mercoledì 7 marzo 2018

SALVATE IL SOLDATO RENZI

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Renzino mi fa tristezza.
Sarete sorpresi, visto che negli anni su questo blog le critiche, ora sarcastiche, ora dure, non gli sono state risparmiate. 
Eppure, la parabola così vertiginosa di un uomo in ascesa dal 2012 (le Leopolde, la sfida, persa ma con risultati significativi utili per pensare alla rivincita, come poi avvenuto, contro Bersani), vittorioso nel 2013 (segretario PD, stracciati Cuperlo e Civati) e trionfante nel 2014 (presidenza del Consiglio e 41% clamoroso alle Europee), non può non colpire.
Conosciamo la caducità delle umane cose, ma dal "moriremo renziani", paventato (o auspicato, a seconda dei fronti), al politico finito che oggi sembra essere Matteo ce ne corre, e in solo 4 anni.
Quello che doveva essere il successore di Berlusconi come dominatore della scena politica italiana, non è durato nemmeno un lustro, mentre il Cavaliere ha occupato la scena per un giubileo (ancorché con alterne fortune). 
Andando a vedere un po' più da vicino le cose, si possono fare diverse osservazioni, senza certezza di arrivare ad una sintesi esplicativa certa.
Renzi probabilmente comprese meglio di altri che la sinistra radicale, dura e pura, era in crisi irreversibile. 
Oggi gli si rimprovera, inevitabilmente, di aver sprofondato il PD sotto la soglia del 20%, e la debacle fa rumore. 
Ma la batosta presa dagli scissionisti che, unitisi con i successori di Sel e arruolando altri cespugli sparsi, arrivano a stento al 3%, confermano che la sinistra storica non ce la fa più, come del resto si vede in Francia, Spagna, Germania.  
Questo Renzi l'aveva capito bene e per tempo. 
Però, alla luce di quanto poi si è visto, il suo tentativo di trasformare il Partito Democratico, da formazione politica a trazione principalmente sinistrorsa (del resto i DS rappresentavano il 20% mentre la Margherita, gli ex DC cattoriformisti, pesava il 10) , in un partito Liberal, modernizzatore, senza ossessioni fiscali, era velleitario. 
Non per la resistenza della classe dirigente, del suo partito, che gli ha sempre fatto la guerra (finora perdendola, ma le batoste elettorali faranno il lavoro) , ma perché l'Italia non è moderna e non è Liberal (tantomeno liberale, ahimè ). 
Lui ha provato a fare a spallate, forte di una maggioranza parlamentare regalata dal Porcellum (Bersani nel 2013 prese meno voti di Grillo, in Italia, poco di più col voto estero, e la sua coalizione si fermò al 30%, che pure bastò per blindare Montecitorio. Gli andò male perché al Senato la legge funzionava su base regionale e non riuscì a ripetere il colpo) e dalla "responsabilità" di parlamentari pronti a tutto pur di non perdere le poltrone (mai come nella legislatura appena conclusa la transumanza e i cambi di casacca sono stati così numerosi...).
In questo modo, con ripetuti voti di fiducia,  ha fatto alcune  riforme positive, ancorché parziali, si è eletto il presidente della Repubblica che voleva (e adesso lo critica perché ha difeso la legislatura impedendogli il voto anticipato) , si è fatto la legge elettorale che pensava cucita su di lui (l'Italicum, che invece avrebbe fatto vincere, senza se e ma, i grillini, poi per fortuna bloccata dalla Consulta), e, last but not least, la riforma costituzionale, a colpi di fiducia, poi clamorosamente bocciata dal referendum.
Se guardiamo alle elezioni politiche non interne al PD, Renzi, dal 2013, anno in cui diventa capo del PD, vince solo - trionfalmente, di lì il delirio di onnipotenza, già latente nel personaggio - le europee del 2014. Poi perde sempre, con i botti di Roma e Torino lo scorso anno (della catastrofe referendaria abbiamo più volte detto) e la Caporetto di domenica. 
In realtà, nell'Italia della crisi, della difficoltà a mantenere  intatto il welfare sprecone e ladro (quante false pensioni di invalidità? quanti disoccupati che lavorano in nero ? quanti sprechi nella sanità ? quanti posti di lavoro, con relativi stipendi, tenuti in piedi senza redditività ? ) , della fine del benessere facile, favorito dalla spesa pubblica ancora più facile, dell'occhiuto controllo europeo, una modernizzazione che passi per riforme anche severe non è possibile.
Il ceto moderato, impoverito, non lo accetta, figuriamoci se lo possono accettare i ceti più popolari ed in difficoltà. 
E infatti il reddito di cittadinanza aiuta i grillini a fare il boom a Sud, assistenzialista più che mai, mentre i temi di sicurezza, anti immigrazione, e anche, perché no, la speranza di un bel condono fiscale (più che la flat tax, a cui pochi credono) premiano Salvini al Nord.
Il realismo di Gentiloni e degli altri ministri non scalda i cuori, e il concetto di serietà e responsabilità pure propagandato da Renzi non trova orecchie sensibili. 
Al di là del sogno infranto di "evolvere" il PD, pesa, a mio avviso, la sconfitta storica del centro.
Un tempo era l'ago della bilancia delle elezioni.
Oggi no.  Il PD e Forza Italia, le forze che più hanno usato toni moderati, hanno preso insieme il 33% dei voti. Se ci aggiungiamo i cespugli centristi, si arriva a 35, e se ci mettiamo pure i radicali, unici alfieri dell'Europa comunque, il 38.
Il resto, quindi più del 60%, è andato stavolta alle "ali", con ortotteri a sfiorare il 33%, la destra di Lega e Meloni il 22% (poi ci sono liberi e belli col 3, pure potere al popolo con l'uno...). 
No, in questa Italia, arrabbiata per i benefits persi, Renzi non poteva vincere. 
E l'alleanza Renzi - Berlusconi, l'inciucio temuto (e auspicato, da Europa e responsabili, quelli veri), non sarebbe stato facile, specie per le anime belle che comunque continuano a popolare i democrats, anche al netto dei massimalisti usciti o rimasti. 
Forse con altri leader ? Chissà.
Certo Berlusconi ha chiuso, con il sorpasso di Salvini, e tenuto conto che ad 81 anni e 24 di esposizione politica, non può più avere vis attrattiva.
Credo che anche Renzi abbia concluso. Nel PD è morto, e non credo se lo farà certificare alle prossime primarie congressuali, che comunque prima o poi dovranno essere fatte, dopo 'sta botta. 
Farà un partito suo ? Lo poteva forse fare nel 2012, dopo la sconfitta con Bersani, quando comunque era considerato un astro nascente.
Ora la stella si è spenta.
Veramente, anche se l'uomo non è sincero quando lo dice, gli resta solo di fare il senatore di Impruneta e Scandicci.
Sapete, un po' mi dispiace (mentre per i suoi megafoni, Lotti, Bonifazi, Guerini per non parlare della Boschi, sono FELICE) : il personaggio, inizialmente, non aveva cattive idee.  
Le ha dovute annacquare nel corpaccione piddino.
E poi, signori miei, che carattere di m.....!!
Renzino, come concludere ?  Ti auguro che questa analisi, specie nelle conclusioni, si riveli errata, e tu risorga, come la Fenice. Non sei simpatico, ma rispetto a D'Alema, Rossi, Emiliano...meglio tu !
Al tuo padre spirituale è riuscito varie volte, rinascere dalle tue ceneri, chissà che anche tu non riesca.

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