mercoledì 10 aprile 2013

"E POI NON HA RESPIRATO PIU'" : I PRIMI VERBALI DELLE DUE QUINDICENNI DI UDINE


Et voilà...in piene indagini, con tutta una serie di dubbi e domande da chiarire, eccoti sul giornale stralci dei verbali dell'interrogatorio di Thelma e Louise (giustamente non vengono pubblicati i nomi veri delle due ragazze di Udine, anche se dalle loro parti immagino che tutti sappiano ormai chi siano e presto lo sapremo anche noi...)  che hanno confessato l'uccisione di Mirco Sacher, un amico di famiglia, più esattamente della nonna di una delle due (infatti aveva 67 anni, non un giovanotto...).
Come già trapelato dalle primissime ore, le incongruenze nelle dichiarazioni delle due ragazze sono tante e aumentano....
Avevamo già sottolineato ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/04/omicidio-di-udine-thelma-e-louise-non.html ) la stranezza di un uomo, anziano, che tenta di molestare DUE ragazze giovani, che lo conoscono benissimo e che potranno denunciarlo...Un raptus ? L'uomo, a dispetto della foto, viene descritto come uno tranquillo, affidabile. Tanto è vero che non era raro che le due ragazze si rivolgessero a lui per un passaggio in auto al centro delle città.  E poi....uccidere un uomo soffocandolo...non è cosa semplicissima per delle adolescenti.
Tra l'altro, si apprende, i tre avevano pranzato insieme, prima di salire in auto per il passaggio in centro. Perché le molestie in auto anziché nell'appartamento ? Mah, magari il timore delle urla e dei vicini....Però anche lì dove è accaduto il delitto, della gente passava...tanto è vero che la macchina sarebbe stata vista e l'uomo ritrovato poco dopo la sua morte.
Stranissima anche la fuga, con le due ragazze che dichiarano di non aver mai guidato. Una delle due s'improvvisa al volante e la coppia immagina in un primo momento di andare a Firenze, dove si trova il padre separato di Thelma...Il progetto abortisce subito, per mancanza di soldi...Poi l'incontro in treno con due ragazzi più grandi (uno in fuga da casa...) che per fortuna le convincono a presentarsi in caserma...
E le famiglie delle due ? Le giovani mancano da casa da prima di pranzo (sono infatti ospiti dell'amico della nonna di Thelma)  e a notte inoltrata ancora non sono rientrate...Sono due minorenni, almeno dall'ora di cena qualche ricerca ? E queste due ragazze, dall'omicidio , occorso attorno alle 15, alla costituzione, avvenuta alle due della notte, per 11 ore non pensano mai di contattare qualcuno della famiglia dopo quanto accaduto ? Meglio due giovanotti incontrati per caso sul treno ?
Come vedete, domande molte, tanto che il Procuratore che sta svolgendo le indagini dichiara espressamente che il puzzle, così come descritto dalle due ragazze, non combacia affatto.
Intanto qualcuno inizia a parlare di due "bad girl", e non due povere vittime di un tentativo di stupro al quale si sarebbero ribellate con esiti drammatici ...
Ecco la nuova puntata del giallo, nella cronaca del Corriere della Sera





DELITTO DEL PENSIONATO, I VERBALI DELL'INTERROGATORIO

Udine, il mistero delle 15enni:
non avevamo mai guidato

La confessione delle ragazze: l'abbiamo preso per il collo. Gli inquirenti: nel loro racconto molte incongruenze

Mirco Sacher, il pensionato 67enne trovato senza vita domenica (Ansa/Lancia)Mirco Sacher, il pensionato 67enne trovato senza vita domenica (Ansa/Lancia)
TRIESTE - La colazione a tre, poi il pranzo a casa di lui, il primo approccio in macchina nelle campagne di Buttrio, le ragazze che reagiscono e, fuori dell'auto, lui che ci riprova e loro che lo uccidono. «Ho buttato Mirco a terra e da lì, forse, lui ha preso per un polso Anna (i nomi delle due minorenni sono di fantasia, ndr ), così è caduta a terra anche lei», ha confessato Paola con un filo di voce nel lungo interrogatorio davanti al pm del Tribunale per i minorenni di Trieste, Chiara Degrassi. «Io mi sono seduta sopra di lui - ha proseguito -. Gli afferravo i polsi e sono finita fra le spine. Quando lui ha tentato di rialzarsi Anna l'ha preso per il collo. Poi l'ho preso anch'io, respirava ancora, respirava... e poi non ha respirato più e siamo andate via». Le agghiaccianti parole della quindicenne e, prima di lei, della sua amica hanno indotto la procura triestina a chiedere la convalida del fermo e il trasferimento delle due studentesse in una casa di prima accoglienza, in attesa della decisione del giudice e, soprattutto, dell'autopsia prevista per oggi sul corpo di Mirco Sacher, il sessantasettenne pensionato trovato senza vita domenica scorsa in un campo della periferia di Udine.
Dopo il delitto, l'incredibile fuga con la Fiat Punto dell'uomo. Al volante si è messa Anna e la racconta così: «Era la prima volta che guidavo la macchina. Avevo provato solo a metterla in moto e mi si era spenta». Surreale. Al punto che gli inquirenti hanno disposto una prova per lei allo scopo di verificare se è davvero in grado di guidare. Il racconto è comunque quello di una Punto che gira impazzita per un'ora e mezzo verso un casello dell'autostrada. Anna parla di Udine Sud. «Mi sembra quasi Udine Nord», dice l'altra. Una cosa è certa: alle 17.20 (l'omicidio è stato commesso intorno alle 15) il passaggio dell'auto viene registrato da una telecamera fissa fra Udine Sud e Palmanova, filmato al vaglio degli inquirenti. «Volevamo andare a Firenze, da mio padre». Ma non avevano né benzina né denaro. «Non potevamo pagare neppure il casello e così abbiamo lasciato la macchina all'autogrill di Padova». Anche le ultime pagine dell'avventuroso racconto di Anna e Paola sono sorprendenti. Ora sono sulla via del ritorno, a Mestre, e in treno incontrano i due ragazzi (di uno i genitori avevano denunciato la scomparsa il giorno stesso) che le convinceranno a costituirsi. «Prima avevamo detto di essere scappate di casa e loro ci hanno consigliato di tornare a casa. Poi abbiamo cominciato a raccontare la verità e loro ci hanno detto di andare in caserma».
Insomma, una confessione decisamente anomala. Sulla quale il procuratore capo del Tribunale per i minorenni di Trieste, Dario Grohmann, con il quale lavora il capo della Mobile di Udine Massimiliano Ortolan, ha allargato le braccia: «Al momento, nonostante le perplessità e le incongruenze, non c'è nulla che possa far pensare alla presenza di terze persone sul luogo del delitto e anche dopo. Certo, rimangono molti interrogativi: perché un uomo tranquillo cerca di aggredire da solo due ragazze? Perché non scappare a piedi una volta uscite dalla macchina? Perché girare per un'ora in città?».
Fra i palazzi popolari dove abita Anna c'è un'amica e compagna di scuola di entrambe, un istituto tecnico. «Sono allegre, sveglie, sempre curate, qualcuno dice esuberanti ma io dico simpatiche. Anna vive con la madre che è separata, Paola con il padre e due fratelli. Ha perso la madre tanti anni fa. Anna a scuola ha avuto un richiamo per le assenze, ne faceva troppe. Paola, invece, è stata proprio sospesa perché rispondeva agli insegnanti». Insomma, non proprio studentesse modello. Quanto a fidanzati, ne ricorda uno in particolare. «Anna stava con un rom e con lui ha avuto qualche problema». Ne sanno qualcosa in procura: si trattava di un'estorsione architettata dal ragazzo nei confronti di un omosessuale: «Ma la posizione della ragazzina era stata archiviata», assicura Grohmann. Oggi è diverso: omicidio volontario o preterintenzionale nei confronti dell'amico della nonna. La quale sospira: «Era un nonno acquisito per lei, gliela affidavo a occhi chiusi: mai avrei pensato che la potesse molestare».

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