sabato 24 settembre 2011

MAGISTRATURA : E' UN POTERE ? SI, LEGITTIMO. SE RESTA NEI CONFINI DELLA LEGGE. CHE VIENE FATTA IN PARLAMENTO

OPERA DI MONTESQUIE
Interessante botta e risposta tra un avvocato e un  giudice sul ruolo della magistratura , specie in relazione con le prerogative del Parlamento.
L' Avvocato è Domenico Battista, membro della Unione Camere Penali, di cui ammiro, tra l'altro, la passione civile , specie - non solo - nel suo ambito professionale, per la quale non si risparmia.
Il Giudice è il Dr. Valentino Lenoci, del foro di Bari - se non ho capito male - comunque pugliese. In genere, quasi sempre direi, mi trovo in disaccordo con lui, ma leggo tutte le sue osservazioni, riconoscendogli acume e indiscutibile onestà intellettuale.
Il "confronto" nasce da una nota riporta della Unione Camere Penali :dall'avv. Battista: 

"Si riuscirà a fermare i carri armati degli orfani dell'inquisitorio? Si tornerà ad un paese normale nel quale il parlamento democraticamente eletto  sarà libero di legiferare senza illegittimi diktat ed invasioni di campo di altri rappresentanti istituzionali e la magistratura svolgerà  il  ruolo previsto dalla Costituzione e dalle normer processuali all'interno del proprio ordine, senza volersi trasformare in potere? Una "ennesima" denunzia dell'Unione Camere penali sul ruolo impoprio assunto dal CSM (e da ANM dal quale, purtroppo, per il meccanismo di elezione della componente togata, il CSM è condizionato): non è la prima volta e non sarà l'ultima, ma alla fine il carro armato dovrà fermarsi! 
Comunicato della Giunta dell'Unione delle Camere penali italiane del 24 settembre 2011
Il CSM non è un interlocutore politico del Parlamento
 Il vice presidente del CSM Michele Vietti, per l'ennesima volta, rivendica un ruolo improprio dell'organo di governo della magistratura, parlando di "disponibilita' al confronto del CSM" e legittimando la riforma costituzionale della giustizia solo se condivisa dai magistrati e dal loro organo di governo autonomo.
Riconoscere al CSM il ruolo di interlocutore politico del Parlamento, ed anzi di censore sovraordinato delle decisioni del legislativo, significa invocare un assetto istituzionale e democratico del tutto eccentrico rispetto a quella Carta costituzionale il cui dettato, troppe volte, si invoca a sproposito.
Per altro verso ribadire la necessità di una riforma condivisa' e' nobile e corretto se significa raccogliere senza pregiudizi e steccati ogni contributo utile alla formulazione di un assetto costituzionale che realizzi l' interesse dei cittadini e tuteli l'indipendenza della magistratura, diventa invece un mantra strumentale ad impedire la riforma se viene inteso come possibilita' della magistratura di imporre paletti e diktat in ordine alle proposte che questa non condivide.
La storia dell'Italia Repubblicana, già ai tempi delle commissioni De Mita e D'Alema,  ha visto il pesante i condizionamento,  conservatore ed antiriformatore, della magistratura e dunque è assolutamente necessario che i confini e i ruoli di ognuno siano rispettati: il Parlamento faccia le leggi ed il CSM tuteli l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, che è un Ordine, non un Potere"

Dr. Lenoci 
Non mi risulta che CSM ed ANM impongano diktat (anche perché non ne avrebbero il potere). Credo che sia normale però che, almeno il CSM, voglia interloquire sulle riforme in materia di giustizia, anche per fornire un contributo sulle ricadute tecnico-organizzative di eventuali modifiche legislative. Nell’ottica di una “leale collaborazione” tra poteri dello Stato, anzi, questo sarebbe auspicabile. Del resto, sarebbe pensabile una riforma dell'ordinamento forense senza l’interlocuzione almeno con il CNF? Non credo proprio. Un’ultima cosa: sento sempre più spesso dire che la magistratura è e deve essere un “ordine” e non un “potere”. I due termini, a mio avviso, non sono incompatibili, in quanto la magistratura è un ordine che esercita uno dei poteri tipici dello Stato, e cioè quello di applicare le leggi (generali ed astratte) ai casi concreti. Del resto, che la magistratura sia uno dei tre poteri dello Stato non lo dico io, ma lo diceva Montesquieu nel XVIII secolo (legislativo-esecutivo-giudiziario).

Sulla teoria, il fatto che anche quello giudiziario sia un "potere" costituzionalmente previsto e che la cosa abbia origini antiche, concordo col Dr. Lenoci. Ma la condivisione finisce qui.
Perché potere sta per "competenza" e non per esercito, banda, clan. E quindi i giudici hanno la  la COMPETENZA, di curare e assicurare l'applicazione delle LEGGI, che vengono fatte dal Parlamento, su input del governo o dei parlamentari.
NON hanno competenza nel formarle. Il fatto di dire la propria idea su leggi che riguardino la giustizia, ci sta. Ma è il MODO che è inaccettabile. Perché non ha affatto i toni di chi offre un contributo, espone un parere, mette in guardia da possibili conseguente negative. Se così fosse verrebbe fatto negli uffici, in note scritte, in modo discreto. E invece vediamo bene che così non è. No, le reazioni a cui si assiste è propria di una CATEGORIA, che difende delle prerogative che ritiene immodificabili, che fa scioperi per questo ! Avete mai visto uno degli altri due "poteri" scioperare ? Uno sciopero del parlamento o del governo CONTRO la magistratura ? No, perché NON si  può !. Ritorno sul tema a me caro della separazione dell carriere. Avete detto che non vi piace perché ci potrebbe essere il pericolo della perdita dell'indipendenza ecc. ecc. Ok. Abbiamo sentito. Ora che si faccia. NON è potere dei giudici dire che non si può. Possibile che QUALSIASI tentativo di cambiamento sia visto come un "attentato"?? Possibile che chi ci prova finisce sempre nel mirino di qualche inchiesta ( Mastella ministro della giustizia del centro sinistra qualcuno se l'è scordato?). 
Quindi dottore, quello che Lei astrattamente dice, è corretto. Ma la realtà è molto. ma molto diversa.
E lasci stare le elementari, sono battute non degne di Lei.

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