mercoledì 27 luglio 2011

BUONE NOTIZIE.........:((((((((((


BARAK OBAMA
I CITTADINI USA INTASANO LE LINEE TELEFONICHE DEL CONGRESSO PER FARE PRESSIONE SUGLI ELETTI
Debito Usa, è stallo. Crollano le Borse
Milano cede il 2,8%, spread in forte calo
Crescono i timori di un default americano. Piazza Affari in forte ribasso, i titoli bancari tra i peggiori
MILANO - I mercati non accolgono con favore lo stallo nelle trattative per l'innzalzamento del tetto del debito Usa. Dopo due sedute negative, i principali indici europei sono partiti in rosso anche mercoledì. Piazza Affari ha avviato le contrattazioni con l'indice Ftse Mib in flessione dello 0,87%. Nel pomeriggio, l'andamento degli indici è peggiorato, fino a sfiorare un calo del 4% a poco più di un'ora dalla chiusura, per poi attestarsi a un calo del 2,81% alla campanella.

LA PEGGIORE D'EUROPA - Piazza Affari è risultata ancora una volta la peggiore del lotto europeo, penalizzata dai titoli bancari e dall'andamento delle contrattazioni a Wall Street, dove a metà giornata il Dow Jones cede lo 0,88%, mentre il Nasdaq è in calo dell'1,71% e lo S&P 500 perde l'1,24%. Tornando all'Europa, Francoforte ha perso l'1,25%, Parigi l'1,40% e Londra lo 1,14%. In pratica, il clima sui mercati è tornato molto simile a quello che si respirava prima del Consiglio europeo del 21 luglio, in cui pure era stato sbloccato il piano di salvataggio da 109 miliardi per la Grecia ed era stata «promossa» la manovra finanziaria varata dal governo italiano.
BTP SOTTO PRESSIONE - Al contempo i titoli di Stato sotto pressione sul mercato obbligazionario. Lo spread di rendimento dei decennali italiani ha toccato il massimo di seduta nei confronti dei titoli tedeschi di pari durata a 312 punti.  

GRECIA ANCORA BOCCIATA - Nel frattempo, a rendere il clima sui mercati ancor più pessimistico, Standard & Poor's ha provveduto a tagliare il rating della Grecia a «CC», portandolo a due soli gradini dal livello «D» che indica il default. Le prospettive sono negative. Lo annuncia in una nota l'agenzia di rating, che in precedenza assegnava ad Atene il voto «CCC». Nel comunicato l'agenzia spiega che il piano di ristrutturazione del debito del paese, varato la settimana scorsa dalla zona euro, corrisponde a un «default selettivo» e che le opzioni, concesse ai creditori privati, di swap dei governativi greci detenuti o di allungamento delle scadenze, sono «sfavorevoli».
LE TELEFONATE AL CONGRESSO - Hanno ripercussioni sulle Borse i timori legati alla prospettiva di un downgrade del debito Usa se non verrà trovato un accordo entro il 2 agosto. Negli Stati Uniti, intanto, la Camera dei Rappresentanti ha fatto slittare fino a giovedì il voto sul piano repubblicano per aumentare il tetto del debito, perché l'ufficio bilancio del Congresso ha dimostrato che la proposta per ridurre il deficit non raggiungerebbe l'obiettivo dei 1.200 miliardi di risparmio. Cresce dunque l'ansia tra gli investitori e il popolo americano che vedono allontanarsi l'ipotesi di compromesso sul piano di innalzamento del debito pubblico. E la Casa Bianca ha fatto sapere di lavorare in queste ore a un piano B. L'appello del presidente Barack Obama per un compromesso sull'aumento del tetto del debito finora è caduto nel vuoto in Congresso, con i partiti che continuano a duellare. Ma è stato recepito dagli americani che, in massa, hanno intasato le linee della Camera per esercitare quella pressione sugli eletti che il presidente americano ha chiesto nel discorso alla nazione.
IL VETO DELLA CASA BIANCA - A meno di una settimana dalla scadenza 2 agosto che innescherebbe un default con conseguenze disastrose sui mercati globali, i leader repubblicani e democratici profondamente divisi ancora stentano a trovare un terreno comune di intesa. Dopo settimane di aspro confronto, sono emersi i contorni di un possibile accordo, ma repubblicani e democratici si rimpallano l'un l'altro l'accusa di non accettare alcune richieste-chiave e si incolpano a vicenda di anteporre la politica agli interessi nazionali. Il voto su una proposta dello speaker dell Camera dei Rappresentanti, John Boehner, per uscire dall'impasse non si avrà prima di giovedì; e questo comporta il rischio di un ulteriore slittamento nei negoziati sull'innalzamento del tetto del debito, richiesto dal Tesoro prima del 2 agosto per rispettare i suoi impegni di pagamento. Un default sarebbe - evidenzia la Casa Bianca - un «cataclisma» sull'economia, ma i repubblicani non cedono e Boehner, lancia la sfida: «Abbiamo i voti alla Camera e in Senato per far passare» il piano su un aumento del tetto del debito in due fasi. Una misura alla quale la Casa Bianca si oppone fermamente e sulla quale «minaccia il veto»: se la ricetta Boehner fosse approvata in Congresso e arrivasse al presidente per la firma, Obama opporrebbe il proprio no e rischierebbe di trovarsi sulla spalle la responsabilità di un default.

Nessun commento:

Posta un commento