Proprio pochi giorni fa, prima del disastro siciliano e dell'intervista se possibile ancora più catastrofica a Report, scrissi un articolo nel quale mi domandavo come si potesse ancora votare Di Pietro (http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/10/una-domanda-quelli-che-votano-di-pietro.html ) .
Troppa grazia S. Antonio !!
Il tronfio "eroe" di Mani Pulite, l'uomo che aveva lasciato la toga per meglio espletare la sua missione di "PULIZIA" (meno male che lo ha fatto....quand'è che lo seguono Woodcook, De Pasquale, Caselli e soprattutto INGROIA ??? , ma solo per citare i più noti ), colui che l'avrebbe fatta pagare ai potenti e ai corrotti, ora è un uomo provato dagli scandali che toccano gli uomini della sua creatura, l'IDV, e tra questi alcuni a lui vicinissimi , come Maruccio , dal familismo, dal conflitto di interessi (lo ricordate ? quello che ogni due per tre lui più di altri sbandierava contro Berlusconi ) . Non sarà una coincidenza che la crisi dei partiti unipersonali, come la Lega (Bossi), PDL (Berlusconi) ora investa anche Di Pietro, Con tutti i suoi limiti e le sue difficoltà, chi regge meglio all'uragano è il PD, che questa personalizzazione non l'ha mai avuta.
Non ci avrei mai creduto , ma a vedere un Di Pietro così dimesso, quasi imbarazzato, così lontano dal personaggio dall'italiano incerto ma pieno di sicumera, forte del favore di uomini di successo mediatico come Santoro e Travaglio, ho provato pena. Sto proprio invecchiando....Però poi mi sono ricordato che mai nella mia vita mi è venuto da infierire sugli sconfitti. Di Pietro non ha mostrato questa PIETAS cristiana per le sue vittime in carcere, ma un errore ( anche gravissimo come il suo ) , non ne giustifica un altro.
E mi fa rivoltare lo stomaco vedere uomini inamidati e di nessun valore come Donadi che TUTTO devono a Di Pietro, ora rivoltarsi contro il capobranco vecchio e ferito. Non perché le cose che dicono siano sbagliate, ma perché erano vera anche MOLTO TEMPO FA.
Maglio allora i sodali come Travaglio e Grillo, che nella cattiva sorte gli restano a fianco.
Riporto l'intervista rilasciata al FATTO (ebbene sì !! leggo talvolta anche il FATTO ...) e i commenti degli ex pretoriani Donadi e Pardi.
Del resto, notoriamente, era propria la guardai pretoria, creata per proteggere la vita dell'imperatore, quella che ne ha ammazzati di più.
L'ITALIA DEI VALORI E' MORTA CON REPORT . ORA RISORGIAMO
Un attimo di pazienza, che succede?
(Ripone gli occhiali, chiude la cartellina) Qui a maggio
andiamo a casa: non entriamo in Parlamento. La storia già la conosco. L’Italia
dei Valori è finita domenica sera, a Report. Mediaticamente siamo morti. Siamo
vittime di un killeraggio, di un sistema politico e finanziario che non ha più
bisogno di noi.
Chi spegne la luce?
Noi, non più io. Combattiamo, ma sarà dura: porte sbarrate a
sinistra, porte sbarrate ovunque. Siamo isolati, speriamo che i nostri elettori
ci aiutino.
E se va male?
Faremo opposizione fuori dal Palazzo. E tiferemo per Beppe
Grillo.
Una domanda tormenta gli italiani, quante proprietà
possiede, 54 o 56?
Mi faccia ridere un po’. I miei figli scherzano: tu perché
hai 8 fabbricati e io solo 7? In realtà, entrambi hanno una casa a Milano,
comprati su progetto, per risparmiare, attraverso una cooperativa, e una quota
di eredità materna a Bergamo. Tutto qua.
E sua moglie? I suoi 49 terreni e 7 fabbricati a Montenero
di Bisaccia?
Lei è ricca di famiglia. Non ha beneficiato dei miei
guadagni, anzi. Ha uno studio fortissimo, è indipendente, è una donna
intelligente e rispettabile. Non è la moglie di Di Pietro. A Montenero ho
appezzamenti per gli ulivi, il grano e baracche per il trattore e addirittura
la stalla. Queste sarebbero le mie ricchezze?
Non è povero.
Mica mi lamento? Ma sono soldi sudati e ricevuti vincendo
cause per diffamazione.
Per due volte, a Roma e Busto Arsizio, ha comprato due
appartamenti e li ha dati in affitto al partito. Non è strano?
Non c’è nulla di irregolare. Certo, non lo rifarei. Ma io ho
messo in piedi una macchina quando Internet non esisteva e non avevo i capitali
necessari.
Nel ’95 la signora Borletti le lasciò quasi 1 miliardo di
lire in donazione.
La data è importante: non facevo politica, mi difendevo in
tribunale. Ho incassato i soldi in due rate, nel ’98 e nel ’99 e in parte li ho
utilizzati per l’Idv che cominciava da zero lire. Ho commesso tanti errori, lo
ammetto. Chiedo scusa, e ricomincio. Ma su questi fatti sono perseguitato, e
non per caso.
Cosa pensa di scontare?
Quello che rompe le scatole al governo di Mario Monti e
critica il presidente Napolitano per il conflitto d’attribuzione con la Procura
di Palermo viene automaticamente escluso. Io lo sapevo, ma non posso rinunciare
ai principi dell’Idv.
Crolla tutto.
E noi cerchiamo di riparare il tetto. Non è stato facile,
però avremo regole ancora più stringenti sui soldi che gestiscono i gruppi
regionali e sui candidati per le prossime elezioni.
Farete le primarie?
Subito, in rete. Chiunque potrà presentare il proprio
curriculum, che sia un iscritto al partito o un semplice simpatizzante, un
comitato di garanti esaminerà la candidatura e un sistema elettronico, come
quelli che usa Grillo, selezionerà i migliori. Così eviteremo i casi Sergio De
Gregorio. Deve sapere che io, Grillo, lo ammiro e lo copio.
E i casi Vincenzo Maruccio, l’ex capogruppo nel Lazio,
indagato per peculato?
L’ho conosciuto giovanissimo, laureato, educato, preparato.
Ha fatto carriera. Era insospettabile. Come potevo immaginare queste accuse? Se
ci fosse la preveggenza, non ci sarebbero i divorzi. L’Italia dei Valori, però,
adesso è un divorzio continuo.
Ce l’ha con Bersani?
No, per carità. Anche lui è vittima di un sistema. Se ne
accorgerà, quando gli faranno le scarpe.
Si spieghi, Di Pietro.
Quando dovrà formare il nuovo governo e Monti sarà pronto
per il bis.
Teme di non farcela, stavolta?
Sì, ma chi s’arrende è già perduto. E io questi adagi
popolari non li dimentico.
Ed ecco le reazione degli ex fedelissimi...
Donadi: “Non è finito il partito è finito Di Pietro”.
“L’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano‘ è il necrologio dell’Idv o di Antonio Di
Pietro, a seconda di come uno veda la cosa. Mi dispiace solo di aver perso gli
ultimi due giorni a tentare di ricostruire il partito quando lui invece aveva
già organizzato tutto, con gesto molto poco nobile, almeno a giudicare
dall’intervista e da quanto detto da Grillo” dice Donadi. “Oggi l’Idv di Di Pietro è morta. Ha dato la
colpa al partito dei fatti di ‘Report’ che invece riguardano lui. Di Pietro ha
dato la colpa al partito di fatti che non riguardano le migliaia di militanti
che anche a 7 gradi sotto zero si sono impegnati in tutta Italia per la
raccolta delle firme per i referendum. A ‘Report’ non mi sembra si sia parlato
di loro… Non è mai esistito – incalza – un segretario di partito che liquida la
propria formazione politica in questo modo, con un’intervista sul giornale”.
Soprattutto dopo che “per 48 ore aveva parlato, in riunioni fiume, della
necessità di rilanciare il partito: una cosa che ora ha tanto il sapore della
presa in giro. A questo punto sa che le dico? Antonio Di Pietro e Massimo
Donadi in uno stesso partito non ci potranno più stare. Visto che alla luce
dell’intervista su Il Fatto e della dichiarazione di Grillo, che lo proporne
addirittura come presidente della Repubblica, Di Pietro, con gesto molto poco
nobile aveva già organizzato tutto, forse sarebbe il caso che lui seguisse
questo suo nuovo progetto. E in questo caso augurerei a entrambe onore e
gloria”, afferma il deputato. Donadi imputa a Di Pietro anche la scelta di una
mela marcia Vincenzo Maruccio, capogruppo alla regione Lazio indagato per
peculato: “Quella di Di Pietro mi sembra una valutazione molto cinica di chi
cerca di scaricare sul partito ombre e macchie che non sono del partito. Se
Maruccio è una macchia, bisogna vedere chi ha fatto di tutto per imporlo questo
Maruccio. Mi sembra, insomma, un modo per scaricare sul partito colpe che
questo, invece, non ha. E mi sembra una cosa triste, molto triste. Di Pietro di
fatto ha sciolto un partito. Quello di oggi è stato un necrologio. Vorrei però
ricordare – dichiara ancora Donadi – che l’Idv non è composto da una sola
persona, bensì da migliaia di persone che hanno dato l’anima in tutti questi
anni, raccogliendo firme e impegnandosi nelle varie battaglie. E non mi sembra
che qualcuno di questi sia stato citato da Report”. Donadi accusa il fondatore
del partito di aver ordito quasi un complotto al movimento politico stesso:
“Comunque ribadisco dopo aver letto l’intervista e aver ascoltato la proposta
di Grillo mi sembra che tutto sia il frutto di una tela che si stava tessendo
da tempo. Voler far vedere che i fatti raccontati da ‘Report’ riguardino solo
il partito e non lui è un discorso, mi lasci dire, davvero poco nobile. Da oggi
– conclude – il partito con Di Pietro non c’è più. Basta con i leader
carismatici. Si continui con un partito fatto magari di persone non famose ma
che abbiano davvero voglia di fare politica per tentare di migliorare le cose
in questo Paese”.
Pardi: “E’ ora di cambiare leader”. Anche Pardi guarda
avanti, a un futuro senza Di Pietro. ”Mi sembra ora di cambiare leader del partito. Dopo le elezioni del 2013 probabilmente ci sarà un cambio e forse
prima ci saranno altre sorprese. Basta con i parenti in politica – dice al
programma radiofonico La Zanzara – sono contrario sia al cognato di Di Pietro
sia al figlio, ma questo l’ho sempre detto a Tonino. Noi siamo diversi dagli
altri e bisogna dimostrarlo coi fatti. E fu un errore mettere la moglie
nell’associazione che controllava i soldi”. Di Pietro a Report ha fatto una
figuraccia? chiedono i conduttori: “Beh, sì. La tv può essere crudele. Anche se
sulle case aveva molte più ragioni di quelle che sono emerse. Ma Di Pietro non
è stato efficace. E poi fino a un certo punto la gestione è stata molto
personalistica, vedi la moglie”.
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