Temo ormai di annoiare gli amici che mi leggono tornando a parlare dell'Italicum e del sistema elettorale. Sanno a memoria come la penso, avendo scritto più volte sull'argomento, commentando i vari pareri, in linea o contrari.
Però siccome, in occasione di elezioni negli altri paesi, di recente in Spagna, le cronache e i commentatori tornano ad occuparsene, capita che lo faccia anche io, chiedendo preventivamente perdono a chi, comprensibilmente, non ne può più.
Del resto, incidentalmente faccio notare come quest'anno i post del Camerlengo siano sensibilmente diminuiti, e questo dipende proprio dal fatto che, dopo quasi un lustro (a maggio prossimo saranno 5 anni dalla nascita del blog) e circa 1000 post l'anno, io da tempo ho scritto tutto quello che penso sugli argomenti di fondo : sistema politico, tasse, pianeta (in)giustizia, libertà e uguaglianza, garantismo... Ed è anche per questo che ormai da molto è stata adottata la formula dell'introduzione di articoli-editoriali "altri" : esprimo il mio commento, più o meno esteso, e propongo le notizie e/o le opinioni che ho trovato più interessanti.
Formula che mi sembra sia apprezzata.
Tornando all'Italicum, oggi ci torna su Angelo Panebianco, spiegando più estesamente perché lo ritenga il male minore.
Anche qui è un remake, ché il professore più volte in passato aveva espresso questo parere nonostante avesse riconosciuto subito che la nuova legge elettorale fosse un vestito cucito su misura del premier attuale ( nel post http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/04/la-legge-elettorale-non-dovrebbe-essere.html trovate il commento critico di Giacalone ) .
Peraltro, il sarto (D'Alimonte) probabimente si è sbagliato, ché se l'economia non migliora veramente, nel 2018 le possibilità che Renzi perda al ballottaggio (rischia anche di non arrivarci !!) contro Grillo oggi i sondaggi la danno come l'ipotesi più probabile...
Ecco, a Panebianco chiedo se veramente un sistema che consegni TUTTO il potere legislativo ed esecutivo ad una minoranza "più forte" e assolutamente radicale come quella degli ortotteri lo consideri un male minore...
Reddito di cittadinanza, no tav, invasione ancora più funesta dell'area pubblica... E tutto questo a quel punto senza più argini, come ancora oggi l'assenza di una maggioranza solida al Senato in un sistema bicamerale procura...
Panebianco ritiene tutto questo meno peggio dell'ingovernabilità proveniente da un sistema proporzionale puro, ma questa è l'unica alternativa perché così ha voluto renzino.
In realtà, anche i sistemi maggioritari veri che pure il putto fiorentino ha scartato coerentemente con la sua formazione democristomachiavellica, hanno i loro difetti, il che dimostra come la legge elettorale perfetta non esista. Però possono essere migliori e non è difficile trovarne rispetto a questa partorita dal giglio fiorentino.
In Gran Bretagna per esempio da sempre i liberali, nonostante spesso nelle elezioni - non le ultime - raggiungano percentuali di votanti significative (oltre il 10%), hanno poi una rappresentanza elettorale gravemente penalizzata(fino all'assenza !) dal sistema maggioritario uninominale, dove solo chi vince va in Parlamento.
In Francia accade lo stesso, e infatti il Front National della Le Pen , che pure ora sfiora il 30% dei votanti ed è il primo partito del paese, ha pochissimi deputati, nessuna regione...
Siccome questo succede non a scapito degli "amici", non ci pare male, ma Troia fu perduta dai miopi e sordi alle previsioni di Cassandra...
E così in Francia, se la Le Pen arrivasse al ballottaggio contro Hollande, potrebbe con buone possibilità contare sull'astensione dei repubblicani che, a differenza dei socialisti, non soccorrerebbero il "male minore" lasciando vincere una radicale di destra.
DI Grillo in Italia abbiamo già detto.
All'opposto, nella stessa GB è capitato, alle elezioni precedenti, che nessuna "minoranza forte" avesse ottenuto i seggi sufficienti per governare da sola e fu necessaria l'alleanza coi liberali. Non sono morti, anzi.
La stessa cosa è accaduta due volte in Germania e non vedo segni di ingovernabilità.
Certo, si può pensare che si tratti di paesi che hanno una rappresentanza politica meno infima della nostra (non ci vuole poi molto), però il principio non cambia ed è quello che esprimo da tempo : va bene il maggioritario, ok un sistema che cerchi di favorire la governabilità MA NON A TUTTI I COSTI.
Un consenso decente, una minoranza QUALIFICATA da un voto sufficiente degli aventi diritto al voto, chi vuole governare DEVE AVERLO.
E non può essere il 20% dell'elettorato !
Questo è quanto disse la Corte Costituzionale bocciando giustamente il Porcellum che non aveva soglie per far scattare il premio di maggioranza, e aggirare il problema col ballottaggio al secondo turno mi sembra una furbata che potrebbe nuocere assai a tutti noi.
La soluzione l'abbiamo ripetuta più volte : il premio opera ma a condizione che si realizzino condizioni accettabili di rappresentatività e non tout court. Quindi ok alla soglia del 40% e ok al ballottaggio MA SOLO se al voto partecipino almeno il 70% degli aventi diritto al voto. Se no si ripieghi su un premio al vincitore, che però non garantisca da solo la maggioranza assoluta, e questo cerchi le alleanze per governare.
A me sembra un buon compromesso e mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il Professor PAnebianco.
L’italicum è il minore dei mali
di Angelo Panebianco A nche se molti faticano ad accettarlo, la politica non ci mette mai o quasi mai nella condizione di scegliere fra il bene e il male. Nella schiacciante maggioranza dei casi, ci è data solo la possibilità di decidere quale sia, dal nostro punto di vista, il male minore e quale sia il maggiore. Non danno l’impressione di esserne consapevoli coloro che criticano l’Italicum, il sistema elettorale voluto da Renzi e già approvato dal Parlamento. Alcuni di questi critici (i quali sperano in una bocciatura da parte della Corte costituzionale) lo considerano un pasticcio e vorrebbero al suo posto un maggioritario con collegi uninominali. Questi critici hanno ragione nel ritenere i sistemi maggioritari (non entro qui nella disputa per iniziati su turno unico, all’inglese, o doppio turno, alla francese) decisamente migliori dell’Italicum. Ma hanno torto nel pensare che se
Ricapitoliamo brevemente le caratteristiche dell’Italicum. Si tratta di un (complicato) sistema «misto» che combina ripartizione dei seggi con metodo proporzionale, collegi plurinominali e doppio turno, con clausola di sbarramento, ballottaggio e premio di maggioranza.
La superiorità dei maggioritari classici rispetto all’Italicum è indubbia anche se non è sicuro che le ragioni qui addotte per sostenere tale tesi siano condivise dai suddetti critici. Se pensiamo che un sistema elettorale funzioni meglio o peggio non solo in virtù delle sue caratteristiche tecniche ma anche per come viene recepito e utilizzato dagli elettori e dai politici, allora possiamo comprendere quale sia la principale debolezza dell’Italicum e dove stia la superiorità dei sistemi maggioritari con collegi uninominali.
La debolezza consiste nel fatto che un sistema misto (una combinazione di elementi proporzionali e maggioritari), adottato in un Paese con un’antica e radicatissima tradizione proporzionalistica , non permette di seppellire tale tradizione, la mantiene viva e vegeta, e ciò ha effetti distorsivi, rende meno efficaci i marchingegni maggioritari previsti (clausola di sbarramento, ballottaggio e premio di maggioranza).
Nel periodo in cui restò in vigore (1993-2005) un altro sistema misto (maggioritario con collegi uninominali e lista proporzionale), la componente proporzionale residua ebbe potenti effetti negativi: impedì al Paese di perdere abitudini radicate, favorì i continui tentativi di forzare quel sistema elettorale in senso proporzio-nale.
In che cosa consiste la principale ragione di superiorità di un sistema maggioritario puro? Nel fatto che le persone, in poco tempo, si abituano ad accettare come «naturale» il fatto che il governo che esce dalle urne sia espressione di una minoranza (la minoranza più forte) del corpo elettorale. Poiché, salvo casi rari, è questo l’esito normale dell’operare di un sistema maggioritario.
Invece, dove resiste la tradizione proporzionalistica tante persone credono che un governo non espresso dalla maggioranza (o qualcosa che vi si avvicini) degli elettori — per il tramite di partiti che dispongono di una quantità di seggi proporzionale alla quantità di voti ricevuti — non sia realmente «democratico», e faticano a riconoscerne la legittimità.
Essendo un sistema misto, l’Italicum produrrà (in virtù della sua componente maggioritaria) governi di minoranza ma non potrà mai scacciare (in virtù della sua componente proporzionale) le abitudini proporzionaliste dei partiti. Né potrà mai togliere dalla testa degli elettori l’idea che un governo scelto da una minoranza non abbia tutte le carte democratiche in regola. Per questa ragione, si può ipotizzare che il carattere misto dell’Italicum ne impedirà il radicamento. Probabilmente, esso durerà quanto durerà la leadership di Matteo Renzi. Quando Renzi uscirà politicamente di scena, uscirà di scena anche l’Italicum.
Perché allora Renzi non ha scelto un maggioritario con collegi uninominali (a un turno o a due turni), perché ha optato per un sistema elettorale che certamente garantisce un vincitore (questo è l’aspetto positivo) ma che ha anche costi notevoli? Per due ragioni. La prima è l’allergia di tutto il Parlamento per i collegi uninominali: troppo rischiosi per i peones (si vince l’unico seggio in palio o si va a casa) e poco affidabili dal punto di vista dei leader (l’eletto in un collegio uninominale può più facilmente sfuggire al controllo gerarchico). La seconda ragione consiste in un calcolo, non si sa ancora se corretto o no: con l’Italicum non è soltanto probabile la vittoria di Renzi. Lo è anche la frammentazione, e quindi, plausibilmente, l’impotenza dell’opposizione.
Se abitassimo nell’«Isola che non c’è», dove ogni desiderio dei bimbi perduti si realizza, potremmo (anzi, dovremmo) sbarazzarci dell’Italicum e sostituirlo con un semplice, pulito, sano sistema maggioritario con collegi uninominali. Ma poiché viviamo nel mondo reale, dobbiamo tenerci stretto l’Italicum, il male minore.
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