domenica 24 gennaio 2016

IL GENEROSO PANETTIERE DI TORINO COSTRETTO A TOGLIERE IL CARTELLO CON CUI ANNUNCIAVA IL DONO DEL PANE

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In una domenica tutto sommato noiosa, particolarmente per me che non mi appassiono alla questione delle unioni civili , soprattutto per la piega troppo spesso da "derby" che questo tipo di vicenda prende (mi limito a dubitare sul solito "milione" in  piazza sparato dall'arcigay) , mi va di segnalare la dabbenaggine di due agenti della polizia municipale di Torino.
La premessa è che nel capoluogo piemontese c'è una panetteria che regala il pane rimasto invenduto nella giornata. Lo espone in un cesto e chi vuole può prenderlo, nella speranza è che chi può comprarselo lo lasci ai poveri...
Il bravo panettiere torinese non è l'unico ad aver adottato una simile iniziativa, ché anche qui a Roma ne ho sentito notizia e so per certo  avvine in altre città. Ciò non toglie che sia un bel gesto e i complimenti ricevuti, dal Sindaco e da altri, sono meritati.
Immaginate dunque lo stupore, amaro, quando il negoziante si è visto presentare due vigilesse che, nell'intimargli di togliere dei cartelli esposti sul piano stradale adiacente al negozio, hanno esteso l'ordine a quello che spiegava la generosa iniziativa


L'uomo, per evitare multe, ha obbedito ma non è stato zitto, e sono fiducioso che alle due agenti troppo solerti la pessima pubblicità derivante dalla loro iniziativa, qualcosa costerà...







 

Offre il pane ai poveri ma non lo può scrivere “Mi vogliono multare

Un barista: per i vigili il cartello è irregolare
Il bar panetteria aperto in via Saluzzo otto mesi fa da dicembre offre ogni sera il pane avanzato ai poveri, ma il cartello di avviso è stato fatto rimuovere dai vigili

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24/01/2016
 
 
TORINO
Il sindaco gli aveva fatto i complimenti, con una lettera datata 10 dicembre che ora è incorniciata alle pareti del negozio: «Voglio manifestarle la mia gratitudine e la sensazione di vicinanza umana che il suo gesto mi ha provocato. Sapere che ci sono persone che pensano agli altri è un conforto e ci fa sentire a nostra volta più forti». Fassino non era stato il solo a complimentarsi con Vincenzo Patitucci, che ogni sera, da due mesi, lascia fuori dal proprio bar-panetteria un cesto pieno di pane per i poveri. Un quartiere intero aveva applaudito il proprietario di «Parlapà», all’angolo tra via Saluzzo e via Petrarca.  

Venerdì mattina, però, la solidarietà di Vincenzo, 27 anni, si è scontrata contro l’inflessibilità di due agenti della Polizia municipale. Che, dopo aver visto sul marciapiede il cartello rivolto alle persone in difficoltà («Lascerò tutte le sere del pane in un cesto per chi ha bisogno»), gli hanno intimato di rimuoverlo: «Sta occupando abusivamente il suolo pubblico. Tolga subito da lì il cartello o saremo costrette a multarla».  

CARTELLI FUORILEGGE  
Nel mirino delle due vigilesse non è finito solo quel cartello. Ce n’erano altri tre, coloratissimi, sui marciapiedi intorno a «Parlapà», con i quali Patitucci provava ad attirare i clienti con offerte speciali per pizze e cornetti. Tutti fuorilegge, secondo le agenti, che hanno chiesto al titolare di appoggiarli alle vetrine. Cosa che Vincenzo ha fatto, risparmiandosi la sanzione: «In questa zona c’è poco movimento e portare avanti l’attività si sta rivelando complicato - spiega il proprietario del bar, a San Salvario da 8 mesi - . Lasciavo i manifesti sul marciapiede perché fossero più visibili: non sapevo fosse vietato».  

Per lo stesso motivo, Patitucci aveva appoggiato il suo il messaggio rivolto ai poveri accanto all’ingresso del bar, il punto più visibile: «È inutile lasciare qui il pane se nessuno sa che lo faccio», raccontava al nostro giornale un mese e mezzo fa. Il messaggio, evidentemente, non aveva i connotati della pubblicità. Né, di conseguenza, poteva rappresentare una forma di concorrenza sleale. Eppure è stato considerato dalle agenti alla stregua degli altri: «E allora l’ho tolto - dice Patitucci - . Cos’altro potevo fare?».  

LA RABBIA  
Dal comando centrale della Polizia Municipale si dicono all’oscuro della vicenda: «Cercheremo di capire che cosa sia successo». Parole che non attenuano l’amarezza del giovane barista: «Sono schifato. È incredibile che, di fronte ad un gesto simile, le forze dell’ordine ti mettano i bastoni tra le ruote».  
Non tutte, per la verità. Una settimana fa, quando le vetrine delle Poste di fronte al bar sono state vandalizzate, alcuni poliziotti hanno fatto colazione da «Parlapà»: «Hanno visto il cartello e mi hanno fatto i complimenti», dice Patitucci.  
Quelli di Fassino erano arrivati un mese prima, quando La Stampa aveva raccontato la storia di Vincenzo: «Nella foto pubblicata sul giornale si vedeva bene il punto in cui avevo lasciato il cartello - continua Patitucci - . Da allora, però, nessuno mi ha chiesto di rimuoverlo: non capisco il perché dell’accanimento delle due vigilesse». Con o senza cartello, comunque, Patitucci non smetterà di lasciare fuori da «Parlapà» il pane invenduto. Ciò che è successo non ha smorzato il suo desiderio di aiutare il prossimo: «Ogni sera, fuori dal negozio, ci saranno baguette, spaccatelle e rosette - assicura - . Fin quando me ne sarà data la possibilità, darò una mano a chi ne ha bisogno».

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