giovedì 15 ottobre 2015

INTERVISTA A QUAGLIARIELLO : "ABBIAMO SALVATO L'ITALIA....." BOOM !!

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 Se l'Italia avesse veramente tutti questi angeli salvatori che si leggono, starebbe sicuramente messa meglio di come sta.
Monti, l'unto di Napolitano, è stato il primo dell'ultimo lustro, poi Letta, dopo l'impasse post elettorale 2013, dove lo smacchiatore di giaguari, il povero Bersani, uscì rintronato dalla mancata vittoria (il famoso rigore a porta vuota, come crudelmente rimarcò subito renzino, che a quell'insuccesso deve tutte le sue attuali fortune ), infine Alfano coi suoi "responsabili" dell'NCD, traslocati da Berlusconi per garantire il governo (e le proprie poltrone) che stava "salvando" l'Italia...
Poi quel governo venne impallinato dallo Jago di Firenze, ma questo non turbò affatto Angelino e i suoi. Via Enrico, dentro Matteo, c'è l'Italia da salvare no ??
Uno dei registi e protagonisti di questa impresa meritoria, di cui noi ingrati italici poco e nulla ci siamo accorti, e che nessun riconoscimento stiamo dando agli eroi ( con Monti abbiamo fatto lo stesso e peggio, infatti il professore è cupo e depresso, con la sua creatura, Scelta Civica, semplicemente liquefatta, lui ormai corpo estraneo, seduto al Senato solo per il grazioso dono dell'allora presidente della Repubblica). è Gaetano Quagliariello. 
Non sto a riepilogare le pirotecniche acrobazie verbali di questo plotone di miracolati (loro sì, per davvero) della politica, che tutto devono a Berlusconi (oltre ai citati Alfano e Quagliariello, ci sono da aggiungere Schifani, Lorenzin, Lupi, la pentita Di Girolamo, ora rientrata a casa, e vari altri), per giustificare il  soccorso, loro sedicenti liberal-moderati, ad un governo di sinistra dove il loro unico e solo ruolo era ed è spingere i bottoni per approvare le scelte altrui. Questa cosa, che con il più democratico Letta tutto sommato era meno cogente, è diventata imbarazzante regnante re Matteo. 
Alla fine Quagliariello, visti i risultati fallimentari di NCD, ancorché ora alleata coi resti dell'UDC di Casini (Area Popolare), a ogni tornata elettorale, l'irrilevanza assoluta nemmeno minimamente mascherata di tutti gli alleati di governo - che pure, senza di loro, cadrebbe subito, perché al Senato basta veramente poco perché la baracca salti - , ha deciso che la misura era colma.
I maliziosi, tra cui l'intervistatore del Corriere, Monica Guerzoni ( i giornalisti si ricordano il loro mestiere quando di fronte hanno figure in via di declino, facendo domande anche scomode, laddove se l'intervistato è un signore in auge, sono piuttosto genuflessi...) insinuano che magari c'entra anche il fatto che Quagliariello è uomo a cui fu tolta la poltrona ministeriale senza alcun risarcimento governativo (ché certo non può esserlo essere il portavoce di NCD ! ).
Molto probabile, anzi quasi certo, che se Quagliarello occupasse ancora il seggio ministeriale starebbe buono e zitto.
Però quello che dice nell'intervista è vero, a prescindere dalle ragioni personali per cui ha deciso di rompere con il governo Renzi. 
Ed è anche verosimile (il che non vuol dire che sia la verità) la spiegazione del perché ORA : le riforme sono state approvate, la crescita (molto timida, ma vabbè) è ripartita, l'emergenza è finita. I liberali non possono essere strutturalmente alleati del centro sinistra, tanto più per contare pressoché zero.
La sorte di NCD di fare la fine ingloriosa - e strameritata - di Futuro e libertà di Fini (spazzati via alle elezioni : gli italiani quando è il momento non sono del tutto stupidi) è certa, e la possibilità che l'Italicum cambi ancora, con apertura al premio di coalizione anziché di lista, è legata alla scoperta della propria debolezza ( il 41% delle europee aveva illuso tanti...) e al rischio concreto di perdere al ballottaggio coi grillini !!!
Ciò posto, Renzi sta valutando attentamente qual è il rischio minore, leggendo sondaggi che indicano come per il PD allearsi con gente come Alfano, per non parlare di quel personaggio oscuro di Verdini, potrebbe essere esiziale !




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«Ncd lasci Renzi o farò nascere un altro gruppo»


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 Il coordinatore di Ncd Gaetano Quagliariello lascia l’incarico e dice: «Mi sono dimesso da coordinatore per riportare un dibattito nel mio partito». E aggiunge: «Una storia iniziata coraggiosamente rischia di finire per esaurimento. Ncd lasci Renzi o farò nascere un altro gruppo».
 

ROMA 
 L’Ncd è a un passo dalla scissione?
«Mi sono dimesso da coordinatore per riportare un dibattito nel mio partito».
È ancora il suo partito?
«Una storia iniziata coraggiosamente rischia di finire per esaurimento — avverte Gaetano Quagliariello dopo lo strappo —. Rischiamo di disegnare la stessa parabola di Fli».
Il defunto partito di Fini. Alfano farà scongiuri...
«Un’area centrista e liberale non può ripartire da una posizione di governo obbligatoria. Per essere minoranza creativa bisogna prendersi dei rischi. Lo scenario è cambiato. La collaborazione tra centrosinistra ed eredi di una destra liberaldemocratica ha prodotto un governo di emergenza, per salvare il Paese e poi tornare a dividersi».
Invece Alfano governa con Renzi, mentre lei non è più ministro. È la sua vendetta?
«Il minimo sindacale è che i ministri siano scelti col concorso del partito che li esprime. Mi si può accusare di tutto, non di essere uno sprovveduto. Uno che vuole fare il ministro con Renzi, fa inaugurare la sua summer school da Letta?»
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No. Andrà a fare il docente alla scuola politica di Letta?
«È la mia seconda uscita di sicurezza (ride, ndr ). Ma la prima per l’Ncd è oggi, non dopo il referendum.

 Oggi il governo di emergenza diventa un’alleanza strategica. E non mi pare ci siano le condizioni di sistema, né di programma».
Difficile che Alfano lasci gli Interni per seguirla a destra.
«Probabile che non lo faccia, ma io credo di dover insistere.

 Renzi tende a tenere insieme il Pd e poi a sfondare sui moderati grazie alle sue capacità di comunicazione e proposta, progetto rafforzato dalla lobby parlamentare di Verdini».
L’Ncd rischia l’estinzione?
«La nostra area ne esce massacrata. Lo abbiamo visto plasticamente quando al Senato è passata la riforma, col sostegno decisivo di Ncd. Un’ora dopo, contro di noi sono state incardinate le unioni civili».

Pare una ritorsione, da cattolico. Ma Alfano plaude alle «riforme di centrodestra».
«Non mi convince. Sono le riforme di Renzi e lui giustamente le rivendica. Per guadagnare visibilità e unità non basta che Renzi alzi il contante da mille a tremila euro dimenticandosi di dire che è una proposta di Area popolare, come fece con il bonus bebè. Io avevo proposto di uscire dal governo, restando nella maggioranza delle riforme. Ora che le abbiamo portate a termine, uscire è ancora più urgente».
Paradossale, detto da uno dei «saggi» di Napolitano.
«Il voto sul ddl Boschi è la fine del periodo emergenziale. Se l’alleanza continua diventa strutturale, senza che ci sia nel sistema la possibilità di presentarsi assieme alle elezioni».
E se Renzi vi concede il premio di coalizione?
«Potrebbe concedercelo nel 2017. Ma allora sarebbe tardi e servirebbero gli archeologi per trovare gli elettori di Ncd».

Se Alfano non esce dal governo sarà scissione? Ed è sicuro che riuscirà a formare nuovi gruppi parlamentari?
«Seguo un percorso. La prima fase, quella del dibattito interno, voglio affrontarla senza la carica di coordinatore. Se non si sposta niente ognuno agirà di conseguenza e assumerà la proprie decisioni. Ma non è una cosa per tornare al passato e non si tratta di dire che abbiamo sbagliato».
Tornerà con Berlusconi?
«Noi abbiamo il merito storico di aver salvato il Paese (Niente di meno...NdC.) Ora siamo a un bivio, si tratta di capire se si può andare avanti insieme e se c’è qualcun altro che la pensa come me. Come io spero. In caso contrario, non è un obbligo continuare a fare politica».
Se fallisce lascia il Senato?
«Se non ci saranno forze sufficienti finirò la legislatura, poi farò altro. Io spero che ci sia un sussulto dentro Ncd. In secondo luogo, spero che qualcuno la pensi come me».
Il centrodestra può rinascere con chi ha dato del golpista a Napolitano?
«Se questo centrodestra non cambia profondamente è votato alla sconfitta. Berlusconi è una componente di quell’area, ma è impossibile ripensarla a partire dalla sua centralità».
Farà una sua lista elettorale, con Fitto e Tosi?
«Alle Regionali abbiamo preso il 4 per cento. Ma dove abbiamo fatto alleanze con Tosi e Fitto, abbiamo toccato il 19 per cento. Ora dobbiamo scegliere. O continuiamo su questa linea di ricerca, incompatibile con un ruolo di governo interpretato in modo soft, oppure abbracciamo un’alleanza organica con la sinistra, oggi impedita dalla legge elettorale. Rimanere in mezzo al guado è pura follia».
Roma sarà la prova generale del nuovo centrodestra?
«Alfio Marchini è il candidato naturale. E mi auguro che da Roma nasca un nuovo centrodestra. Questa volta, con la “n” e la “c” rigorosamente minuscole » .
 
 

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