mercoledì 4 luglio 2012

EVADE MILIONI E CHIEDE IL CONTRIBUTO PER IL "SOSTEGNO FAMILIARE". e' GENTE COSì CHE UCCIDE NOI LIBERALI.

L'articolo che leggo sul Corriere.it lo sfrutto per esprimere con chiarezza un concetto che ho già espresso di passaggio: IO non difendo gli evasori tout court, mi batto per uno Stato non esoso, non invasivo, non fondato sulla polizia fiscale. E credo che quando si arriva ad un livello di tassazione come il nostro, che poi nemmeno corrisponde ad una fornitura di servizi ripagante la pretesa fiscale, allora l'autodifesa è legittima. In questo l'eticità della mia posizione mi viene garantita dal pensiero di un uomo che a questo paese ha dato più di quanto potranno mai Monti e Befera messi insieme (ammesso che daranno mai qualcosa di utile).
Parlo di Luigi Einaudi,  che sul Corriere della Sera scrisse : 
«La frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco».
E' un pensiero che cito spesso, facendo rilevare che quando il futuro presidente della Repubblica lo espresse, 
 la pressione fiscale era al 25% del PIL. Ora siamo oltre al 47% ( valore statistico, in realtà quello reale supera nettamente il 50% ).
Ora, è di tutta evidenza che questo discorso NON riguarda chi invece il fisco lo evita tout court, semplicemente perché è FURBO.
Quello che elude ed evade e poi partecipa alla graduatorie per gli asili nido, per gli sconti mensa, per i ticket sanitari.....
Ecco, io NON difendo questo tipo di persone. Come sostengono bene Giannino e Bortolussi, questa gente,  che è tanta, troppa, è la  vera nemica della lotta contro le tasse, perché la sua condotta incivile e criminale getta ombra e fango su chi invece della battaglia contro le tasse e la forma di Stato che vive , LUI, di esse, fa un motivo di positivo cambiamento della società. Un'idea di vita più libera e responsabile.
Così la storia di persone che segue mi fa venire il voltastomaco esattamente come se fossi che so, un impiegato o un pensionato. L'accertamento fiscale su questa gente sarà poi la giustizia a vedere come andrà a finire, magari l'evasione , come spesso succede all'Agenzia o alla GdF, non sarà quella, gli importi non così eclatanti.
Ma certo è che o quelli del Fisco sono diventati FOLLI, oppure qui ci troviamo di fronte a persone che nonostante avessero un reddito molto ma molto alto - non interessa qui se milionario o meno - hanno avuto la faccia di tolla di fare domanda di "contributi per il sostegno familiare". 
Questa gente fa veramente vomitare. Delinquenti senza confini, senza vergogna.
E allora fa piacere che tanta avidità sia punita.
Qui amici miei, liberali come me, non c'è nessun merito evidentemente, non c'è nessuna "difesa".
C'è solo miseria umana.
  
Chiedeva il sussidio per il sostegno familiare ma intanto evadeva il fisco per 13 milioni
MILANO - Dichiarava, con autocertificazione, di avere un reddito lordo annuale non superiore a 20.000 euro, percependo, di anno in anno, «contributi a sostegno del nucleo familiare» dal Comune di Cassano Magnago pari a 800 euro. In realtà, l'azienda di A. A., 45 anni, gestita dal nucleo familiare (padre e figli) è risultata, da una verifica condotta dai finanzieri di Busto Arsizio, aver evaso oltre 13 milioni di euro. L'indebita percezione perpetrata ai danni dell'ente locale, protratta dal 2007 al 2010, è stata fermata dai finanzieri della compagnia di Busto Arsizio dopo aver eseguito una verifica fiscale nei confronti della società di persone gestita dall'imprenditore unitamente ad altri familiari. Le Fiamme Gialle bustocche, infatti, al termine dell'attività ispettiva hanno ricostruito in capo alla società un'evasione milionaria di oltre 13,5 milioni di euro e un reddito pro capite dei soci, tra cui il percettore dell'indennità, di oltre 2 milioni di euro annui. Tutto è scaturito dall'attento esame della documentazione reperita dai militari della Guardia di Finanza nel corso dell'accesso domiciliare svolto in concomitanza con l'apertura della verifica fiscale.
LA SOMMA - Tra i documenti visionati, all'occhio dei finanzieri non è sfuggita la domanda presentata al Comune per l'ottenimento del beneficio citato. Al termine dell'ispezione, pertanto, i militari operanti hanno provveduto alla ricostruzione della reale posizione reddituale in capo a ciascun socio portando alla luce la paradossale vicenda. L'imprenditore, segnalato alla Corte dei Conti per la restituzione delle somme indebitamente ottenute, dovrà pagare una pesante sanzione amministrativa da un minimo di 5.164 ad un massimo di 25.882 euro. Intanto, a seguito dell'accertamento della Guardia di Finanza, ha già versato allo Stato, insieme ai suoi familiari, circa 1.200.000 euro per definire il contesto per gli anni dal 2006 al 2008.

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