Bè come non dare ragione a Fausto Brizzi, regista e autore del nuovo film, presto nelle sale, titolato Forever Young e dedicato ai 50 enni odierni, giovani negli anni '80 e determinati a restare 20enni per sempre... : DATEVI PACE, la sua esortazione, che sottoscrivo.
Cercare di essere giovanili, curandosi fisicamente ed esteriormente oltreché mentalmente, è cosa buona e giusta. Ma imitare i figli, vestendosi e atteggiandosi come loro, è altro. Oltre al ridicolo, sempre in agguato, c'è pure il rischio di farsi male, sia emotivamente ( ché magari qualche giovane un po' crudele la verità te la dice ) che fisicamente (un bell'infartino mentre ci alleniamo per la maratona).
Conosco molti coetanei affetti da questa sindrome che non c'entra con Peter Pan. E' altra roba, e infatti tocca le donne quanto se non più dei maschietti.
Personalmente, credo che ogni cosa abbia il suo tempo.
Banale, ma probabilmente vero.
50 enni irriducibili
Sindrome da ex ventenni degli anni
Ottanta: faticano ad adeguarsi all’età che avanza «I segni del tempo vissuti
come perdita»
«Qual è il senso di questa storia? Beh, cinquantenni, datevi pace…». Fausto Brizzi (47 anni, esordì nel 2006 con Notte prima degli esami , manifesto di una generazione) non dice di più sul suo ultimo film, Forever young , che uscirà nelle sale il 10 marzo. Ma il messaggio è quello: un invito alla generazione degli ex ventenni degli anni Ottanta, ormai adulti maturi, a far pace con la propria età, a non fingersi eterni adolescenti un po’ appannati dal tempo che passa. Nel film, che Brizzi ha scritto con Marco Martani e Edoardo Falcone (prodotto da Wildside e Medusa Film, distribuito da Medusa) i protagonisti sembrano rifiutare l’anagrafe del 2016, rifugiandosi nei ritmi rassicuranti degli Anni 80 (si canta a squarciagola, girando dischi di vinile, Total Eclipse of the heart di Bonnie Tyler, del 1983) e inseguendo amori giovani: Giorgio-Fabrizio Bentivoglio è accasato con una splendida ventenne ma cede, quasi con trasgressione, alla sua coetanea Stefania-Lorenza Indovina, Dj Diego-Lillo (la metà di Lillo e Greg) pretende di restare deejay per ragazzini dopo trent’anni di attività (e considera «da malati» corteggiare le «anziane», che quindi hanno la sua età), Franco-Teo Teocoli si allena per la maratona nonostante l’infarto, Angela-Sabrina Ferilli ha una storia con un ventenne figlio dell’amica Sonia-Luisa Ranieri.
Si ride, certo, ma si riflette su un costume sempre più diffuso: l’incapacità di «diventare adulti», la percezione di restare «giovani per sempre», appunto «Forever Young». Non è difficile capire il perché, spiega Pierluigi Policastro, presidente della Sipap, Società italiana psicologi area professionale: «In una società in cui le aspettative di successo sono legate all’immagine esteriore e all’efficienza che si vuole ostentare davanti agli altri, le rughe e i segni del tempo che passa sono interpretati più come una perdita che come il grande arricchimento frutto dell’esperienza. Io stesso sono a un passo dai cinquant’anni e sto ritrovando i compagni di scuola su WhatsApp. C’è chi fatica ad accettare i cambiamenti legati all’età». Quindi ha ragione Brizzi quando invita i cinquantenni a «darsi pace»? «Certo. È molto sano valorizzare la condizione anagrafica ricordando quanto siamo fortunati: abbiamo una lunga attesa di vita. Appena pochi anni fa non era così. Il segreto è valorizzare le proprie risorse in modo coerente con l’età. L’amore con persone più giovani? Il bello è sempre bello, e può essere un gioco. Più difficile costruire una progettualità tra persone con età ed esperienze molto distanti».
Lo statistico e demografo Roberto Volpi colloca proprio negli Anni 80 l’inizio del rifiuto dell’età che avanza: «Comincia allora la formidabile applicazione della tecnologia e delle scienze alla vita umana. Penso alla medicina, alla biologia, alla genetica, ovviamente alla chirurgia plastica sempre più raffinata. Negli ultimi dieci anni l’aspettativa di vita si è enormemente ampliata. Oggi una donna di cinquant’anni può immaginare di viverne altri quaranta, di cui trenta in buone condizioni fisiche. È inevitabile che tutto questo porti all’idea di una gioventù perenne, fenomeno che investe ora proprio gli ex ventenni degli Anni 80». Fenomeno destinato a durare? «Dopo l’esplosione, ci sarà un assestamento, l’allungamento della vita diventerà una regola». E allora, per dirla con Brizzi, si farà finalmente pace con l’età che l’anagrafe ci ricorda nei documenti.
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