Erano i primi mesi del suo governo. E' passato un anno, e i fatti hanno dato ragione agli "allievi" e non al preside. Questo episodio per ricordare che "il modo ancor m'offende" di cui Monti si lamenta per come è stato sfiduciato da Alfano nel discorso di quest'ultimo alla Camera, non ci commuove. Il personaggio è dotato di ironia british gradevole ma solo se è lui a farla. Io di amici così, a Roma, ne ho : spiritosi, dotati di battute al cianuro fulminanti ed esilaranti. Ma GUAI non dico ad usare la stessa arma con loro....basta molto meno...un "secondo me sbagli" è già una lesa maestà. Da noi si chiamano "rosiconi" ed è un virus in città diffuso peggio della peste nella Milano manzoniana.
Monti è appunto un "rosicone", e lo cela molto male. Questo a prescindere dal merito ( io credo che l'accelerazione berlusconiana sia stata fatta per spiazzare i SUOI, metterli di fronte al fatto compiuto, piuttosto che per fare un dispetto al Premier, che comunque aveva le settimane contate ) e dai modi di Alfano. Peraltro, io ho letto le parole del segretario del PDL e non vi ho trovato nulla di offensivo nella forma. Mancava qualche grazie per l'opera resa ? Beh , in genere non ne sento quando viene ritirata la fiducia. In tanti scrivono che dobbiamo essere grati a Monti, senza il quale l'Italia sarebbe stata nel baratro. Può darsi, io so che bene non stiamo, e nel dirupo ancora non è caduta la Grecia che sta peggio di noi da molto più tempo e il cui fallimento non sarebbe esiziale come il nostro....E comunque, da quello che ho visto, determinazione e risultati, avrei - e farei - a cambio di Mario : Draghi a guidare l'Italia e Monti in Europa, dove più piace a lui e ai suoi ammiratori europei.
Vedremo che farà ora, che ha "le mani libere" come ha sibillinamente dichiarato....
Il sospetto è che il "potere" sia una droga difficile da smettere, e che i mafiosi potrebbero avere ragione "cumannari è megghio che fottere" .
Condivido l'articolo di Giacalone sul passo d'addio di Monti
Buona Lettura
Il treno delle elezioni prevede una fermata alla stazione
della legge di stabilità, che sarà approvata. Dopo di che comincerà il già
iniziato viaggio verso le urne. A conti fatti, si tratterà di un anticipo di
qualche settimana. Nulla di epocale. I problemi veri arriveranno dopo, quando
si tratterà di prendere la coincidenza e ripartire per la nuova legislatura.
Quindi anticipo il punto cui voglio arrivare: meglio prenotare subito la copertura
di Mario Draghi e degli strumenti messi a punto dalla Banca centrale europea,
in modo da non trovarsi a trattare in condizioni di grande debolezza.
Standard & Poor’s prende lucciole per lanterne, quando
manifesta la preoccupazione che nella prossima legislatura non ci si scapicolli
a realizzare le fenomenali riforme messe in cantiere dall’attuale governo,
nonché contenute in quella specie di Ufo politico che è l’“agenda Monti”. A me
quelle cose fondamentali sono sfuggite, mentre ho visto commettere molti
errori. Inoltre ho visto crescere, ad un tempo, la pressione fiscale, la
recessione e il debito. E faccio fatica non solo a considerarlo un successo, ma
anche solo una politica lungimirante. Ma S&P ci piglia lo stesso, perché il
punto è il seguente: se la prossima legislatura fosse il regno del caos, senza
solide maggioranze governanti; se la vittoria arriderà (come mi pare tutto, il
centro destra compreso, tende a propiziare) ad una sinistra che considera
sinonimi “sviluppo” e “spesa pubblica”; allora è evidente che si considererà
peggiorata la condizione del malato-Italia. Anche se, magari, non sarà successo
nulla e se il malato mostra non pochi punti di forza e salute.
Anzi, mettiamola così: il paziente in questione ha un
fisicaccio resistente, un cuore che tambureggia e una muscolatura
ragguardevole, se non proprio tonica, ma ha un sistema nervoso a pezzi.
Giovedì, tanto per dirne una, lo spread è salito e tutti sono corsi a dire che
era colpa di chi non aveva votato la fiducia, venerdì s’è teorizzata la fine
del governo Monti e lo spread è sceso.
C’è in giro un esercito di schizzati,
per i quali la realtà è solo un fastidioso incomodo a che prenda corpo il
delirio.
Né a destra né a sinistra sento suonare le trombe della
guerra al Pusp, il partito unico della spesa pubblica. Già me la vedo, la
campagna elettorale nel corso della quale non si rimprovererà al governo (come
qui sosteniamo) quel che non ha fatto, ma si prenderanno le distanze da quel
che ha fatto. Già sento le parole: equità, sostenibilità, giustizia. Tre parole
che m’inducono a tenere stretto il portafoglio, perché già so che mi
costeranno. Ecco, quando questa sarà la scena, alla stazione elettorale,
S&P avrà azzeccato la previsione sbagliata.
Ragionando di Matteo Renzi ho scritto che il ricorso alla
scudo europeo, per mettere al riparo i titoli del nostro debito pubblico dalla
speculazione, cambierà totalmente il campo di gioco, sicché non ha senso
aspettare ad entrare. Quando a quell’appuntamento saremo arrivati con imperante
il Pusp, che non sta solo a sinistra (ove ha legioni di volontari festanti), ma
che si trova anche in quel centro senza centralità e in quel moderatismo della
convivenza e permanenza, allora sarà compromessa la nostra sovranità. E si
ricordi un dettaglio: passeremo due mesi nell’ingorgo istituzionale e avremo un
governo pericolante in partenza, il tutto mentre entrerà nel vivo la campagna
elettorale tedesca. Trattare, in quelle condizioni, sarà un terno al lotto.
La crisi dell’euro ha fin qui trovato un solo medico: Draghi.
La clinica in cui opera, la Bce, aveva un primario, Jean-Claude Trichet, che
ritiene l’Esm (European stability mechanism) uno strumento da usarsi per
costruire un’Unione europea meno scombiccherata. Dentro l’Esm è stato messo un
antibiotico, l’Omt (Outright monetary transaction), che serve a curare
l’infezione degli spread. Direi che è il caso di prenotarne qualche scatola.
Magari non sarà necessario prenderlo, ma meglio avere la ricetta pronta. Fuor
di metafora: meglio negoziare oggi le condizioni. Lo faccia Monti. Il suo punto
forte sono i rapporti europei, li usi e metta l’esito elettorale al riparo.
Riparando noi tutti dal risultato elettorale.
Del resto, come qui si sostenne, sarebbe stato meglio votare
quando il governo Berlusconi ha cominciato la sua crisi, nell’estate del 2009,
e sarebbe stato meglio votare dopo che quella stagione è finita, con la firma
della lettera alla Bce e alla Commissione europea. Ora che alle urne si arriva,
meglio attrezzarsi a che il sistema nervoso disturbato e una classe dirigente
fallimentare non arrechino troppo danno all’Italia che produce ricchezza.
Perfetta l'analisi di Giacalone e, come al solito, lucido il tuo commento. Perchè, qualche volta, non commentare anche articoli con i quali non si è proprio in sintonia, magari contestandone le tesi, ad esempio come quello di Luca Ricolfi sulla Stampa? UNCLE
RispondiEliminaCaro Zio, io mi vanto d provare a leggere un po' di tutto, però non compro tutti i quotidiani. Ricolfi, come e più di Diamanti, è uno dei miei commentatori di sinistra preferiti, ma scrive sulla Stampa e non sempre ho modo di leggere i suoi interventi. A suo tempo comprai due suoi libri di critica alla pressione fiscale in Italia, eccessiva e destinata ben più a sprechi e clientele che non ai servizi. Però se leggi bene, mi capita di riportare i commenti di pensatori non in linea col pensiero del Camerlengo, e anche meno graditi di Ricolfi, come MAssimo Mucchetti, che ha la comodità di scrivere sul Corriere della Sera. SUlla questione di Berlusconi però ho fatto un proposito natalizio : andare OLTRE.
RispondiEliminaIn una discussione su FB ho scritto questo intervento e mi sforzerò di attenermici :
Gentile Maestro, premesso che la penso come te, e quindi, nella fattispecie, l'esatto contrario di quanto postato dall'amico Riccardo (a cui voglio bene lo stesso ) , mi permetto di proporti un umile consiglio che ho deciso di seguire facendo mia l'esortazione del buon Baricco...se non altro per evitare, da qui alle elezioni (e per fortuna che stavolta il Cavaliere non vincerà, se no chi ci salverebbe mai dai capuleti e i montecchi ?? ) un travaso di bile al giorno... ANDARE OLTRE. Il famoso affabulatore lo diceva a proposito di quelle persone con cui è inutile parlare. Ecco, nella fattispecie si può circoscrivere la cosa all'argomento BERLUSCONI. In fondo, sarà stato possibile vivere a Verona ignorando gli uni e gli altri no ?