venerdì 27 gennaio 2017

SECONDO IL CORRIERE DELLA SERA, NESSUNA MAGGIORANZA POSSIBILE ALLA CAMERA. PERCHE' NON E' COSI'

Risultati immagini per italicum azzoppato

La fotografia proposta dal Corriere della Sera odierno in merito agli scenari post elettorali verosimili dopo la sentenza della Consulta che ha impallinato a morte il congegno dalimontiamo-renziano dell'Italicum non è esaltante : comunque vada, una maggioranza alla Camera non uscirà fuori.
L'analisi ha come presupposto il peso attribuito ai vari partiti secondo i sondaggi e i pronunciamenti dei rispettivi leader.
Da molto tempo tutti gli istituti di rilevamento attribuiscono a PD e M5Stelle un equivalente 30%, con oscillazioni, in più o in meno, di circa un punto. Entrambi sideralmente lontani da quel 40% che servirebbe per conquistare la maggioranza assoluta alla Camera.
Passando dai partiti alle liste, il PD chi potrebbe arruolare ? Se prende su Alfano, col suo scarso 3%, deve rinunciare all'eventuale formazione che forse Pisapia, successore dell'ormai bollitissimo Vendola, ex leader di Sel (che se non si è sciolta, presto lo farà), partorirà. E anche realizzando un'alleanza incestuosa con entrambi ( quelli dell'Ulivo fecero di peggio nel 2006 mettendo dentro veramente di tutto, coi bei risultati poi visti ) , sicuramente continueranno a restare sotto il 40%.
Un'alleanza PD Forza Italia prima delle urne ? Renzi e Berlusconi insieme NON come intesa post voto ma precedente ?
Fantascienza.
Così come lo sarebbe quella tra Grillo e Salvini.
No, non prevedo rivoluzioni pre voto.
La varie formazioni correranno da sole, e le alleanze possibili si vedranno DOPO, come avveniva nella Prima Repubblica.
A quel punto però, osserva appunto il giornalista del Corriere, NESSUNA combinazione immaginabile raggiungerebbe probabilmente la maggioranza assoluta della Camera, che necessita di 315 seggi...
Ecco, questo pronostico infausto non mi sembra così verosimile.
Le cd. Larghe Intese, con PD, Forza Italia, Popolari, viene immaginata con 305 seggi, 10 in meno dei necessari.
Non ne mancano tantissimi, probabilmente basterebbe un 2% di voti in più tra TUTTE le forze indicate (quindi Forza Italia che arriva al 15 anziché al 12,5, il PD al 32 anziché al 30, e così via), ed ecco che quei 10 seggi sarebbero raggiunti e superati.
Aritmeticamente vale anche per l'ipotizzata alleanza delle forze "anti sistema", M5Stelle, Lega e Fratelli d'Italia, cui la proiezione attribuisce 306 seggi.
Solo che se vedo difficili da digerire, specie per la gente di sinistra, le Larghe Intese (in fondo, in misura maggiore e poi minore, se le sono fatte andar bene per tutta questa legislatura) , la vedo ancora peggio per gli altri.
Al Senato gli scenari sono similari, col proporzionale puro, e visto che tanto anche alla Camera il premio di maggioranza, pure previsto, non scatterà, ché il 40%, lo ripetiamo, non è proprio alla portata di nessuno.
Grillo lo sogna, e mi ricorda quando lo ha fatto l'ultima volta : era il 2014, erano le elezioni europee. Finì con un divertente auto ironico video, con il comico che porta il maalox a Casaleggio...
Gli italiani sono arrabbiati, è vero, ma sono anche prudenti, e io ho fiducia che gli ortotteri non ce la faranno, né da soli e nemmeno con Salvini.




Il Corriere della Sera - Digital Edition

La Camera senza vincitori




 

Milano Il risultato di questa strana equazione è zero. Non c’è alcuna maggioranza. Si possono spostare numeri e simboli, sommare forze più o meno omogenee, comporre e scomporre coalizioni. Ma la soluzione è sempre la stessa: con questi numeri, gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto, e questo sistema elettorale, l’Italicum dopo la sentenza, ogni possibile alleanza resta sotto la soglia dei 315 deputati.

Per ottenere il premio elettorale alla Camera, dopo che la Consulta ha bocciato il secondo turno, c’è una sola possibilità: raggiungere il 40% dei voti. E nessuno, stando ai sondaggi, oggi si avvicina. Le alleanze andrebbero trovate dunque in Aula, dopo il voto. Ma anche qui, guardando la simulazione Ipsos per il Corriere , non è semplice.

Un’alleanza «neo ulivista», con il Pd che guarda a sinistra, si fermerebbe a 223 deputati. Sempre restando sui grandi classici, non si sa se ancora attuali, per il centrodestra più largo possibile è ancora peggio: 211. E le larghe intese, di cui si sente parlare come possibile scenario post-elettorale? Mettendoci dentro tutti, tranne i nemici dichiarati, raggiungono quota 305 deputati. Uno in meno di un ipotetico fronte «anti-sistema» che veda insieme Lega e Fratelli d’Italia con i 5 Stelle. Ipotesi di scuola, visto che Beppe Grillo ha sempre escluso alleanze, ma significativa: sarebbero proprio queste formazioni a essere maggioritarie in Aula.

C’è un altro scenario, disegnato da Ipsos: che un partito oggi al 3% (come Si) resti sotto lo sbarramento. Gli altri ne guadagnerebbero, in termini di seggi, ma nessuna alleanza sarebbe comunque oltre quota 315 se non la «non coalizione» Lega, FdI, M5S.

Questi numeri riguardano solo la Camera. A metterci dentro anche il Senato, con un sistema ancora diverso, l’equazione rischia di diventare impossibile.

Renato Benedetto



Nessun commento:

Posta un commento