Il detto popolare "ad ogni morte di Papa" che appartiene alla mia infanzia , deriva da due elementi frequenti : chi diventa Pontefice vive e a lungo e governa la Chiesa fino alla sua morte.
In una storia ormai millenaria, solo in altre cinque occasioni non è stato così.
San Clemente I, Papa Ponziano, Papa Silverio, Benedetto IX e Celestino V furono i soli ad abdicare.
Celestino V fu anche il primo Papa che volle
esercitare il proprio ministero al di fuori dei confini dello Stato Pontificio,
Uno dei primi atti ufficiali
fu l'emissione della cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce
l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri
peccati si rechino nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, nella città
dell'Aquila, dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Fu così istituita la
Perdonanza, celebrazione religiosa che anticipò di sei anni il primo Giubileo
del 1300, ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese.
Dante non fu tenero con questo Papa, chissà cosa avrebbe detto delle "dimissioni" di quello odierno.
Pochi anni fa , nel 2011, Nanni Moretti fece un bel film, Habemus Papam, protagonista un bravissimo Michel Piccoli, che anticipò il tema di un Papa che vive come insopportabile il fardello della guida della Chiesa.
Benedetto XVI del resto aveva quasi 80 anni quando fu scelto, e oggi, ad 86, ci può comprendere che l'età gli consigli il ritiro. Quanto Papa Wojtyla salì al soglio pontificio aveva solo 58 anni, e ben altra energia che infatti fece valere. Insomma, forse i padri Cardinali che saranno nuovamente a scegliere il successore di Pietro sarà bene che tengano conto anche di elementi terreni quali la salute e l'anagrafe del nuovo Papa.
Il gesto, personalmente, mi colpisce in modo positivo, come sempre quando posso legittimamente pensare ad una assunzione di responsabilità che significa, talvolta, anche comprendere che bisogna LASCIARE perché non si è più in grado. Quasi incomprensibile in un Paese dove le posizioni di potere non si lasciano MAI. Per questo trovo demenziali i commenti dei soliti anticlericali in servizio permanente effettivo che vanno in orgasmo ogni volta che possono scrivere contro la Chiesa. Io, purtroppo per me, non ho avuto in dote una grande FEDE. Mi definisco non un ateo, ma temo un agnostico. Da amante della Storia conosco bene gli errori e anche gli orrori di cui si è macchiata la chiesa di Roma nei secoli. Ma non è una esclusiva. Può colpire di più che determinate cose siano venute da coloro che si professavano ministri di Dio e predicatori di un libro di pace e di amore come il Vangelo. Però la Chiesa Cristiana e Cattolica non è stato solo questo.
Vi lascio all'articolo postato dal Corriere on line dopo il lancio dell'ANSA della clamorosa notizia.
L'ANNUNCIO IN LATINO DURANTE IL CONCISTORO PER LA CANONIZZAZIONE DEI MARTIRI DI OTRANTO
Il Papa si dimette dal pontificato
«Lascio per il bene della Chiesa»
«Le forze e l'età avanzata non più adatte al ministero». L'ipotesi di lasciare avanzata già nel 2010 in un libro-intervista
Papa Benedetto XVI
«Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Con queste parole papa Benedetto XVI annuncia che lascerà il pontificato dal prossimo 28 febbraio. Lo fa personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto.Joseph Ratzinger, 86 anni il prossimo 16 aprile, era stato eletto papa dal conclave il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II.
L'annuncio in latino
LE PAROLE DEL PAPA - «Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa» dice Benedetto XVI aprendo il discorso delle sue dimissioni (leggi il testo integrale).
«Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede - spiega il Pontefice - per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». «Per questo - aggiunge -, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro».
«Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede - spiega il Pontefice - per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». «Per questo - aggiunge -, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro».
PADRE LOMBARDI: «AVEVAMO NOTATO LA STANCHEZZA» - «Un fulmine a ciel sereno» commenta il decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano. «Una decisione che ci lascia con l'animo carico di dolore e di rincrescimento. Ancora una volta Benedetto XVI ha offerto esempio di profonda libertà interiore» reagisce il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. A poco più di un'ora dall'annuncio, parla il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Federico Lombardi. «Il Papa dice che il vigore fisico negli ultimi mesi è diminuito. Questo forse anche noi lo avevamo notato. Un po' di stanchezza e affaticamento maggiore rispetto al passato» ammette. Ma, precisa, «non risulta nessuna malattia in corso che influisca su questo tipo di decisione».
«L'età pesa su di lui. Mio fratello vuole più riposo» conferma alla stampa tedesca il fratello del Papa, Georg Ratzinger, che dice di essere al corrente della decisione da mesi. E spiega che da tempo il Pontefice fatica a camminare e che il suo medico gli ha consigliato di sospendere i viaggi oltreoceano.
«L'età pesa su di lui. Mio fratello vuole più riposo» conferma alla stampa tedesca il fratello del Papa, Georg Ratzinger, che dice di essere al corrente della decisione da mesi. E spiega che da tempo il Pontefice fatica a camminare e che il suo medico gli ha consigliato di sospendere i viaggi oltreoceano.
L'Angelus di domenica
LA SUCCESSIONE - Lo stesso Benedetto XVI affronta il tema di quanto accadrà adesso. «Dal 28 febbraio 2013, alle ore 20 - spiega nel suo discorso - la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice».
«Dal primo di marzo, dopo le dimissioni del 28 febbraio, inizierà l'iter per l'elezione. Per Pasqua dovremmo avere il nuovo Papa» ipotizza padre Lombardi in conferenza stampa.
«Dal primo di marzo, dopo le dimissioni del 28 febbraio, inizierà l'iter per l'elezione. Per Pasqua dovremmo avere il nuovo Papa» ipotizza padre Lombardi in conferenza stampa.
L'ANTICIPAZIONE: DIMISSIONI DIRITTO E DOVERE- Peraltro Joseph Ratzinger aveva anticipato l'ipotesi di una dimissione in «Luce del Mondo», un libro-intervista del 2010 sulla situazione che viveva in quel momento la Chiesa, cioè durante la bufera dello scandalo degli abusi: «Quando il pericolo è grande - aveva risposto -non si può scappare. Ecco perchè non è il momento di dimettersi. Ci si può dimettere in un momento di serenità o semplicemente quando non ce la si fa più. Ma non ci si può tirare indietro e dire ci pensi un altro. Quando giunge alla chiara consapevolezza di non essere in grado di continuare, in questo caso il Papa ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi».
LE REAZIONI - Immediate le reazioni, dall'Italia e dal mondo. A partire dal premier italiano Mario Monti: «Sono molto scosso da questa notizia inattesa». Fino alla Germania: «Il governo tedesco reagisce con emozione e turbamento» fa sapere il portavoce dell'esecutivo di Berlino.
I MEDIA E IL WEB - Ad annunciare le dimissioni del Papa è per primo, alle 11.46, un flash dell'Ansa. Che, in pochi minuti, fa il giro del mondo, subito rilanciato da Reuters, Cnn, al Arabiya,France Presse, Telegraph e Bbc.
E non manca la Rete: migliaia i commenti su Twitter, dall'Europa all'Asia, passando per il Medio Oriente.
Sul sito di microblogging, lo scorso dicembre, aveva creato un account lo stesso Benedetto XVI (@pontifex).
«Dobbiamo avere fiducia nella potenza della misericordia di Dio. Noi siamo tutti peccatori, ma la Sua grazia ci trasforma e ci rende nuovi», l'ultimo tweet.
E non manca la Rete: migliaia i commenti su Twitter, dall'Europa all'Asia, passando per il Medio Oriente.
Sul sito di microblogging, lo scorso dicembre, aveva creato un account lo stesso Benedetto XVI (@pontifex).
«Dobbiamo avere fiducia nella potenza della misericordia di Dio. Noi siamo tutti peccatori, ma la Sua grazia ci trasforma e ci rende nuovi», l'ultimo tweet.
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