lunedì 19 ottobre 2015

MOLLATA SULL'ALTARE. I GENITORI DECIDONO DI DESTINARE IL BANCHETTO AI POVERI SENZA CASA

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Ancora succede di essere mollati/e sull'altare.
Una volta leggemmo di uno sposo che, al momento del fatidico sì, disse invece no, aggiungendo come spiegazione a lei ma anche a tutti i presenti "il perché lo sapete bene tu e il tuo testimone di nozze...".
Dopodiché, siccome il pranzo di nozze era già pagato, lo scampato marito comunicò ai propri invitati che il banchetto ci sarebbe stato lo stesso per festeggiare lo scampato pericolo.
Oggi leggo su La Stampa questa notizia, dove i genitori della sposa abbandonata alla vigilia delle nozze (ma capiterà pure l'inverso immagino !) decidono di invitare i senzatetto al banchetto, ormai già pagato.
Un successone !
Pare che la sposina abbandonata non se la sia sentita di partecipare, troppo affranta. La madre conta di farle tornare il buonumore col viaggio di nozze, anche quello già pagato, e dove l'accompagnerà lei...
Qualche dubbio sugli effetti consolatori di simile soluzione ce li ho, però ammiro la genitrice, una che evidentemente non si perde d'animo.

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Scaricata all’altare, i genitori della sposa invitano i senzatetto al banchetto di nozze

 

«Mamma, mi ha lasciato, non ci sposiamo più». Queste le parole che Kari Duane, una signora di Sacramento, si è sentita rivolgere al telefono da sua figlia Quinn a due giorni dal matrimonio. Era tutto pronto: la cerimonia, i fiori, la musica, il menu, bevande incluse. «E adesso?», devono essersi chiesti mamma e papà Duane, pensando a tutti gli sforzi già riversati nell’impresa (oltre alla partecipazione emotiva e al conseguente choc per l’annullamento delle nozze, bisognava aggiungere 35 mila dollari per il rinfresco al Sacramento Citizen Hotel, uno dei migliori della città).

«Eravamo affranti per Quinn - ha detto Kari Duane - ma dopo aver comunicato a tutti gli invitati che il matrimonio non si sarebbe fatto io e mio marito abbiamo realizzato che il pranzo ormai era stato pagato». A quel punto l’idea: invitare i senzatetto della città a godersi un pasto a base di antipasti, insalata, cavolfiori, gnocchi, tranci di salmone al vapore, julienne di zucchine e altre specialità. Hanno messo cartelli per tutto il quartiere, la prima ad arrivare è stata una donna che viveva abitualmente in una catapecchia di fortuna insieme ad altri anziani, tutti troppo vecchi per trovare un lavoro e troppo poveri per pagare un affitto. «Quando l’ho vista arrivare - ha detto più tardi Kari Duane alle telecamere di Kcra News - mi sono detta che se anche fosse stata l’unica persona a venire, ne sarebbe comunque valsa la pena». 

Ma non è stata l’unica, piano piano la voce si è sparsa, e la sala del Citizen si è popolata di famiglie (molte afroamericane), anziani, persone sole. Rashad Abdullah è arrivato con la moglie e i cinque figli. Sono rimasti incantati davanti alle pirofile traboccanti di cibo fumante: «Quando stai attraversando un momento difficile, poter uscire e fare qualcosa di diverso con la tua famiglia, è da considerare come una vera benedizione». Sua moglie, Erika Craycraft, non ha smesso per un momento di pensare alla generosità dei Duane: «Proprio nel momento in cui hanno perso qualcosa di molto importante per loro, hanno scelto di dare tutto ad altri, un gesto davvero gentile».

Se per i 120 senzatetto, la giornata è stata fonte di una gioia indimenticabile, lo stesso non si è potuto dire per Quinn, la mancata sposa, che ha preferito restare a casa con qualche amica. «Sento una grande angoscia per lei, ma riuscirò a tirare fuori qualcosa di buono da tutto questo», ha detto l’infaticabile mamma Duane. Oltre al pranzo, il pacchetto comprendeva una quota della luna miele non rimborsabile: «Ce ne andiamo io e lei nel Belize».







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