sabato 21 aprile 2012

VAURO OFFESO E RISARCITO: LA NIRENSTEIN OFFESA E MAZZIATA. ECCO IL PERCHE' DEL GIUDICE.

 
Diverso tempo fa ci occupammo (http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/01/mica-e-colpa-di-vauro-se-la-nirenstein.html  - http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/01/se-questa-e-satira-vauro-puo-su-vauro.html) della condanna di Giuseppe Caldarola, senatore indipendente del PD, che aveva scritto sul Riformista un corsivo satiricamente critico di una vignetta, pure satirica, disegnata da Vauro. Quest'ultimo si era offeso (certo, da uno che dell'offesa sanguinosa tramite scudo satirico ha fatto la sua professione, una bella faccia di tolla!!) e quindi querelato sia il giornale che il giornalista. Dopo tre anni, come detto la sentenza.
Avevamo promesso ai lettori del Camerlengo di pubblicare, appena l'avessimo avuto, il testo delle motivazioni del giudice e così facciamo: http://www.linkiesta.it/sites/default/files/uploads/articolo/sentenza.pdf
Basta aprire e leggere.
Io l'ho fatto.
Dunque, il magistrato, dopo aver riportato la vicenda processuale, e quindi l'oggetto della querela - il corsivo di Caldarola - , l'audizione delle parti, dei testi - Fiamma Nirenstein, cioè la persona oggetto della vignetta "satirica" di Vauro e Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica - le conclusioni delle parti , di cui segnaliamo subito la richiesta di assoluzione da parte dell'Accusa (!!!) perché "i fatti non sussistono", prosegue affermando viceversa la penale responsabilità degli imputati e ne spiega il perché.
In primo luogo, fa una premessa generale.
Il diritto di critica - quello che rivendica l'imputato Caldarola - è tutelato dall'art. 21 della Costituzione, alla pari del diritto di Cronaca. Consistendo la critica in un giudizio , bisogna guardare all'esercizio della stessa con maggiore elasticità, in quanto non ci si trova di fronte ad una "informazione fattuale" , e quindi ad un dato oggettivo (se dico che tizio è stato condannato e invece è stato assolto, sia pure perché il reato si è prescritto, dico una cosa FALSA ) , bensì ad una "verità" soggettiva, di parte.
Ciononostante, tre requisiti devono essere comunque presenti : verità, interesse pubblico, continenza formale.
Partiamo dal primo. Il Giudice dà atto che il taglio del breve articolo è "IRONICO". Lo scrive espressamente. Caldarola, nell'immaginare (quindi non si parla di un FATTO, nella fattispecie, di una trasmissione realmente andata in onda) la preparazione di una puntata di Anno Zero, "fornisce una immagine ironica dei protagonisti della trasmissione, all'evidente fine  di suscitare ilarità", mentre attribuisce al Senesi (più noto col nome Vauro ) un fatto specifico scrivendo: Vauro non accetta di censurare la vignetta, che ha fatto tanto ridere Gino Strada, in cui chiama Fiamma Nirenstein <<sporca ebrea>>".
Secondo il Giudice, qui manca il requisito della "VERITA'" perché "nell'articolo veniva fatto   riferimento alla specifica vignetta pubblicata nel marzo del 2008 sul MANIFESTO, vignetta che, come confermato dai testi della Difesa, aveva suscitato un ampio dibattito sul tema dell'antisemitismo , circostanza del resto nota ad ogni lettore di quotidiani."
Prima riflessione. Manca il requisito della verità ecc. ecc. Io l'ho letta 10 volte questa frase ma il percorso logico del giudice continua a sfuggirmi. In che modo l'aver fatto riferimento alla vignetta pubblicata sul Manifesto farebbe venir meno il requisito della verità ? Tiro ad indovinare, dopo aver già umilmente ammesso che NON ho capito. Dunque: a) Vauro non ha mai portato quella vignetta ad Anno Zero? Non può essere, lo stesso Giudice premette che Caldarola IMMAGINA , INVENTA, lo sfondo del suo articolo "ironico". Quindi non può essere questo b) la vignetta Vauro non l'ha mai disegnata? Certamente SI. E' pacifico. Quindi la vignetta esiste, è stata pubblicata, l'ha disegnata Vauro. Tutto vero. c) Nella vignetta non c'è scritto "sporca ebrea". E questo è GIUSTO. E' qui la falsità? Ma tutta la didascalia della vignetta NON è vera, e il termine "sporca ebrea" viene messo tra virgolette, ad evidenziare , per i poco attenti, che si sta proseguendo sulla strada dell'"ironia" che caratterizza TUTTO il corsivo di Caldarola. E dunque, se il giudice ha compreso lo spirito dell'articolo, perché pretende all'improvviso che solo su Vauro la critica non abbia carattere satirico, con quello che ne segue?
Quello che Caldarola ha voluto dire, in un articolo condito di ironia satireggiante, è cosa si può leggere da una vignetta siffatta : il biasimo della Nirenstein aggravato dal suo essere ebrea. Il Giudice dice di NO, ed è UNO. La Fiamma Nirenstein ha dichiarato di si, Riccardo PAcifici ha dichiarato di si , la Difesa ha portato la prova di quanti ebrei abbiano dato a quella vignetta una lettura anti semita e si siano sentiti offesi. Non contano per biasimare Vauro? Ok, non è lui sotto processo, ma per assolvere Caldarola??  Dunque caro Giudice ? Certo, il suo NO è quello che conta, ma le prove che le sono state portate?
Il piccolo panegirico che il giudice spende per Vauro fa evidentemente capire da che parte stia la simpatia del giudicante,il che è umano ma non può accadere che condizioni una decisione.  Non va bene  la mancanza di "Obiettivizzazione" che il Giudice ogni volta è chiamato a fare, ancora di più  se si trova di fronte ipotesi di reato come appunto l'opinione critica espressa da un individuo.
C'è poi una contraddizione evidente e grave nella sentenza, talmente enorme che non può che trattarsi di f  refuso, che però andrà corretto.
Nel riportare sinteticamente le dichiarazioni di Vauro il giudice scrive: " Senesi ha precisato che le affermazioni scritte dall'imputato lo avevano profondamente offeso (anche i satirici hanno un'anima e che cacchio !! un po' dimentichi di quella degli altri?? e vabbé mo' stai a guardà il capello!!) , in quanto convinto ANTISEMITA, profilo  questo  da lui dimostrato in concreto anche con l'impegno sociale". 
Bravo, e infatti questo impegno ANTISEMITA che veniva messo alla berlina e denunciato da Caldarola!!!!
La gaffe è talmente eclatante , e avrebbe dovuto da sola a indurre il giudice ad assolvere, che non posso che pensare che il magistrato si sia sbagliato, e probabilmente l'espressione usata da Vauro fu  "antirazzista" o qualcosa del genere.
Resta che nella sentenza è scritto così.
E resta pure noto cosa pensi Vauro di Israele.
Bene, letta la motivazione, la mia opinione è che il giudice abbia sbagliato.
Caldarola ha esercitato il suo diritto di critica, costituzionalmente tutelato, "Inseguendo" Vauro sul suo stesso terreno : quello della satira. Il primo usa i disegni, oltre che le parole, Caldarola solo le seconde. Non fa differenza.
E leggere, come abbiamo visto scorrendo la sentenza,  che la vignetta non ha contenuto anti semita perché questa è il "parere dello scrivente " a dispetto della prova contraria fornita dalle dichiarazioni di una intera comunità, nonché che Senesi non possa essere criticato per la stessa tenuto conto "dell'impegno sociale che il Senesi ha mostrato negli anni, anche con il sostegno ad Emergency" mi fanno ben sperare sull'esito dell'appello che Caldarola giustamente proporrà.
Anzi, scommetto. 100 euro che la Corte d'Appello rovescerà il verdetto. Ho già in mente un paio di amici che accetteranno la scommessa e so dove portarli a cena per consolarli  di aver perso...
 


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