Quarta elementare, 9 anni e da sempre problemi col cibo. Nessuna anoressia, semplicemente il bambino mangia solo pochissime cose... L'equilibrio nutrizionale ne risente, ma si spera che con l'età la cosa passi (in fondo è tipico dell'infanzia avere la predisposizione a cibi.schifezza e a gradire pochi piatti tradizionali. Carne, pesce poco graditi, le verdure non ne parliamo. Frutta, poca ). Intanto però alla mensa scolastica è un problema. Ci sono volte in cui il bambino non tocca praticamente cibo ed è anche lentissimo a mangiare quel poco che accetta. Al che le insegnanti cercano di trovare soluzioni atte a obbligarlo a nutrirsi almeno un po'....In un'occasione gli viene proibito di giocare nell'ora di ricreazione post pranzo, per non aver mangiato nulla o quasi, in un'altra viene lasciato a mensa perché mangi almeno qualcosa, mentre i compagni salgono per giocare.
Risultato, un padre di questi che sono sempre dalla parte dei loro "cuccioli" si presenta a scuola per lamentare la condotta delle insegnanti. Francamente non so bene pretendendo cosa...
Del resto, è lo stesso padre che ad una gita scolastica della figlia decenne, le promette che lei non sarà messa in camera con la compagna di scuola che in quel momento non le sta simpatica, e interviene con le maestre che accompagneranno la classe diffidandole in tal senso...Potete immaginare la simpatia di cui gode il personaggio...
Sono quelle persone ansiose ( ma francamente le definirei in ben altro modo ) che trasmetteranno il loro senso di pericolo, timore e inadeguatezza ai loro pargoli. Anche perché, con la scuola elementare e media ancora va bene, ma già ai licei dipende dove le iscrivi le "creature", perché in alcune scuole, quelle serie, ti pregano di rivolgerti ad altri istituti, come è BENE che sia. Figuriamoci poi all'Università...
A suo tempo Antonio Polito ha dedicato un paio di articoli su questa collusione tra figli viziati e genitori demenziali nella loro psicotica iper protettività , ed ha anche scritto un libro sul tema, attirandosi una marea di critiche.
Mi ricordo il commento di un padre che si vantava di aver sempre viziato la figlia, di essere fiero di averlo fatto e che lo avrebbe continuato a fare...
Oggi il Corriere della Sera torna sul problema di questi genitori sindacalisti dei figli, che a volte arrivano addirittura alle mani.
Vengono intervistati gli insegnanti, ma il loro pensiero lo si conosce : mal pagati, poco rispettati in società e ora anche nelle classi....Si chiedono sempre chi glielo fa fare....Io non ho buoni rapporti con la classe insegnante, forse perché ne ho conosciuti troppi anche in casa (nonna, madre, zia ...e poi troppe fidanzate e amiche ) , e domando come mai, visto che almeno i primi due dati, cioè stipendi bassi e scarsa considerazione sociale, sono da decenni esistenti, tantissimi si sono ostinati a dirigersi in quella direzione lavorativa, gonfiando le graduatorie di abilitati senza cattedra....Ciò detto, i genitori italiani, la parte di loro descritta, sono PEGGIO.
Io mi domando perché in questi reportage, non si vada anche da questi dementi a chiedergli "ma lei perché fa questo ??".
Senza contare che poi, gente siffatta, cresce figli incapaci di affrontare qualsiasi difficoltà, insofferenti a ogni forma di disciplina , convinti che il mondo giri intorno a loro come i genitori pupari bivalenti (nel senso di burattinai, pronti a diventare burattini ) che li hanno cresciuti.
Dopodiché scattano anche i risarcimenti danni....eh sì perché, per fortuna, questi genitori sono tenuti al risarcimento dei danni provocati dalla loro prole ribelle e anarcoide. Se le classi vengono deturpate, se il materiale scolastico danneggiato, poi sono i genitori a dover pagare e finalmente qualche preside si muove in questo senso. Proprio l'altro giorno ho riportato la sentenza del Tribunale di Genova dove i genitori di due figli , uno minorenne, che avevano tentato di uccidere un coetaneo, sono stati condannati ad un risarcimento danni di 822.000 euro. Io ho scritto che conto di leggere le motivazioni della sentenza, perché sono un fautore della responsabilità individuale, e per una condanna del genere confido che il Tribunale non abbia applicato astrattamente l'art. 2048 del codice civile (che prevede la presunzione di responsabilità per Genitori e tutori dei minori per i danni da questi ultimi provocati a terzi ) ma abbia raccolto prove idonee a dichiarare la colpa di questi genitori per l'inadeguata crescita dei figli. Ma lì si trattava di tentato OMICIDIO. Quando ci troviamo di fronte a cose più piccole, come i vandalismi, le prepotenze violente coi compagni, beh...mani al portafogli cari genitori Coker...
Un mio amico cliente, da me avvertito, è corso a stipulare una polizza per il figlio 14enne per la RC verso terzi : Massimale : 2 milioni di euro...Per non sbagliarsi...
Ecco l'articolo del Corriere...
CRESCE IL CONTENZIOSO A SCUOLA
Quei genitori sindacalisti dei figli
«Lo cambi di banco? Ti denuncio»
Da Milano a Palermo: docenti sotto accusa per un rimprovero o per aver requisito un cellulare. I prof: insegnare impossibile
FAMIGLIE ANSIOSE - Imperia, scuola elementare. La bimba, sei anni, graffia e punta la matita contro i compagni. La maestra la fa sedere vicino alla cattedra. I genitori minacciano un esposto alla Procura: così la danneggiano psicologicamente. «Li ho chiamati, ragionando è stata trovata una soluzione. Abbiamo fatto dei gruppi, che a turno girano nella classe». In questo modo Franca Rambaldi, a capo dell'ufficio scolastico provinciale, è riuscita a calmare le acque. «Le famiglie sono troppo ansiose, vanno subito in crisi, si irritano facilmente, alla minima difficoltà partono all'attacco». I genitori non si fidano più degli insegnanti, credono che tocchi a loro sopperire all'educazione inadeguata, alle carenze della scuola. Insomma, si sentono «sindacalisti dei propri figli». «Se non si restituisce dignità alla professione degli insegnanti, se non si rinnova la partecipazione dei genitori e degli studenti, allora la microconflittualità è destinata a crescere», ipotizza amaramente Gianna Fracassi, segretaria della Flc-Cgil.
PROF ALL'ANTICA - I docenti si sentono sotto assedio. «Non metta per favore il mio nome, non voglio avere problemi...». Chi parla insegna in un liceo psicopedagogico della provincia di Milano. È una prof all'antica. «Lo ammetto, sono un po' rigida. Ma le regole vanno rispettate». Ogni giorno è una trincea. Capitolo primo: «Vedo una studentessa durante la lezione che armeggia con il cellulare. Le chiedo di consegnarmelo. Lei si rifiuta, glielo ritiro. Il papà va dalla preside, dice che gliel'ho strappato, che non era mio diritto...». Capitolo secondo: i compiti in classe. «Vogliono le fotocopie, controllano le correzioni. Cercano di incastrarti, di sindacare il tuo lavoro...». A una collega di Treviso, istituto professionale, è andata peggio. Anche lei preferisce restare anonima. «C'è un ragazzo che insulta i compagni. Io lo rimprovero, ma, mi creda, in modo tranquillo. Il padre si arrabbia, inizia a mandare lettere: mi accusa di essere un cattivo docente, di manipolare gli studenti. Scrive al preside, al provveditore...». Va a finire che viene chiamata a Roma, audizione alla sezione disciplinare del ministero. «Prima di me ascoltavano un pedofilo... Per fortuna i ragazzi hanno testimoniato in mio favore...». Dice che di storie così ce ne sono tante. Racconta che, sempre a Treviso, hanno scoperto degli studenti che per gioco facevano la pipì a terra. Il preside ha ordinato loro di pulire. I genitori hanno minacciato denuncia: violazione delle norme igieniche.
DISAGIO IN CLASSE - I sindacati raccolgono ogni giorno casi e lamentele. «In classe si vive con molto disagio - osserva Massimo Di Menna, della Uil scuola -. Il docente conquista a fatica il riconoscimento della sua funzione. E molti sono spinti a pensare: ma chi me lo fa fare...». Giacomo Siracusa, insegna a Palermo, scuola primaria. «Una mia collega ha impedito a un bambino di dare fastidio ai compagni. I genitori hanno invece detto che l'aveva picchiato, l'hanno portato al pronto soccorso. Si sono fatti fare il referto. Tutto inventato. Siamo scoraggiati, amareggiati». Il segno di quanto sia serio il conflitto lo danno i dati del 114, il numero dell'Emergenza infanzia gestito dal Telefono azzurro. Tu ti aspetti che chiamino per violenze o episodi gravi. E invece uno su cento telefona per denunciare «difficoltà relazionali con gli insegnanti». Episodi come questo. Una madre di un bambino di 9 anni si sfoga con l'operatrice: «Mio figlio ha problemi di adattamento, ma gli insegnanti invece di aiutarlo lo puniscono ingiustamente...». Il 114 raccoglie la testimonianza, contatta la scuola. La dirigente spiega che «la madre è una persona poco collaborativa, che urla e insulta...». Viene organizzato un incontro, c'è anche il servizio sociale. La situazione migliora: la madre diventa più disponibile, il bambino finalmente si integra. La soluzione in fondo era semplice: bastava guardarsi negli occhi e dialogare.
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