venerdì 17 giugno 2011

GRECIA E DINTORNI : OTTIMISMO CONTROCORRENTE

IL mio amico e a volte lettore Gianluca Rubeo, mi invia ogni settimana l'articolo scritto da ALESSANDRO FUGNOLI un analista finanziario che non ho la competenza per dire se bravo o meno ma che sicuramente ha il pregio della chiarezza e anche della piacevolezza nello scrivere. Quello che segue è l'ultimo articolo da lui scritto sulla Grecia (le sottolineature sono le mie, come di consueto).
Io seguo con molto interesse la Grecia.  Qualcuno ricorderà il bel film "MEDITERRANEO"..., di Salvatores. premio oscar nel 1992 .  La gente nell'isola , nel socializzare con i non troppo agguerriti soldati italiani ripetevano spesso il motto "una razza una faccia". Insomma, ci assomigliavamo, noi e loro, e ciò dimostrava un'origine comune.
Ecco, quando vedo il casino greco, mi ricordo questa cosa, e un po' di timore ce l'ho.....
Buona lettura 


La Grecia che non rispetta gli impegni, rifiuta l’austerità, scende in piazza, lancia le molotov, assedia il parlamento, la Grecia in cui l’opposizione soffia sul fuoco e il governo è ormai arrivato al capolinea sembra a tratti il perfetto punto d’Archimede sul quale poggiare la lunghissima leva con cui non sollevare, ma rovesciare in rapida sequenza la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna, l’Italia, l’euro, l’Europa e l’economia globale. Ciliegina sulla torta, nelle stesse ore l’Irlanda si dichiara pronta a coinvolgere gli obbligazionisti senior di una sua ex grande banca nella ristrutturazione del debito, violando un tabù che in teoria apre le porte a una rivisitazione dello status di tutta la  carta bancaria europea.
Prima di iscriversi alla Mars Society ( N.d.r. Fugnoli si riferisce alla fantasia degli anni 50 di farsi ibernare e spedire su Marte, per starsene un po' al sicuro intanto che il mondo magari migliorava...) , prima di darsi seriamente all’assenzio o all’etere e, soprattutto, prima di liquidare portafogli pazientemente assemblati, consideriamo però alcuni fatti.
scontri ad Atene 
 Il dissenso di piazza in Grecia è sempre esistito, così come ha sempre avuto un certo spazio una sua frangia violenta. Venticinquemila persone in corteo ad Atene equivalgono poi, per una manifestazione nazionale, a centomila a Roma. Un numero rispettabile, ma non oceanico. Troppo poco per dire, come invece fanno in tanti, che i greci rifiutano l’austerità. Quasi 12 milioni, del resto, non erano in piazza.
2) Nei giorni scorsi Antonis Samaras, il leader di Nuova Democrazia, ha fatto un giro per l’Europa e ha incontrato Barroso e altri leader del Partito Popolare Europeo, di cui ND fa parte. Samaras ha esposto la sua linea di non collaborazione gratuita con il Pasok e di richiesta all’Europa di rinegoziare e alleggerire il programma di austerità di 15 punti di Pil in quattro anni (la manovra di Amato per entrare nell’euro fu di 0.8 punti e ce la ricordiamo ancora). Samaras è un economista che viene da Harvard, non è Masaniello. Bene, con stupore compiaciuto di Samaras, i leader del Ppe, lungi dall’invitarlo ad appoggiare Papandreou accettando l’austerità europea, gli hanno espresso comprensione. A posteriori possiamo quindi dire che la possibile formazione di una grande coalizione sulla base di una revisione degli accordi con  l’Europa, che ha colpito i mercati come un fulmine a cielo (quasi) sereno, è già nelle cose, come ipotesi, da alcuni giorni.

3) Prima di questo fulmine, ci stavamo tutti preparando al voto del 28 giugno in cui il parlamento greco avrebbe dovuto approvare il piano per i prossimi anni. Papandreou era ormai sul punto di non farcela e non è bello immaginare la reazione dei mercati all’eventuale bocciatura, naturalmente tra tumulti di piazza ripresi dalle televisioni di tutto il mondo, di un programma così faticosamente messo insieme dall’Europa. Se adesso dovesse effettivamente formarsi una grande coalizione (prima o dopo un passaggio per le urne), il programma modificato passerà, sia pure annacquato. Non è una notizia cattiva, soprattutto se si considera che ai 15 punti in quattro    anni non credeva più nessuno da tempo.
4) Ci sono state, in dicembre, elezioni in Irlanda e per settimane ci siamo sentiti dire che l’opposizione, una volta al governo, avrebbe ripudiato la linea di austerità. Non è stato così. Anche in Portogallo ci sono appena state le elezioni e anche lì abbiamo ascoltato tutti i timori possibili su Passos Coelho che non avrebbe proseguito sulla linea di austerità di Socrates. Non è stato così e non sarà così nemmeno in Grecia, molto probabilmente

5) Con tutto il rispetto per la Grecia e per la sua importanza, in un altro paese con i conti ancora peggiori (già adesso sul disavanzo primario e fra pochi anni anche sul debito) si sta facendo in queste ore qualche progresso. Parliamo degli Stati Uniti, dove le discussioni tra repubblicani e democratici procedono meglio del previsto e potrebbero portare nelle prossime settimane a risultati non disprezzabili. Non siamo ancora, sia chiaro, alla definizione di un programma strutturale di risanamento, ma non vedremo nemmeno solo cerotti posticci. Il catorcio dei conti pubblici che stava andando velocemente in pezzi verrà revisionato e rimesso in condizione di durare ancora qualche anno. Dopo le presidenziali dell’anno prossimo si farà, augurabilmente, qualcosa di ancora più serio, ma adesso, quanto meno, ci si sta mettendo sulla strada giusta.

Insomma il buon Fugnoli ci dà parole di speranza. Peccato che nel 2007 non vide, lui come tutti, l'uragano che ci avrebbe travolto e ancora ci fa male....Però, visto che non l'aveva visto nessuno o quasi...che dire ? Speriamo che stavolta il suo cauto e ragionato ottimismo sia azzeccato ! 


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