opinioni invece non vengono toccate.
      Quanto al merito...mi sembra di capire, anche dal tenore del commento della prima lettrice, che sia sorta una polemica con De Luca anche su Repubblica...Tra il direttore di quel giornale e lo scrittore. Personalmente non l'ho seguita. Ho invvece trovato sul Corriere della Sera l'articolo di Pierluigi Battista, editorialista (l direttore notoriamente, ancora per pochi giorni, è de Bortoli), che è uno che difende sempre e strenuamente la libertà di espressione, anche di autori assolutamente scomodi, convinto che le idee sbagliate si combattano con le idee, non con la censura. Dopodiché, sulla questione dell'Alta Velocità, non è asoslutamente d'accordo con i messaggi espressi dallo scrittore, e polemizza - in modo assolutamente corretto peraltro - con lui. Infine, il discorso della mail pubblica di De Luca non l'ho capito. Stiamo parlando di personaggi noti, le cui opinioni, su temi delicati per di più, hanno risonanza pubblica. Normale quindi che se si apre una polemica, questa possa dispiegarsi sulle colonne dei giornali, con "domande" ed "inviti" veicolati da strumenti ben più seguiti che non la mail personale.

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  4. E’ proprio questo, il problema dei lavoratori. La loro vera tragedia.

    A prescindere dall’approccio sbagliato di De Luca alla vicenda, essi non si rendono conto che nel caso della TAV e consimili – anche EXPO, purtroppo! – non ci potrà essere lavoro “nobile” e “vero” nelle “opere grandi” inutili, pagate con i soldi dei contribuenti – anche con i LORO soldi! – che gli oligarchi della finta democrazia italica, finta perché improntata allo statalismo anziché alla sussidiarietà, promuovono per creare lavoro drogato e averne, di ritorno, consenso politico. In tal modo però, si penalizza severamente il territorio e si bancarotta il Paese. Ripeto, si bancarotta il Paese, danneggiando assai i lavoratori medesimi. La questione è tutta qui, semplice semplice.

    In questo testo sulla Val di Susa

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/tav-il-nodo-della-violenza-in-val-di-susa-scioglierlo-e-possibile/

    parlo, al capitolo 11, del ruolo del sindacato confederale nella TAV a Firenze:

    “…A oggi, l’esito degli sforzi di coloro che hanno tentato di salvare Firenze dalla TAV è incerto. Sono infatti assai potenti gli interessi particulari che gravitano sul progetto, secondo i canoni più rigorosi dell’economia keynesiana.

    I promotori dell’operazione sono disposti a tutto. Le grandi aziende devono “lavorare”, a qualunque costo, con i soldi pubblici. La locomotiva non può rallentare o fermarsi, pena il collasso del sistema. Nonostante questo il sistema, lo stiamo vedendo tutti, scricchiola paurosamente. Si è detto che anche i sindacati confederali sono della partita. Anch’essi hanno sollecitato energicamente l’avvio dell’operazione, affinché “sia dato lavoro”.

    Nemmeno a loro è finora interessato, per evidenti motivi di consenso verso i loro iscritti, che Firenze sia devastata – presumibilmente molto più di quanto è già accaduto a Bologna (è disponibile presso l’Associazione di volontariato Idra il DVD “Questa è la TAV a Bologna… e se succedesse a Firenze?” prodotto nell’aprile 2009), città nella quale da anni sono in corso lavori analoghi. Nel capoluogo toscano l’area interessata dagli scavi è infatti assai più vasta e più centrale che a Bologna”.

    download (3)La responsabilità di questa mancata consapevolezza dei lavoratori, del ricatto lavoro/vs/devastazione del territorio e bancarotta dello Stato “fondato sul lavoro”, a mio parere è da far risalire principalmente alla subordinazione culturale e politica di tanti cattolici, compreso il settimanale diretto da Luigi Amicone, ai poteri forti la cui azione ho appena descritto in sintesi.

    Cari lavoratori, e specialmente voi della TAV, la buona notizia è che la soluzione del problema esiste, e sta nella “società partecipativa” secondo Dottrina sociale cattolica:

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/fiatpomigliano-darcomelfi-come-mettere-a-frutto-la-lezione-di-pier-luigi-zampetti-per-risolvere-il-conflitto-tra-capitale-e-lavoro/

    Ma, ovviamente, essa non prevede scorciatoie: si tratta di un percorso di auto-consapevolezza della dignità personale di ciascuna persona, in quanto uomo e lavoratore. E’ però anche una bella sfida, in quanto prevede la compartecipazione di ogni lavoratore al capitale e anche alla GESTIONE dell’impresa. Attenzione, però: non ci sono facili scorciatoie… quella compartecipazione è pensata NON in modo socialista o cooperativistico, ma nella misura del “capitale umano” posseduto. Maggiori dettagli nel testo appena linkato.

    Un cordiale saluto a tutti voi lavoratori, specie quelli della TAV. Resto disponibile, per parte mia, a qualunque confronto.

    Pier Luigi Tossani,
    Firenze

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