mercoledì 26 agosto 2015

FACCI DIFENDE CASSESE CONTRO GLI STRALI DI TRAVAGLIO, "BRUTTO DENTRO E BRUTTE VACANZE"

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 A chi mi chiede perché leggo Libero, rispondo :  perché ci scrivono Giacalone e Facci. Il primo ha anche un suo sito, dove alla fine riporta i suoi articoli già pubblicati sul quotidiano, mentre il secondo non è così sistematico.
Entrambi sono due assoluti garantisti - non innocentisti, che sono l'equivalente dei forcaioli : "a prescindere"  - e questo in controtendenza di un giornale che, di indole, è giustizialista. Anni di accanimento giudiziario contro Berlusconi lo hanno costretto a impugnare la bandiera delle garanzie, della presunzione di innocenza, dell'attacco alle procure politicizzata, ma non era una scelta di pancia, bensì dettata dall'ottica di schieramento. 
Mario Giordano ha poco da imparare da un Travaglio quanto a forca, tanto per dire. 
Oggi Facci ha scritto appunto un articolo che da solo vale l'euro e trenta spesi per l'acquisto del quotidiano, e anche di qualche numero a venire. 
Già il titolo " TRAVAGLIO AVVOCATO DELLA MALA GIUSTIZIA" ci piace, ma quello non è farina di Facci.
Il resto sì.
Dunque, l'arguto e salace polemista prende di mira l'attacco che il direttore de Il Fatto ha sferrato contro Sabino Cassese, reo, in un editoriale apparso domenica sul Corriere della Sera,  di aver scritto una serie di considerazioni sulla giustizia assolutamente indigeste per il leader dei manettari italiani. 
In realtà Cassese, nel suo modo pacato, quasi prelatizio, non dice nulla di sconvolgente, e infatti, leggendo l'editoriale, non lo avevo ritenuto sufficientemente interessante per i lettori del blog.
In sostanza, riassume Facci, "ha scritto, nell'ordine, che gli avvocati in Italia sono troppi (vero ), che il CSM è inquinato dalle correnti (vero), che la Cassazione è intasata dai ricorsi ( magari anche perché le corti di merito fanno troppi pasticci...), che i magistrati abusano della carcerazione preventiva ( vero), che la usano per ottenere confessioni (vero), che troppi magistrati passano in politica o esternano di politica (vero), che troppe procure dettano l'agenda politica o addirittura stabiliscono criteri di politica industriale (vero), che c'è un abuso delle intercettazioni (vero), che è necessario separare le carriere tra giudici e pubblici ministeri come avviene in tutti i paesi civili (sacrosanto), che la Corte di Strasburgo ci ha criticato e condannato un'infinità di volte (vero)...
C'è qualcosa che non sapevate ? "
Travaglio, rileva Facci, con il suo solito torpiloquio che tanto scalda i cuori di suoi fan (quelli più cretini, li definisce), chiama luoghi comuni gli appunti dell'ex giudice costituzionale. In effetti ha ragione : "sono realtà così ovvie che ormai sono divenuti luoghi comuni, non per questo meno veri".
Personalmente, da tempo ho notato che spesso, quelli che vengono appunto definiti luoghi comuni non sono che verità dette troppe volte.
Con l'occasione, Travaglio propone le altrettanto trite e ritrite ricette dell'ANM, di cui si sente portavoce (in effetti lo è) : abolire l'appello, rendere più rigidi i filtri per i ricorsi in Cassazione, consentire la reformatio in pejus, mentre il resto resti com'è...
Il negazionismo di Travaglio arriva fino alla menzogna pacchiana, quella per la quale gli organismi europei "additano il modello italiano come uno da imitare e una garanzia di indipendenza dei giudici". 
Chiosa Facci :
" E qui siamo alla pura invenzione, alla barzelletta : il modello della giustizia italiana, semmai, è un notorio zimbello mondiale, tanto che è additato tra le cause dell'arretratezza e della mancata crescita del Paese. Che poi in giro per il mondo ci sia qualche toga a cui piaccia il modello italiano ( ma non si tratta di "organismi europei" !) è come dire a a Lucignolo piaccia il paese dei balocchi. "
E scatta l'applauso. 

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