Cosa pensare della storia di questo signore, che, male che gli vada, se la caverà con un buffetto disciplinare, laddove la donna, vittima della sua prepotenza, sprezzante delle regole normative e di mera umanità, si è tolta la vita ?
Parlo del pm Giovannini, aggiunto procuratore di Bologna, sottoposto a procedimento disciplinare, che chissà se finirà con una sanzione, improbabile..., laddove Vera Guidetti, interrogata senza la presenza del suo difensore e trattata come una criminale (parole sue), si è tolta la vita.
Sicuramente persona molto fragile, ché se le conseguenze di interrogatori condotti con scarsa sensibilità umana (oltreché illeciti per violazione delle norme di procedura) fossero sempre così drammatiche, assisteremmo ad una strage, però certi pm dovrebbero pensare che, almeno nei casi di ipotesi di reati minori (qui immagino si potesse immaginare la ricettazione), non è il caso di allenarsi come se ogni volta si trovassero di fronte Riina o Provenzano ( senza contare che quantomeno le regole vanno rispettate sempre, e magari un giorno sapremo che con questi tipo di signori sono prudentemente cauti...).
Mi convinco sempre di più che dopo un certo numero di anni, in certi mestieri si dovrebbe passare la mano, cambiare lavoro. Si diventa troppo cinici, si vede il male ovunque, si è vittime di incrostazioni e pregiudizi. Lo vedo coi giudici dei minori, dove la sensibilità e la dedizione sono doti richieste in misura ancora maggiore del solito, e dove invece, gli "esperti", intendendo con questo termine quelli impancati da lustri nella sezione specifica, finiscono per trattare casi spesso drammatici come mera routine.
In penale non mi sembra che vada meglio.
"Gravemente violate le norme processuali": l'atto di accusa al pm Giovannini
di GIUSEPPE BALDESSARRO
Le accuse. Ed ecco il fatto: "A tal punto, nonostante la Guidetti - sequestratile tali oggetti - fosse stata invitata dalla polizia giudiziaria a nominare un difensore di fiducia, il dottor Giovannini, persistendovi nelle forme di persona informata sui fatti", successivamente "riprendeva in Questura l’esame della Guidetti, portandolo a compimento dopo due ore".
Per l’accusa "così operando, Giovannini ha gravemente e colpevolmente violato le norme processuali, per inescusabile trascuratezza verso le relative garanzie difensive a tutela dell’indagata". Altro elemento di contestazione è poi la circostanza secondo cui, dopo essere stata intercettata mentre parlava con Bonora in una saletta della Questura, le immagini furono mostrate alla farmacista "alla ripresa della verbalizzazione (...) con la Guidetti in evidente stato di agitazione". Un episodio che avrebbe "arrecato ingiusto danno alla Guidetti che, temendo per la sua reputazione a causa della particolare attenzione mediatica (che sapeva già) suscitata dalla vicenda, moriva suicida dopo aver cagionato la morte della madre".
Per l’accusa "così operando, Giovannini ha gravemente e colpevolmente violato le norme processuali, per inescusabile trascuratezza verso le relative garanzie difensive a tutela dell’indagata". Altro elemento di contestazione è poi la circostanza secondo cui, dopo essere stata intercettata mentre parlava con Bonora in una saletta della Questura, le immagini furono mostrate alla farmacista "alla ripresa della verbalizzazione (...) con la Guidetti in evidente stato di agitazione". Un episodio che avrebbe "arrecato ingiusto danno alla Guidetti che, temendo per la sua reputazione a causa della particolare attenzione mediatica (che sapeva già) suscitata dalla vicenda, moriva suicida dopo aver cagionato la morte della madre".
"Comportamento scorretto". L’atto di accusa vede poi nuovamente protagonista il magistrato di "comportamento gravemente scorretto nei confronti della dottoressa Morena Plazzi, sostituta designata per il turno esterno dell’11 marzo 2015". Informato dalla polizia giudiziaria che erano stati trovati i due cadaveri e che era stato trovato un biglietto "in cui si affermava “il dottor Valter Giovanini mi ha trattata come una criminale non credendo alla mia buona fede ed onestà”, si recava sul posto, senza neppure averne informato la Pm, e nonostante questa - quando Giovannini non era ancora arrivato all’abitazione - lo avesse raggiunto telefonicamente per avvertirlo del rinvenimento e dello scritto col suo nome". Così facendo si sarebbe "intromesso nell’attività spettante al pm".
Nessun commento:
Posta un commento