domenica 24 luglio 2011

LA DIVERSITA' ETICA, PRETESA MA ASSENTE


Non mi appassiona la cronaca nera, e questo non cambia quando i ladri , o presunti tali , sono dei politici.
BERSANI : TORVO O SCONSOLATO 
Questo perché sono tra quelli che non ritengono che la politica e la morale debbano coincidere. Ho già avuto modo di ricordare come Benedetto Croce facesse l'esempio della scelta del medico : se mi deve operare, voglio che sia BRAVO, m'importa nulla che sia onesto. Per altre persone invece l'onestà deve essere dote irrinunciabile del politico. E sono punti di vista si dirà.
Perdenti, aggiunge qualcun altro, e non solo io, della "parrocchia di destra", ma proprio all'interno della sinistra. In due diversi post riporto il pensiero espresso da due pensatori di sinistra, ancorché non più considerati "ortodossi" : Fabrizio Rondolino , già ai tempi famoso "think tank" di D'Alema, e Antonio Polito, ex direttore del giornale Riformista e senatore PD nella passata legislatura.  
Cominciamo in questo post dal secondo.
Sul Corriere della Sera di oggi  Polito commentava le recenti difficoltà del PD a seguito dell'ormai discreto numero di uomini di quel partito a vario titolo coinvolti in vicende penali. Un numero che non consente di parlare di "mele marce" del proprio cesto che però resterebbe  sano rispetto all' "altro" completamente bacato.
E poi, gli "altri" non si spacciano per il "partito degli onesti" ...
Scrive Polito :
" ...la "diversità" etica, che già è discutibile ci fosse ancora nel PCI di Berlinguer , non c'è proprio più in un partito con un numero sempre più ridotto di militanti per passione e viceversa affollato di politici di professione; e il cui collante non è più l'appartenenza ad un ideale comune, magari rivoluzionario, ma la pragmatica convivenza di un personale politico di disparate provenienze e rotto a tutte le esperienze , compreso l'autofinanziamento come sistema. Meno Rolex per le amanti e più tangenti per la corrente non è un'attenuante". 
Insomma, ricorda Polito, nel PD non ci sono più i comunisti duri e puri, ma ormai , a livello dirigente, tanti ex dc, socialisti, liberali, repubblicani , e sono tanti quelli sopravvissuti alla stagione di Tangentopoli.
"Dalla presunzione derivano molti errori. Il primo è quello di voler fondare la propria politica sulle mani pulite : ogni volta che compare una macchia, è un'intera politica che si deve buttare. Il moralismo è sbagliato perché fa credere alla gente che il problema si risolva sostituendo i puri agli impuri. evitando così la fatica talvolta anche impopolare di riforme che riducano il potere di intermediazione della politica su affari e denaro pubblico."
Inoltre, questo preteso "migliorismo" fa si che la gente sia più attenta e più severa. Che Di Pietro sia onesto chi ci crede ? E quindi il suo tuonare contro gli inquisiti del Palazzo quando nel'Italia dei Valori , specie al sud, ce ne sono a pacchi ormai , non gli nuoce più di tanto....fa parte del personaggio folkloristico. 
Ma il PD no, li ci sono gli eredi di Berlinguer, e quindi sconti zero...
"Il secondo errore è l'ipocrisia. Perché se proprio vuoi essere moralista , allora lo devi essere con ingenuità assoluta. E invece quante furbizie in Parlamento".
Polito si riferisce evidentemente al voto segreto in Senato che ha salvato Tedesco, che altrimenti ora se ne stava agli arresti domiciliari così come Papa se ne sta in carcere a Poggioreale.
Chiude il nostro criticando l'ipermoralismo di commentatori di sinistra come Gad Lerner, che incorrono nel solito errore di confondere la politica con la morale : " In realtà un politico realista , con molte relazioni, o dialogante con l'avversario, può essere benissimo onesto. E' tutto molto più semplice e allo stesso tempo più difficile : bisognerebbe togliere la mano pubblica che s'infila nell'attività economica..."
VASTO PROGRAMMA, avrebbe commentato De Gaulle....

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