sabato 28 maggio 2011

LA DELUSIONE GALIMBERTI

Luca Sofri, nel suo bel libro più volte citato  e suggerito, "UN grande paese", afferma un concetto per me ostico. Il passare oltre la biografia di chi dice cose giuste. Insomma, la negazione del diffuso e direi elementare principio che non basta predicare bene se poi si razzola male. Sorprendentemente Sofri contesta questa regola e sostiene che una buona "predica" vale comunque, e pazienza se chi la fa non è poi coerente. Addirittura cita Gesù che invitava i discepoli a seguire le predicazioni dei sacerdoti nel tempio. "Fate quello che dicono, NON quello che fanno". Bé certo, si è preso un "testimonial" mica male per la sua idea....
Però a me continua a non andare giù. SI d'accordo, se una cosa è giusta lo è a prescindere dalla condotta di chi l'afferma. E' giusta in sé. Fin qui ci arrivo. Ma come si può negare che la forza di quella predicazione perda vigore se PER PRIMO colui che la divulga poi non ci si attiene ? Non verrà il dubbio, quantomeno, che seguirlo quell'insegnamento sia troppo difficile ?! Se Gesù avesse detto  : porgi l'altra guancia...e poi ogni volta (una sola vabbé..."perdoniamolo" ) piazzava il casino fatto nel tempio ?
Quindi caro Luca su questo resto un po' della mia....l'esempio , il razzolare, è IMPORTANTE.
E quindi vengo a Galimberti. Filosofo e psicologo, io ho letto suoi vari libri e mi sono piaciuti. Apprezzandone gli scritti, istintivamente apprezzavo l'uomo, che spesso si è erto a pedagogo di eticità.
Scoprire che Galimberti è stato accusato nei suoi scritti di copiare e plagiare...non è stato bello.....
La polemica è vecchia ma l'ha ripresa recentemente Pierluigi Battista sul Corriere della Sera che prendendo a pretesto la presentazione dell'ultimo scritto del "Nostro"  così annotava :
"Ma insomma , nel suo libro intervista autobiografico Il viandante della filosofia Umberto Galimberti avrebbe potuto pur dedicare una parola, una parola soltanto al suo modo di scrivere , di riprendere i pensieri altrui, di (non) usare le virgolette regolamentari nelle citazioni , di (non) menzionare le fonti cui generosamente attinge per confezionare libri di grande successo. ...avrebbe potuto precisare il proprio pensiero sui limiti che dovrebbero necessariamente vincolare la logica dei prestiti culturali , affinché i prestiti non si trasformino in indebite appropriazioni . Avrebbe potuto, ma non ha voluto. Silenzio. Silenzio abissale, profondo m carico di destino." Battista spietato prosegue nel citare quei giornali ma soprattutto il libro (UMBERTO GALIMBERTI  E LA MISTIFICAZIONE INTELLETTUALE di Francesco Bucci) in cui sono riportate le pagine e pagine di "prestiti" non dichiarati di cui il maestro abbondantemente fruisce nei propri scritti. E così si arriva alle accuse di "plagio" provenienti da studiosi prestigiosi come Salvatore Natoli. Si capisce il disagio e il rifugiarsi nel "non cale" ma non si può non concordare col Battista Maramaldo che conclude :
" ...chi s'impanca a maestro di etica dovrebbe essere in grado di superare difficoltà e imbarazzi. Rispondere umilmente alle domande più feroci e non assumere l'aria di chi ritiene quelle domande un oltraggio al proprio piedistallo. Questo sì, che sarebbe moralmente "superiore". 
Caro Luca, secondo me ha ragione Battista....

1 commento:

  1. Ho trovato a dir poco curiosa se non indigesta la teoria di Sofri circa il fatto che se le idee sono giuste chiunque, a prescindere dalla vita che ha condotto e che conduce, può farsene portatore e sbandieratore.
    Non riesco a condividerla.
    Provo, ma non ci riesco.
    Per un motivo banale: le idee sono partorite da menti, cioè uomini. Sono il prodotto astratto di persone che vivono e lavorano in una società ove vigono delle leggi, per così dire, sostanzialmente universali.
    Fra queste ultime compare certo il riconoscimento che la violenza sessuale è un reato come anche la corruzione. Ora, se un filosofo come Galimberti copia e per giunta a seconda del libro che in un certo momento sta scrivendo propende per un pensatore o per un altro entrando in palesi e ripetute contraddizioni, istintivamente mi riuscirà difficle stimarlo come persona. potrò continuare a ritenerlo una persona arguta, colta ma ai miei occhi ha perso mordente. Di più. Ha perso credibilità Eh sì perché l'accusa che grava su di lui non riguarda follie con escort, uscite con traverstiti o altre cose simili (DEL TUTTO IRRILEVANTI A MI AVVISO), concerne invece un punto nodale dell'onestà intellettuale. Se sono un intellettuale e non un quaraquaqua dovrei apprezzare la cultura, tramanarla correttamente e rispettarla.
    Se m'imbevo dei pensieri degli altri sono un intellettuale colto, se so partorire dei pensieri MIEI, sono un intellettuale geniale. Se scopiazzo come il più banale dei liceali di qua e di là senza citare le mie fonti ma anzi contraddicendomi continuamente, perdo la mia identità di intellettuale. Ne faccio scempio. Distruggo la mia essenza. Per me è grave, altro che escort, doppia moglie.
    E' come tradire la mia stessa natura.
    Vorrei quindi replicare questa banalità di cui proprio non riesco a liberarmi - aiutatemi voi, se potete :-), a Sofri: contano le idee, certo; le idee di Galimberti rimangono pensieri profondi, sagaci, illuminanti MA Galimerti è un ladro. Di idee. La coerenza e la pertinenza veicolano bene le idee (o si tratta addirittura di un legame a filo doppio?). Se la Mastracola venisse, per assurdo :-), accusata di assenteismo e di essersi data malata troppe volte, non cadrebbe la sua riflessione coraggiosa e controcorrente sulla scuola perché le sue idee sono giuste - almeno dal mio punto di vista - ma la Mastracola non dovrebbe più ergersi a testimone di quelle idee e TACERE perché l'insegnante non fa sega a scuola.
    A scuola si va per studiare, gli intellettuali scrivono e citano ma senza scopiazzare, i paladini della giustizia non possono esser corrotti, i paladini della famiglia sposati con figli e autori di celebre album fotografico con figli vestiti di candido bianco al fianco di amorosa moglie non possono fare orge con chi capita. Invece un politico democristiano può divorziare e riformarsi una famiglia. Sarebbe meglio di no, ovviamente. Ma chi siamo noi per giudicare quale inferno fosse la sua vita in famiglia?
    Sono banale? Sì, lo so
    Smentitemti, convincetemi che, se ben argomentate e presentate, le IDEE possono uscire dalla bocca di chiunque!!!
    Sofri non mi convince

    L'OTTAVO RE DI ROMA ( 30 MAGGIO 2011)

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