Prima è arrivata l'ondata di critiche, di biasimo, della gente comune e ovviamente dei politici, donne in primis (Mussolini, Carfagna, Bellanova, Bongiorno....insomma un po' tutto l'arco parlamentare).
Poi, sono arrivate le critiche alle critiche, puntate in primo luogo sulla stampa, che veramente ha grosse difficoltà a fare informazione corretta , poi sulla rete (che ovviamente non è seconda alla prima, ANZI!, visto che manco rischia, per il momento, nulla per le accusa infamanti che vengono postate), sull' opportunismo in malafede delle parlamentari e infine sull'anima un po' troppo "sanguigna" della gente comune.
I fatti sono piuttosto semplici e noti. A seguito di una serie di atti criminali contro le donne, stupri perpetrati da più persone, il Parlamento qualche anno fa promulgò una legge che stabiliva che per gli imputati. cioè i soggetti ritenuti colpevoli di tali reati e per questo sotto processo, l'UNICA misura cautelare adottabile fosse il CARCERE.
Come normale che sia, misure prese sull'onda del furore dell'opinione pubblica, in palese violazione dei principi fondanti la nostra Costituzione, venivano bocciate dalla Corte Costituzionale che con sentenza 265 del 2010 stabilì che il carcere non potesse essere considerato l'unica misura cautelare adottabile per questo tipo di reato.
Ora, capitato un caso concreto, La Cassazione non ha fatto che applicare la detta pronuncia : il carcere NON è l'unica misura cautelare applicabile nel reato di specie.
Ovviamente commentare questo titolando (Corriere della Sera del 3 febbraio pag. 24 ) scrivendo:
CARCERE NON OBBLIGATORIO PER CHI STUPRA IN GRUPPO, bé non si fa un buon servizio all'immagine dei giudici (già abbastanza inguaiata), alla attendibilità della stampa (scarsissima , e ti credo!) e , soprattutto, alla VERITA'.
Le Donne poi potranno contestare la Corte Costituzionale, ritenendo che laddove ci siano gravi, fondati elementi per ritenere che i soggetti imputati siano colpevoli di un reato così odioso, si possa ben fare un'eccezione ai principi costituzionali. Oppure cambiarla sta benedetta Carta e che cazzo!
Ma che siano le onorevoli, quelle che potrebbero anche farla questa battaglia (modificare i principi "Garantisti" della Costituzione, artt. 3, 13 e 27 ) e che però nel frattempo dovrebbero spiegare che i giudici si sono limitati ad applicare la legge (non è che lo facciano sempre eh...ma questa volta SI), parlino di "bomba ad orologeria" "decisione aberrante" vanificazione delle sforzo delle donne violentate di denunciare i loro aguzzini...francamente fa venire il mal di pancia per la scoperta malafede : sfruttare un argomento così delicato e dolente per farsi facile pubblicità presso l'elettorato, specie femminile.
Ripeto, nel caso di specie il TEMA NON è, stavolta, il confronto tra garantisti e non (che rimane sullo sfondo), ma semplicemente rammentare che i Giudici DEVONO applicare la Legge.
Non sempre accade purtroppo, ma stavolta è successo e NON si può stravolgere questa semplice verità.
GIULIA BONGIORNO |
La risposta sfogo del collega Domenico Battista è da applausi e la riporto testualmente:
"perché Giulia Bongiorno, secondo lei, essendo stato inizialmente non il difensore di Andreotti , ma il sosituto processuale dei due difensori, è riuscita , con la scenetta programmata e reiterata delle telefonate di orgasmo da assoluzione, ad acquisire la "scena" come difensore? perchè la Bongiorno , e non mi risulta che adottino lo stesso metodo altri avvocati penalisti, ha utilizzato la pubblicità ottenuta nominando finanche un addetto all'immagine, tanto da riuscire ad essere eletta, senza alcuna preventiva esperienza politica, parlamentare? perchè è riuscita, utilizzando intelligentemente la pubblicità mediatica che si ottiene sparandola grossa (vedi Di Pietro), a diventare presidente della Commmissione giustizia della Camera?devo proseguire? perchè come presidente della Commissione giustizia non ha combinato nulla di buono? perchè come presidente della Commissione giustizia ha lavorato intensamente ad affossare la riforma dell'ordinamento professionale forense? Ciò posto, e dimostrata la mia poca simpatia per l'anzidetto avvocato (non a caso mai iscritta alle Camere penali ed anzi lontana anni luce con le battaglie di Ucpi, (quando Ucpi faveva batttaglie ...), se la Bongiorno ritiene ingiustra o sbagliata la decisione della Cassazione è l'opinione di uno dei 250.000 avvocati; se contesta la Corte Costituzionale è libera di farlo; ma se ignora o contesta la Costituzione non dovrebbe essere neppure parlamentare"
Non ho alcuna intenzione di spezzare lance a favore della avv.ssa Bongiorno , ma non si può negarle l 'indiscussa capacità professionale ed il suo interessamento per la scivolosa tematica della violenza sulle donne sensibizzato dai media con spot pubblicitari che avevano come testimonial la HUNZICHER..la sua contestazione alla sentenza è in linea di continuità con il suo operato in materia..
RispondiEliminaGentile Carla. Per un avvocato dovrebbe essere difficile criticare una sentenza che si limita ad applicare la legge. Il problema in genere gli avvocati ce l'hanno nel caso OPPOSTO ( e accade). Qui il problema sembra essere grave, perché, visto che sul punto si è pronunciata la Corte Costituzionale, nemmeno in veste di politico la Bongiorno ha molto spazio di manovra. Promuovere leggo è facile, farle approvare meno. Ma superare un giudizio di incostituzionalità....Roba grossa. Siccome la Bongiorno è persone assolutamente intelligente, tutte queste cose le sa molto bene. Ciononostante, col rischio di fare brutta figura con i pratici del diritto, esterna indignata. A mio avviso, posso sbagliare, la scelta è stata dettata dal ritorno di popolarità che ritiene di poterne trarre.
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