domenica 28 giugno 2015

IN ATTESA DI UNO STORICO REFERENDUM, IN GRECIA BORSA E BANCHE DOMANI SARANNO CHIUSE

 

Io credo che sia giusto, nel paese che inventò la democrazia diretta, che di fronte ad una situazione così difficile come quell'attuale, sia il popolo greco a dire sì o no a continuare a stare in questa Europa. Ma il referendum indetto da Tsipras, e che si terrà il prossimo 5 luglio, spiegano gli osservatori più navigati (nell'articolo di cronaca de La Stampa c'è il richiamo dell'analisi di Lepri), non avrebbe questa valenza. IN realtà, commenta Davide Giacalone, è una mela avvelenata, proponendo non già il quesito secco tra il rimanere nell'euro e tornare alla dracma ( quello che sostanzialmente voleva proporre Papandreu nel 2011 e gli fu impedito) , bensì l'accettazione o il rifiuto delle condizioni di aiuto proposte dagli europei.
"Non è democratico, il referendum proposto da Tsipras e Varoufakis, perché gli elettori si troverebbero di fronte a un quesito irragionevole. Non voterebbero sì o no all’euro, o a tutta intera l’Unione europea, ma a un determinato piano. Che essi non conoscono, non hanno trattato e non possono approvare o affondare con una croce. Inseguire il plebiscitarismo, fingendo che la forma sia democratica, perché si vota, è dottrina che avvelena la democrazia.
Se decidessero negativamente, si sarebbero già prima trovati senza liquidi e con le banche saltate. A che servirebbe? Sarebbero fuori. Se decidessero affermativamente il minimo necessario sarebbero le dimissioni del governo e la convocazione di elezioni politiche. Tutto questo solo per potere consentire a Tsipras e Varoufakis di agitare una minaccia e prendere il loro popolo in ostaggio. Non solo non è serio, ma pericoloso."

Naturalmente queste osservazioni sono pertinenti, così come la chiosa :
" Ai greci può (e deve) essere offerto di salvare i loro conti senza per questo dare in pegno le loro vite. Ciò ha un costo elettorale, per gli altri governanti europei, ma la posta è di maggior valore. Ai governanti greci non può essere offerto di prendere i soldi degli altri e tornare a casa promettendo di spenderli per alimentare il clientelismo e lo spreco interni, così condannando la Grecia a restare per sempre un malato terminale che non termina grazie alle trasfusioni di sangue. Di errori se ne sono fatti una caterva, in questi cinque anni, e molti per egoismo tedesco e francese. Ma non è un buon motivo per commetterne di sempre più grossi ".

Credo però che, alla fine, nella sostanza, i Greci sappiano benissimo che respingere o no quelle proposte avrà lo stesso effetto del si o no all'Euro a suo tempo proposto da Papandreu.
E che quindi quello di domenica potrebbe essere, alla fine della fiera, COMUNQUE un momento di utile verità.
Tsipras gioca col fuoco, molto probabilmente anche per motivi tutti interni al suo partito, e non è detto che non si bruci.
Quello che invece a mio avviso stride è la manifesta, ripetuta, idiosincrasia che i vertici europei, qualunque essi siano, mostrano a qualsiasi meccanismo di manifestazione della volontà popolare...
Ogni volta il motivo sotteso, indicibile ad alta voce, ma chiaro è il seguente : " Sappiamo noi ciò che è bene per le genti".
Che in fondo era la ragione dell'assolutismo illuminato.


 

In Grecia domani banche e Borsa chiuse

La Bce mantiene invariati i fondi d’emergenza. Il premier: i depositi sono al sicuro
  
AFP
Lunghe file ai bancomat ad Atene

 
 
La Borsa di Atene domani non aprirà. Lo fanno sapere fonti finanziarie, dopo la fine della riunione del Consiglio per la stabilità finanziaria della Grecia. Al tempo stesso, l’amministratore delegato di Piraeus Bank fa sapere che tutte le banche greche domani rimarranno chiuse. Tsipras ha invitato la popolazione alla calma sottolineando che «i depositi dei greci sono al sicuro» e che è stata la banca centrale ellenica a suggerire la chiusura di banche e borse. Se i partner dell’Eurozona vogliono, continua Tsipras, «possono dare alla Bce la libertà di ripristinare la liquidità delle banche anche stanotte stessa».  

Il premier ellenico ha poi twittato: «Le recenti decisioni di Bce ed Eurogruppo hanno un solo obiettivo: tentare di soffocare la volontà del popolo greco. non ci riusciranno: accadrà l’esatto opposto. Il popolo greco resisterà con ancor più caparbietà».  

Oggi la Bce, contrariamente alle indiscrezioni circolate in giornata, ha deciso di mantenere la liquidità extra destinata agli istituti ellenici. Ma il Consiglio direttivo si è detto pronto a riconsiderare la sua decisione. «Continuiamo a lavorare a stretto contatto con la Banca di Grecia e con forza sosteniamo l’impegno degli Stati membri ad agire per affrontare le fragilità delle economie dell’area dell’euro», ha poi spiegato il presidente della Bce, Mario Draghi, in un comunicato diffuso dall’Istituto di Francoforte al termine del Consiglio dei governatori.  


Il default greco resta uno spettro verosimile. L’unica certezza, ora, è che il referendum chiesto da Tsipras si farà. Il Parlamento ha approvato nella notte la convocazione di una consultazione popolare indetta dal governo per il 5 luglio, cioè domenica prossima, quando i cittadini greci saranno quindi chiamati a scegliere se accettare o rifiutare le condizioni poste dai creditori internazionali per l’accordo sul debito. In aula, dove siedono 300 deputati, il sì al referendum ha avuto l’appoggio non solo dei due partiti di governo, cioè Syriza di sinistra e Greci indipendenti di destra, ma anche del partito di estrema destra Alba dorata. Dopo un dibattito di oltre 14 ore, la votazione si è conclusa con 178 sì, 129 no e nessun astenuto. 

ANALISI - Crac a un passo, i 3 scenari per la Grecia (di Tonia Mastrobuoni)  

Il referendum aprirà anche una questione politica interna alla Grecia: tra le ipotesi evocate sempre più frequentemente c’è quella che il governo Tsipras possa dimettersi in caso di voto a favore dell’accordo di salvataggio nel referendum. Molti greci si trovano divisi tra le paure di un crollo economico e la sfida alle richieste dei creditori internazionali ma, secondo alcuni sondaggi pubblicati oggi sui giornali ellenici, la maggioranza voterebbe a favore delle condizioni di salvataggio. In particolare il 57% è favorevole ad accettare l’ultima offerta dei creditori, mentre il 29% è contrario.  

ANALISI - Il suicidio di Tsipras (di Stefano Lepri)  

La discussione in Parlamento greco si svolgeva proprio mentre l’Eurogruppo riunito a Bruxelles decideva di non concedere alla Grecia la proroga del piano di salvataggio oltre il 30 giugno, che era stata chiesta da Tsipras per consentire ai cittadini di votare senza pressioni. In pratica il programma di salvataggio della Grecia e di conseguenza gli aiuti, senza l’accordo, si interromperanno il 30 giugno. L’intesa con i creditori era necessaria per sbloccare l’ultima tranche di aiuti di salvataggio da 7,2 miliardi, che avrebbe consentito ad Atene di ripagare al Fondo monetario internazionale un prestito di 1,6 miliardi di euro che deve restituire entro il 30 giugno ed evitare il default.  

Tsipras ai greci: “Votate no al referendum. La proposta dei creditori è un insulto”  


All’Eurogruppo di ieri si è consumato lo strappo con il ministro delle Finanza Yanis Varoufakis, che non ha partecipato alla seconda parte della riunione. La comunicazione finale al termine della riunione è stata infatti emessa senza Varoufakis e i ministri delle Finanze della zona euro hanno accusato Atene di avere rotto i negoziati unilateralmente. «È un giorno triste per l’Europa», ha detto Varoufakis lasciando la sede del Consiglio europeo.  

«Sono certo che il popolo greco si solleverà davanti a queste circostanze storiche e dirà un sonoro “no” all’ultimatum», ha affermato il premier Alexis Tsipras prima del voto in Parlamento. L’annuncio choc del referendum era giunta da Tsipras venerdì sera, dopo che l’ultimo round di colloqui con i creditori non aveva dato i risultati sperati. L’accordo proposto dalle istituzioni, secondo Tsipras, è un’offerta «barbara e umiliante». L’esecutivo non accetta la condizioni, ma ha deciso che a scegliere saranno i cittadini: Tsipras ha chiesto ai greci di pronunciarsi per il no, ma al tempo stesso ha promesso che lascia la porta aperta a un accordo.  

A questo punto, senza un’estensione del salvataggio e senza alcun compromesso raggiunto, la Grecia corre il rischio default. Ieri lunghe code si sono formate ai bancomat per ritirare denaro mentre oggi non ci sono segnali di panico per le strade di Atene. In contatti telefonici avuti ieri con i leader europei, secondo fonti greche Tsipras ha detto che la Grecia sopravviverà indipendentemente dalle decisioni dei partner. 

L’offerta dei creditori richiede ad Atene di tagliare pensioni e aumentare le tasse in un modo che secondo Tsipras aggraverebbe la già grave crisi economica del Paese, in cui circa un quarto della popolazione attiva è disoccupata. 




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