venerdì 21 dicembre 2012

"CECITA' PROFESSIONALE" : PSICHIATRA CONDANNATA PER NON AVER PREVISTO L'OMICIDIO



Da un pochino di tempo sta succedendo una cosa carina. Alcuni lettori, affezionati al CAmerlengo, leggono in giro cose curiose, interessanti, e me le propongono. E' bella questa cosa, perché costoro hanno GIA' letto la notizia e quindi che  gli importa ? Però sono come detto amici del Blog e pensano che la stessa possa suscitare seguito e quindi me la suggeriscono. Poi ci sono altri, ancora più gratificanti, che mi propongono casi che meritano di essere conosciuti e confidano che anche il Camerlengo possa essere, nel suo piccolo, un veicolo di informazione. Ringrazio sentitamente entrambi i gruppi, chiedendo scusa fin da ora se non sempre riuscirò a dare spazio a tutto.
Premesso questo, ecco una notizia che mi è stata proposta dalla mia amica Giuditta che sta diventando un vero e proprio cane da tartufi !! (sua anche la segnalazione della ragazza che a Bucarest ha lanciato la "moda" dello strip in metro, scopo elemosina ) : in Francia una psichiatra è stata condannata per non aver segnalato per tempo lo stato ormai pericoloso di un suo paziente che poi ha ucciso.
La vicenda, che leggete nei particolari più appresso, e che è stata riportata dal quotidiano on line AFFARI.IT, sta suscitando ovviamente clamore e polemiche in Francia, destinate, ritengo, a propagarsi nel resto d'Europa, quella a forte impronta Freudiana e successori.
Quando, per un dottore specializzato per le malattie della mente e dell'anima, deve scattare l'allarme per cui smette di curare e diventa un responsabile della sicurezza pubblica ?
Ovvio che se mi viene a studio Jack lo Squartatore...ammesso che sopravviva, lo denuncio. Ma è chiaro che non parliamo di casi paradossali. In tantissimi casi il filo che si spezza è imprevedibile, il rischio magari è stato intuito, si pensi ai suicidi per esempio, ma la certezza non c'è mai o quasi. Allora che si fa ? S'interna sempre ? Molta gente risponderà di sì. Io lo ritengo un problema non da poco.
Comunque, questo il fatto di cronaca






"Il paziente uccide? Lo psichiatra è colpevole"

Giovedì, 20 dicembre 
 
 .

   E' polemica in tutta Europa dopo la condanna di un tribunale francese 
contro la psicologa Danièle Canarelli, professionista con trent’anni di 
esperienza all’ospedale di Marsiglia: la donna è accusata di omicidio
Per lei è stato deciso un anno di condanna, sospesa in via condizionale,
 per reato professionale riguardo  un suo paziente; inoltre, 8500 euro
 di risarcimento ai figli della vittima del suo paziente.

Secondo la corte, la psicologa si è resa responsabile di “cecità professionale”: non poteva, insomma, non sapere e avrebbe dovuto considerare meglio il rischio connesso alla malattia mentale del suo paziente Joël Gaillard, che lei aveva in cura fin dal 2000. Come racconta il Guardian, l'uomo nel 2004, "durante un colloquio con lei" e 20 giorni dopo ha usato un’ascia per uccidere Germain Trabuc, 83 anni, partner della nonna, temendo che volesse impossessarsi dell'eredità. Per la corte la psicologa avrebbe dovuto chiedere l’internamento del paziente in una struttura specializzata, lo spostamento in un’unità specifica o il collegamento ad un altro team medico.

Gaillard, invece, data la sua insanità mentale è stato  assolto da ogni accusa. Il caso ora andrà in appello. Ma la sentenza sta sollevando un polverone in Francia e in tutta Europa. per Le Monde, la decisione dei giudici è “coraggiosa”. Il rischio, secondo molti, è che gli psichiatri, vivendo nella paura di una condanna, possano comportarsi in modo meno attento con i pazienti pensando più a tutelare se stessi.

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