venerdì 10 febbraio 2017

LE PAROLE STOLTE DEL CALCIO. HA RAGIONE GASPERINI : COME IL COLOSSEO

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Una settimana faticosa quella post Juve Inter, con i nervi scoperti degli interisti a fine partita - ma almeno con l'alibi della stanchezza, la delusione, l'adrenalina - e le tante, troppo parole "inopportune" ascoltate dopo, dirigenti juventini compresi.
Marotta che parla della cultura della sconfitta... Peccato che il mantra societario è quello bonipertiano : vincere è la SOLA cosa...
A molti tifosi piace, a me no, ma a parte i gusti, mi pare ci azzecchi poco con quel tipo di cultura cui accenna il DS, a meno che non riguardi solo gli ALTRI.
E John Elkan, che pure sembra un giovanotto sensato ? Era proprio indispensabile chiosare "eppure dovrebbero essere abituati (a perdere intendeva, ovviamente) " ?
Io parlo dei "miei", e mi prenderò, as usual, le critiche degli amici juventini, sarebbe bello che gli altri parlassero dei "loro".
Sconcerti fa un'analisi corretta, che riporto, e che condivido.
Juve Inter è stata una partita combattuta, alcuni l'hanno trovata anche bella (non quelli che vedono la Premiere League, ma è altro discorso), dove la prima ha vinto probabilmente meritando, e la seconda se avesse pareggiato non avrebbe rubato niente, ancorché mai troppo concretamente pericolosa.
Ebbene di tutto questo non è rimasto nulla.
Ha ragione Gasperini,il Mister dell'Atalanta, che paragona il calcio al Colosseo : «Vero. Predico bene e razzolo male. Riconosco il mio difetto, ma il calcio è il nostro Colosseo, tira fuori istinti eccessivi e a volte ti fa sclerare. Lo vedi anche in tribuna con gente insospettabile. Perciò dobbiamo lavorare tutti per ritrovare serenità».
Conosco tante, troppo persone "insospettabili" come le descrive l'allenatore bergamasco.
E poi naturalmente ci sono i dementi, anche tra i calciatori, e così eccoti il tatuatissimo Naingolan ( a suo tempo indiziato per maltrattamenti alla moglie, ricoverata con 20 giorni di prognosi,   un bel tipo non c'è che dire ) che per farsi bello coi suoi tifosi esterna il suo "odio" per la Juventus. Usa proprio questa parola : ODIO.
I motivi sono i soliti : ruba, ha i rigori a favore (se è per questo, quest'anno la sua squadra ne ha avuti 10, alcuni piuttosto generosi, e siamo a metà del campionato ;  Juve e Napoli, per dire, sono fermi a 2, eppure anche loro, specie i secondi, nell' area avversaria ci stanno spesso ), gli arbitri parziali...
Ma fin qui, repertorio noto.
La novità è l'uso di una parola forte, violenta come ODIO.
Uno dirà, con qualche ragione, che si tratta di un calciatore, oltretutto tra quelli più ruspanti, l'uso delle parole non è necessariamente accurato, figuriamoci se poi sta parlando con degli ultrà.
Però anche un calciatore dovrebbe, alla fine, essere un uomo di sport, e certe cose non le dovrebbe nemmeno pensare.
A freddo poi, non alla fine di una partita tirata !
Battaglia non persa, la mia, persissima.


Il vero errore insabbiare
Juventus-Inter sotto le parole

I nerazzurri hanno un atteggiamento elettrico perché è quella tra le due che deve giustificare un’inferiorità. Ma è la massa di tifosi che crea la sudditanza

(Ansa) (Ansa)
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Vista da fuori questa polemica tra Juve e Inter appare vuota e un po’ sfacciata. Vuota perché la partita è stata fondamentalmente regolare, nessuno ha avuto la sensazione di qualcosa di guidato, l’Inter ha giocato a tratti anche bene, ma ha perso per un tiro da trenta metri contro una squadra fondamentalmente migliore.
Sfacciata perché parlano di miserie le due squadre più ricche e benvolute d’Italia.
O davvero si pensa che uno di Torino, Genova, Firenze, Roma, Pordenone ritenga l’Inter da sempre martirizzata dagli arbitri, fuori dall’ambito del potere? Provate a chiedere.
L’Inter ha un atteggiamento elettrico perché è quella tra le due che sta perdendo di più, deve giustificare un’inferiorità. La Juve ha l’arroganza di chi comanda da cento anni e sente giusto solo quello che pensa. Hanno tutti torto o tutti ragione, non è un problema, ma è comunque un problema tra ricchi, portato avanti con l’esagerazione dei ricchi, l’eterna presunzione d’innocenza.
La vera particolarità di Juve e Inter non è la bontà d’animo o un’onestà cristallina, è avere alle spalle due popoli enormi, una massa critica commerciale quasi infinita. È la massa che crea le buone ragioni, ed è la massa che crea le sudditanze.
Sì, chiedo scusa, ma viste da fuori queste nuove piccole beghe di metropoli sono autoreferenza, tempo da perdere. Con un po’ di calma è evidente che Chiellini non batteva la punizione, che Mandzukic è arrivato prima sul pallone ma poi si attacca a Icardi. Si può dare il rigore ma anche no, e allora?
Succede anche a Reggio Calabria e non lo sa nessuno. Come è evidente sia fuori tempo Elkann nel riaccendere la questione, una battuta ingiusta e infelice. Vista da fuori, il comportamento corretto è quello di Moratti che applaude il silenzio di Zhang.
Ma è un po’ tardivo, arriva dopo due squalifiche di giocatori interisti e quattro giorni di battaglie mediatiche, tutti ormai hanno già detto tutto e soltanto dell’arbitro. Di calcio nemmeno l’ombra. Anche questa è una prepotenza, una vera grande censura. Si è insabbiata la partita sotto le parole.

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