Anche stavolta è stato l'ex marito. Risolto stavolta rapidamente il caso dell'omicidio di Beatrice Ballerini, come del resto non era difficile da immaginare, visto le tracce di DNA trovate sotto le unghie della donna che si era difesa, graffiando il suo uccisore. Comunque lui ha confessato e siccome non sono tutti Misseri, c'è da credergli. Nell'ammettere la sua colpa, Massimo PArlanti avrebbe detto : Non volevo, è stato un incidente. Sulla prima frase, il beneficio del dubbio si può concederlo. Si litiga, si perde la testa, scatta la violenza. In realtà quella che si esclude in questi casi è che uno ci sia " partito". Vale a dire la "premeditazione".
Ma "un incidente "?? Da quello che è emerso finora dalle cronache Beatrice sarebbe stata uccisa dopo essere stata picchiata, infine strangolata, mentre lei si difendeva.
Questo non sarebbe esattamente un "incidente". Comunque sempre prendere con le pinze gli articoli in genere, e quelli di cronaca in particolare.
Ecco, in ogni caso, quello postato dal Corriere on line
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LA DONNA UCCISA NEL PISTOIESE
Montecatini, confessa l'ex marito
«Sono stato io, ma non volevo»
Massimo Parlanti interrogato per sette ore nella notte.
Decisivi i lembi di pelle trovati sotto le unghie della donna
MONTECATINI TERME (Pistoia) – Sette ore d’interrogatorio nella notte per una confessione. «Sì, sono stato io, è stato un incidente. Non volevo uccidere Beatrice», avrebbe detto Massimo Parlanti, 43 anni, ex marito di Beatrice Ballerini, la 42enne madre di due figli assassinata giovedì pomeriggio nella villa di Nievole sulle colline di Montecatini. Il colpo di scena poco dopo le due di notte. Parlanti, imprenditore, già titolare di un sugherificio a Pieve a Nievole fallito tre anni fa, si è presentato spontaneamente nel tardo pomeriggio alla caserma dei carabinieri di Montecatini Terme insieme al suo avvocato.
«DICHIARAZIONI SPONTANEE» - «Voglio fare spontanee dichiarazioni», aveva detto ai militari e al sostituto procuratore Claudio Curreli. Poi il racconto, messo a verbale, con l’incontro con l’ex moglie e forse l’ultimo litigio che ha generato la tragedia. Già in mattinata contro di lui si erano profilati gravi indizi. Il primo riguardava l’orario del delitto che l’autopsia sul corpo della donna aveva definitivamente svelato: Beatrice Ballerini è stata uccisa tra le 15,30 e le 16 di giovedì, e proprio a quell’ora Parlanti si era incontrato con la donna prima di uscire dalla villa per andare a prendere i due figli, di 7 e 10 anni, a scuola a Campi Bisenzio.
LA PELLE SOTTO LE UNGHIE - Altri indizi di colpevolezza, secondo alcune indiscrezioni ancora tutte da verificare, erano poi arrivati dall’analisi delle impronte digitali sul telefonino della donna trovato dai carabinieri all'interno di un cassonetto a poche centinaia di metri dalla villa teatro del delitto e dai primi, se pur ancora incompleti, risultati del Dna effettuati dai Ris di Roma sulle tracce di sangue e i lembi di pelle del presunto killer trovati sotto le unghie della vittima e sui vestiti dell’ex marito. Anche i graffi sul volto dell’imprenditore avevano insospettito gli investigatori. «Me li ha fatti mio figlio più piccolo mentre giocavamo», aveva detto Parlanti ai carabinieri che però erano apparsi da subito poco convinti della spiegazione.
«LITIGI CONTINUI» - Da quando avevano deciso di separarsi, un anno fa, i rapporti tra Massimo Parlanti e Beatrice Ballerini erano diventati sempre più tesi. «C’erano litigi continui», aveva raccontato il fratello della donna. Gli ultimi avevano riguardato la vendita della bella casa colonica di Nievole, teatro del delitto, nella quale la coppia aveva vissuto molti anni insieme ai figli. E soprattutto la decisione di Beatrice di trasferire la scuola dei figli a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, dove anche lei aveva deciso di abitare per avvicinarsi ai genitori. Massimo Parlanti, prima del fermo di ieri, aveva raccontato di aver incontrato alle 15.30 nella villa di Nievole e di averla lasciata poco dopo. «Stava bene, non aveva nessun problema. Credo che sia stata uccisa durante una rapina», aveva ipotizzato agli investigatori. Che avevano ascoltato a lungo anche la compagna dell’imprenditore, un’infermiera della zona. La madre della vittima, Vanna Carpetti, ai giornalisti aveva confessato di avere «pensieri sul possibile assassino» ma di non poter dire nulla. E aveva aggiunto di essere convinta che gli investigatori («tutto eccezionali») avrebbe presto risolto il giallo.
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