mercoledì 15 maggio 2013

UN INCONTRO...UNA VITA FA



Una storia romantica ? Magari un po'.
Vera ? Forse.
DI quando ? 100 anni fa....
Dedicata alle mie amiche....




Sei concentrato, teso, di una tensione giusta, che conosci. LA tensione dei momenti importanti.. L’hai atteso tanto questo momento e adesso sta per accadere. Vedrai Giulia  ed entrerai dentro di lei.
Questo vuoi, ad ogni costo, come non ti era mai accaduto prima, perché mai prima un momento così è stato a lungo pensato e desiderato senza poter essere realizzato.
Non la ricordi Giulia , se non vagamente. Sono passati più di cinque mesi da quel giorno di giugno e Giulia  l’hai vista in tutto tre volte !  Non c’è niente di normale, di ordinario in tutto questo ma non ha importanza.  Il cuore voleva evidentemente certe emozioni e la mente , aiutata da tante particolari circostanze, gliel’ha date.
Ora però l’incontro di anime si deve completare, a costo di rompere i sogni.
Sei arrivato in anticipo, aspetti, ma non con ansia. Sei deciso, quella bella sensazione che conosci, che sai di avere nei momenti importanti. Non sempre purtroppo, però sai che può essere nelle tue corde.
Giulia  arriva, su una polo  rossa, contromano…
LA vedi e non la riconosci. Anche lei non ti riconosce , ma ci sei solo tu nel piazzale e quindi lei sa che devi essere tu, e ti sorride imbarazzata ed emozionata. Chissà che avrà provato vedendoti. La  sensazione primordiale, a pelle, come si dice, prima che la sua mente – fervida, meravigliosa e pericolosissima - si metta in moto…
LA tua è che Giulia  è affascinante  e quando apri lo sportello e vedi il suo sorriso, bello , luminoso anche se non d’amore, pensi : si,  vorrei questa donna al mio fianco. E’ un pensiero immediato, la risposta ad una domanda venuta chissà da dove perché non è questo che a livello conscio ti eri chiesto fino a quel momento. Ed invece è la prima sensazione che hai.
Entri in macchina, lei è emozionata e vuole comunicarti la sua emozione. Tu no. Tu senti solo che sei stranamente contento e sicuro. Non di lei, di te.
L’albergo è vicino. Per fortuna è bello ( avevi terrore di un albergo squallidino, triste) , non caldo ma elegante. Nessun problema alla reception. Giulia  ha già pagato il conto, ti dispiace, non doveva, sei tu l’uomo, il cavaliere, ma dentro sei contento : anche Giulia  ha voluto quel momento e l’ha costruito con te e anche più di te.
L’ha costruito, più di te… MA tu l’hai voluto più di lei e tutta la giornata lo dimostrerà.
Saliamo in stanza, Giulia  è sempre emozionata, ha sete, le mani le tremano. Tu la guardi e ti riempi gli occhi di lei : elegante, bel vestito, bel trucco, belle scarpe…
Finalmente l’abbracci, è la prima volta ed è bello. Lei aderisce a te, si fa sentire e tu senti il desiderio che sale. Fino a quel momento erano solo gli occhi, finalmente è arrivato anche lui…
Si spoglia, rimane in intimo e calze. Il corpo di Giulia  è bello ed inaspettato. E’ magra, come ti diceva, ed in effetti si intuisce che nel suo peso ideale Giulia  sia ancora più bella, fiorente. MA tu noti cose che non avevi visto : le gambe, belle, lunghe, modellate. Non le pensavi così, non ricordavi una Giulia  alta. Ti spogli , ti avvicini, cominci a baciarla, ma i suoi baci sono timidi, frenati. Le sfiori il corpo con le labbra ma capisci subito che non puoi rimandare la cosa che veramente vuoi, la cosa che – insieme all’altra – ti ha portato li : entrare dentro di lei, sentire lei e sentirti unito a lei. E quindi lo fai.
Ci sono poche cose belle come unirsi ad una donna che senti…Sei stato con diverse donne ormai, non tantissime , non sei un play boy, ma comunque le fidanzate non sono state le uniche…la differenza la sai e con Giulia  la rivivi.
Non è sesso, Non c’entra nulla. MA non è nemmeno amore, non ancora .
Ed infatti non fate l’amore : Giulia  paga la sua promessa e tu prendi il tuo dono.
Tutto.
Non lasci niente, prepotente nella tua dolcezza.
Prendi, e Giulia  dà.
In una sorta di sacrificio pagano, Giulia  paga le emozioni belle e travolgenti di mesi passati a sognare ed immaginare. Giulia  è la sacerdotessa sacrificata, Claudio il Dio che riceve il dono.
Bello, bellissimo, e non importa se oggi l’amore non c’è. Lo cerchi negli occhi di Giulia , lo chiedi alle sue labbra e lei recita la sua preghiera, splendida sacerdotessa addestrata al rito. Non lo trovi.  MA stavolta Dio è buono con te e non ti ruba le emozioni bellissime che i tuoi sensi, tutti , stanno vivendo. Gli occhi, le mani, i sapori, gli odori…
Tutto.
Non hai nemmeno bisogno di finire, ma Giulia  questo lo chiede ed ha ragione lei : il rito deve concludersi … Ti vuoti in lei, in una sensazione di felice compimento. 
La tieni fra le braccia, la coccoli, la baci. Sei tenero e ci sei, ci sei ancora, anche senza più desiderio.
Lei no. Giulia  non c’è, non c’è mai stata del tutto. Si cerca, smarrita, e non si trova. Te ne accorgi, ma non dici nulla. Comunque sei contento di quei doni, sei grato alla tua sacerdotessa.
Se scoprirai che le tue peggiori paure si sono realizzate, se vedrai che il Claudio reale ha irrimediabilmente (ecco, irrimediabilmente, è il termine giusto, perché che perdesse era inevitabile) perso il confronto con il Claudio ideale, sarà brutto e doloroso.
MA questo non accadrà oggi.
Ti accompagna all’aeroporto, è triste. Tu no. Malinconico, certo, ma non triste, sei troppo contento dei tuoi doni, del tuo cerchio perfetto.
Domani  ti chiederai se c’è ancora una linea, ma oggi era importante chiudere una storia iniziata cinque mesi fa. La vita è fatta di tappe, questa era una e per te il traguardo è stato bellissimo.
Nel parcheggio dell’aereoporto lei ti cerca, cerca i tuoi baci , le tue carezze, si fa ancora esplorare…LA sensazione è sempre quella di una Giulia  che cerca se stessa, i suoi sogni, la corrispondenza tra sogno e realtà. Fa tenerezza Giulia .
E qui sta l’altra cosa che ti ha portato li : la voglia di verità.
Ricordi una leggenda che ti aveva commosso da ragazzo.
Un bambino, di stirpe regale , viene rinchiuso dall’usurpatore del regno dentro una botte e gettato in mare. La botte è grande per il bambino piccolo ma lui, naturalmente, cresce e per non rompere la botte e rischiare di affogare inizia a rannicchiarsi. Arriva un momento che solo tutto raccolto , piegato, costretto, riesce a stare dentro la botte. Può scegliere. Ormai è cresciuto, se resta raggomitolato la botte non si romperà e lui continuerà a vivere. Se si alza, la botte si romperà e lui quasi certamente affogherà.
Il principe si alzò.
Nel venire da te, nel farmi vedere per quello che sono e che tu avevi dimenticato e ricostruito nella tua mente, io mi sono voluto alzare , rompendo la botte dei tuoi sogni.
Nuoterò e forse non affogherò. O forse si, e sarà doloroso.
MA nella botte non volevo restare più.
In ogni caso, comunque sia e sarà, il 18 novembre è stato un giorno fantastico.
Questo nessuno me lo potrà più togliere..
E di questo dono io ti sarò grato per sempre.

1 commento:

  1. MARIA LAMPITELLA

    Queste parole sono una incredibile miscela di ansia e piacere, meraviglia e appagamento; ogni momento, vissuto nella narrazione così intensamente, evoca davvero in chi legge esattamente quello che vuole trasmettere. Quella sensazione che attraversa il sesso ma non è amore, "non ancora", é bellissima. Stefano tu le storie le sai raccontare, ed anche molto bene. Storia di vita che ti fa intravedere altra vita. Oceano Mare è una lettura che adoro; soprattutto l'amore di un uomo che scrive lettere d'amore da regalare alla donna che non conosce ancora: "Perché nessuno possa dimenticare che non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, mai". Grazie

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