sabato 21 aprile 2012

LE DONNE AL POTERE? UOMINI SOTTO FALSE SEMBIANZE

Ogni tanto, chiacchierando a cena con amici, capita di parlare dei rapporti uomo/donna , della società maschilista, della pari opportunità, delle quote rosa. Credo che capiti a tutti.
Io normalmente esprimo questa convinzione fattami col tempo: le donne hanno scambiato l'emancipazione col diventare COME gli uomini.
Quindi NON la giusta rivendicazioni di pari diritti - che oggi in occidente possiamo dire che ci sono -, NON le pari opportunità - che ci sono fino alla fine degli studi, poi in effetti la potenzialità di essere madri delle donne spariglia i giochi a favore degli uomini - , MA il poter fare le cose che facciamo noi, come se fossero uomini.
Guardiamo un attimo, solo per un attimo perché la questione è delicata, la sessualità. Era ed è giusto la libertà sessuale per tutti, ma non era forse meglio che, nell'acquisirla, le donne avessero insegnato a noi uomini una maggiore sensibilità, attenzione, complessità, invece di imitare certi schemi maschili?
ALT. Qui urge avviso per i naviganti: questo discorso può toccare e risentire SOLO e SOLTANTO le donne che vi si riconoscono e rivendichino la loro libertà di essere anche "maschietti". LE ALTRE NO. Perché evidentemente non rientrano nel gruppo femminile di cui parlo. A meno che non si voglia sostenere l'insostenibile, e cioè che NON sia vero che tante donne hanno, nel campo sessuale, ricopiato il modello e gli stereotipi maschili.
Ed eccoci arrivati all'articolo di Claudio Sabelli Fioretti apparso sul Corriere. Lo scrittore riporta qui quanto espresso, con un certo coraggio bisogna dire, in TV alla trasmissione di Michele Cucuzza, e cioè che le donne che arrivano a posti di potere in realtà sono UOMINI.
Buona Lettura

LE DONNE AL POTERE  ? SONO UOMINI 

Un paio di settimane fa Michele Cucuzza, conduttore di Radio2Days, mi ha chiesto di intervenire nel suo programma. Si parlava di donne e della loro scalata verso le cime alte del potere. Per questo motivo sono stato costretto a pensare un po’ a cose che a volte si danno per scontate.
Le donne sono meglio degli uomini? E se sono meglio perché ce ne sono poche ai vertici? Sono discriminate? O forse non sono portate? Esiste una via femminile alla pubblica amministrazione?
Argomenti da toccare con le pinze. In Italia vige ufficialmente il politicamente corretto. Quando qualcuno ti chiede la tua opinione du donne, su extracomunitari, su neri, su omosessuali, su handicappati, su ebrei è meglio rifiutarsi o al massimo rispondere facendo riferimento al pensiero unico buonista. Non costa nulla, nessuno ti rimprovera di nulla e tu non rischi nulla. Ma io non ce la faccio. Ho sempre pensato che le parole sono importanti ma non quanto i fatti. Perciò non penso che il problema si risolva chiamando “neri” i negri o “diversamente abili” gli handicappati. E non raccontando barzellette sugli ebrei (cosa che gli ebrei fanno in continuazione ed egregiamente). E che invece bisogna occuparsi dei loro problemi come fossero i più importamti del mondo, magari anche mandandoli a quel paese quando è giusto farlo. Combattere contro quei cretini che parcheggiano l’auto sui percorsi per i ciechi, questo è fondamentale, non chiamarli “diversamente vedenti”. Con le donne la faccenda poi si fa delicata. Perché le donne sono spesso permalose.
Hanno ragione ad essere permalose perché gli atteggiamenti maschilisti sono dietro ogni angolo, ma questo non aiuta la discussione. Quando ho parlato nella trasmissione di Cucuzza, naturalmente, ho suscitato la reazione di una donna. Era inevitabile. Se avessi detto banalità, tipo che le donne che lavorano fanno due lavori e che le donne debbono lavorare il doppio per dimostrare di essere brave non avrei avuto problemi. Ma io partivo da un punto più a monte e dovevo dirlo. E l’ho scritto poi, la settimana dopo, su Io donna.
Io faccio parte di quella generazione che sosteneva che se le donne avessero potuto andare al potere avrebbero mostrato agli uomini che si poteva governare con maggior senso di giustizia e di umanità. Eravamo fortemente convinti che le donne avrebbero spiazzato gli uomini promuovendo un mondo migliore. E quindi non posso che dichiararmi deluso.
Correndo pericolosamente sul lacerante crinale del politicamente scorretto, ho sostenuto, con rammarico, che le donne non ci hanno mostrato nessuna nuova via. E so anche il perché.
Perché le donne raggiungono posti di reale potere solo quando vengono cooptate dagli uomini. Il livello medio, e anche quello superiore, ormai lo raggiungono con facilità. Quando la selezione è operata dal merito non hanno difficoltà ad occupare i posti che spettano loro mantenendosi donne e riuscendo anche a mostrare una metodica femminile alla gestione dell’amministrazione.
Ma così arrivano soltanto appena sotto al famoso tetto di cristallo da dove possono vedere il potere ma non toccarlo. Sopra al tetto di cristallo ci arrivano solo quelle che vengono selezionate dagli uomini, in base alla loro somiglianza agli uomini, all’appartenza al loro mondo, alla condivisione dei loro valori. E così le donne che comandano fanno le guerre come gli uomini, evitano di promuovere la giustizia sociale come gli uomini, tassano i poveri e difendono i capitali dei ricchi esattamente come hanno sempre fatto gli uomini. Sono violente, arroganti e presuntuose come gli uomini. Ma se lo dici molte ti azzannano.
Sono quelle che sostengono che dire “Fornero” invece che “la Fornero” sia una grande conquista. Io continuo a dire “la Fornero” ma ammetto di sbagliare. Dovrei dire “il Fornero”. È triste ammetterlo: le donne che comandano sono uomini.

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