Sono particolarmente contento della notizia del ritorno in Italia, sia pure al momento solo per le festività di Natale, dei due Marò trattenuti in India per i noti fatti dello scorso febbraio. Li riassumo per i pochi che non li rammentino. I due militari si trovavano in servizio di scorta su di una nave italiana, la petroliera Lexie, in navigazione in acque , quelle dell'Oceano Indiano, famose per l'intensa attività di pirateria. Una imbarcazione si è avvicinata troppo alla petroliera e i due militari hanno aperto il fuoco. Questi sono i fatti sostanzialmente PACIFICI, non contestati. Dopodiché le ipotesi sono diverse e contrastanti. Quella indiana vuole che la barca fosse un semplice vascello da pesca, e due pescatori sarebbero stati raggiunti dal fuoco dei marò italiani e per questo uccisi. L'episodio sarebbe accaduto all'interno delle acque territoriali indiane.
La versione italiana diverge radicalmente, asserendo che i due marò hanno fatto fuoco solo per intimidazione, sortendo lo scopo. Nessun morto. I pescatori uccisi lo sarebbero stati in occasione di un scontro con ALTRA nave, non quella italiana. In ogni caso i fatti sarebbero accaduti in acque internazionali, e quindi fuori dalla giurisdizione indiana. Altrettanto pacifico è che per poter essere mortali i colpi dei due marò, l'imbarcazione doveva essere ad una distanza non lecita dalla petroliera. Insomma, il peschereccio, se tale era, non avrebbe rispettato l'intimazione di allontanarsi, legittimando il fuoco.
Questo, in estrema sintesi, l'oggetto del contendere. A distanza di quasi un anno, nonostante tutte le pressioni diplomatiche, il Tribunale indiano non ha ancora deciso sull'eccezione di incompetenza, per difetto di giurisdizione. E' stata fatta una perizia balistica i cui risultati bene non si conoscono, anche se da indiscrezioni confermerebbe che i colpi che hanno ucciso i due pescatori potrebbero essere stati sparati dai due fucilieri della San Marco. Uso il condizionale perché se questa prova fosse certa, la mia idea è che il nostro governo l'avrebbe propagata. Il Governo Monti è stato duramente attaccato per l'inefficacia della sua azione perché i due Marò tornassero in Italia, per affrontare qui in Patria il processo. Ritengo che se Terzi e soci avessero avuto prove certe della responsabilità dei due militari, lo avrebbero detto. Della serie "cari italiani, non la fate tanto lunga. Faremo il possibile perché quei due abbiano un processo equo, ma resta il fatto che hanno ucciso due poveri pescatori". Sicuramente una convinzione diffusa di questo tipo cambierebbe il clima intorno ai due Marò, che invece vengono visti dai più come dei militari che hanno fatto il loro dovere, capri espiatori di operato altrui, e comunque corretti esecutori di ordini, e che lo Stato Italiano, come spesso gli accade, non riesce a tutelare, perché la dove non si tratta di pagare e basta, la nostra "diplomazia" si mostra annaspante. Per non parlare degli anni luce di distanza tra il nostro paese e la capacità di altri paesi di tentare con buone possibilità di successo la liberazione dei nostri compatrioti con azioni di intelligence e/o blitz. .
In ogni caso i due Marò hanno fieramente dichiarato che, terminata la "Licenza" (???) , torneranno in India mantenendo la parola data. " Siamo Italiani".
Ora, nel mondo non siamo esattamente famosi per questo, però è comunque bello che lo abbiano detto.
Per chi vuole, posto la notizia di cronaca del Corriere On Line
LA DECISIONE DELL'ALTA CORTE DEL KERALA DOPO L'ENNESIMO RINVIO
Latorre e Girone
a casa in licenza per Natale
I marò in prigione in India, Latorre e Girone (Ansa/Salvi)
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trascorreranno il Natale a casa, con i loro cari. Lo ha stabilito l'Alta Corte del Kerala, chiamata questa mattina a pronunciarsi sulla richiesta presentata dai due marò, di una licenza per le festività natalizie. Il giudice dell'Alta Corte del Kerala ha disposto una licenza di due settimane per i marò, trattenuti in India da febbraio scorso, a partire dal momento in cui lasceranno il Paese.
«PAROLA DI ITALIANI» - I pescatori indiani hanno accolto la notizia parlando di «imbroglio», ma i due fucilieri hanno promesso che torneranno per attendere il processo: «Noi abbiamo una parola sola ed è parola di italiani». Lo hanno detto all'ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha spiegato all'agenzia Ansa di essersi commosso dopo il colloquio. Più tardi, in collegamento con l'Italia, Latorre e Girone si sono detti felici e hanno ringraziato i ministri della Difesa e degli Esteri, Di Paola e Terzi.
«GRANDE SOLLIEVO» - «Abbiamo appreso la notizia con grande sollievo: una prova della sensibilità indiana per i valori più sentiti del popolo italiano per l'importante festività natalizia». Cosi il ministro degli esteri Giulio Terzi commenta la concessione da parte della corte indiana di un permesso di due settimane ai marò italiani.
«SARESTE DA GIUDICARE IN ITALIA» - L'Italia conta che al rientro dall'India dei due marò «secondo gli accordi, potranno finalmente succedere decisioni della Suprema Corte indiana perchè rientrino finalmente in patria per essere sottoposti alla giustizia italiana». Lo ha detto il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, prima di collegarsi nel pomeriggio con i due militari. A Latorre e Girone ha poi assicurato ai due fucilieri del San Marco che sarà rispettato «l'impegno d'onore preso con l'India», invitando però Nuova Dehli a fare lo stesso. E ha voluto sottolineare: «Voi non eravate nell'Oceano indiano in vacanza, ma per tutelare la navigazione dagli assalti della pirateria. Avete fatto il vostro dovere, e in ogni caso il vostro comportamento non può che essere giudicato dalla giustizia italiana».
LA GARANZIA DA 800 MILA EURO - Per la licenza dovrà essere lasciata una garanzia finanziaria di 60 milioni di rupie, pari a oltre 826 mila euro. I due militari italiani, accusati dell'uccisione di due pescatori indiani il 15 febbraio scorso, dovranno tornare a Kochi entro il 10 gennaio per attendere la sentenza della Corte suprema di New Delhi sulla giurisdizione del loro caso, contesa tra India e Italia. I due fucilieri, in forza a Brindisi, erano imbarcati sulla petroliera italiana Enrica Lexiecome sicurezza contro la pirateria.
TIMORI - Timori si erano addensati fino all'ultimo, dopo l'ennesimo rinvio dell'udienza, ritardata di alcune ore: una decisione che avrebbe potuto ostacolare l'autorizzazione per i marò a trascorrere le vacanze di Natale in Italia. Il posticipo dell'ultima udienza dell'Alta Corte del Kerala sulla richiesta di licenza natalizia per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone - ancora detenuti nello Stato Indiano e accusato di omicidio - aveva causato sorpresa nella delegazione italiana e qualche apprensione per i tempi troppo stretti, per svolgere tutte le pratiche burocratiche.
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