domenica 2 giugno 2013

PROFESSORE DI URBINO CONFESSA (INNOCUO) AMORE SENILE, E FINISCE SULLA GOGNA.


Un po' amara questa storia di Urbino, dove non c'è un protagonista che è uno che faccia una figura appena decente. I particolari li trovate nell'articolo del Corriere che riporto in basso.
Dico perché non si salva nessuno :
- certo non il professore, che a 60 anni scrive biglietti d'amore a studentessa di 23 anni
- non la destinataria, che a 23 anni la prima cosa che fa è rivolgersi al fidanzato Otello (che se fosse stato uno normale, andava bene, ma lei, se ci sta insieme, lo saprà di che pasta è fatta ) che infatti mica le suggerisce di sorvolare, delicatamente far desistere il prof da questa infatuazione senile...no, si attacca al pc per mail offensive che gli valgono, pare, una prima querela
- del fidanzato abbiamo già detto. non so se è sempre lui o chi altri che rende pubblico il messaggio amoroso del prof., sputtandandolo alla grande. La cosa finisce sui giornali.
- infine, dulcis in fundo, interviene il Senato Accademico, su richiesta mi pare di capire degli organi rappresentativi degli studenti,  sanzionando il reprobo con un pubblico richiamo...
- il professore giura vendetta e si rivolge alla giustizia per la violazione della sua privacy (immagino la diffusione del suo biglietto) e della sua onorabilità. 
Veramente aveva mille volte ragione Nietzsche quando scriveva che   l'Etica era una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai  moralisti.
Una storia umana, vecchia come il mondo, con un uomo anziano che si innamora di una giovane. La moletsa, la importuna ? No, si rende solo ridicolo confessandoglielo in un biglietto d'amore.
Bastava ignorare, con un pizzico di compassione.
Invece no, e naturalmente anche qui , dopo gli indignados in servizio permanente effettivo, interverranno i giudici, scomodati dalle immancabili querele.
Rivoglio i film in bianco e nero.

Urbino. Le parole «Oggi volevo dirti alcune cose, Ti amo moltissimo»

La rivolta contro il prof
che si dichiara a una sua studentessa

Le manda un biglietto d'amore, lei lo fotocopia e lo diffonde. L'università lo sanziona. Lui offeso pronto a far querela

UrbinoUrbino
ROMA - Se ne parlava anche ieri sera in processione, dietro alla statua di San Crescentino, il patrono di Urbino. Il tema nel Montefeltro è di grande attualità. Ma il professore protagonista della storia, 59 anni, ora è «molto amareggiato», «quando questa vicenda finirà non basteranno le scuse», promette al suo avvocato Tiziano Paoloni. Fin qui l'ha offeso soprattutto «la gogna», «lo scempio subìto», «il fango», «gli insulti». L'hanno fatto passare per «uno sporcaccione», «un pedofilo» e invece il suo era «un sentimento purissimo», espresso con candide parole in un biglietto che all'inizio di maggio lui ha avuto forse solo l'ardire (o l'ingenuità?) di consegnare finalmente, dopo averci pensato a lungo, a una sua studentessa del corso di Filosofia teoretica, all'Università «Carlo Bo» di Urbino. Qui potete leggerlo integralmente: «Oggi volevo dirti alcune cose, ma non mi sembra possibile, come vedi non siamo soli. Per il momento desidero dirti solo che ti amo moltissimo». Quest'ultima frase sottolineata due volte, poi la firma in calce. Una vera e propria rivelazione d'amore, così sembra. La ragazza, 23 anni, «biondina, minuta, acqua e sapone, per niente appariscente», così la descrivono gli altri studenti, quando a fine lezione è uscita dall'aula e ha letto quel biglietto è rimasta confusa, disorientata, così l'ha fatto leggere anche al fidanzato, studente a Urbino pure lui, che in preda alla gelosia però, comprensibilmente, ha reagito malissimo, ha scritto insulti via mail al professore (che l'ha querelato) salvo pentirsi un minuto dopo.
Il biglietto poi per vendetta è stato fotocopiato e ha fatto in fretta il giro dell'università, la storia così è finita presto sui giornali. È esploso il caso e il professore è stato sanzionato martedì scorso con un pubblico richiamo dal senato accademico, che ha votato all'unanimità, rettore compreso, anche se adesso il Magnifico, Stefano Pivato, definisce tutto questo clamore «esagerato». Forse, allora, come dice Debora Caporale, 22 anni, rappresentante degli studenti nel senato accademico, questa davvero è solo «la storia di un professore che a 60 anni, sentendo avvicinarsi l'autunno della propria esistenza, riscopre improvviso il piacere della primavera». E si dichiara.
«Ma non c'erano mai state avances, mai approcci sessuali, niente di erotico, nessuna violenza e nessun ricatto, solo una volta lei era a casa malata e lui si offrì via mail di prenderle dei medicinali...», racconta ancora Debora, che ha parlato con la ragazza destinataria del biglietto amoroso. Insomma, sembra piuttosto la storia di una semplice «cotta» di un professore per una sua studentessa, eppure il «docente ha un ruolo preciso - aggiunge agguerrita la rappresentante degli studenti - e c'è un certo confine che non può essere mai oltrepassato, ecco perché abbiamo invocato la violazione dell'articolo 5 del codice etico dell'ateneo». Ed ecco perché il professore è stato sanzionato. Ma il suo legale, Tiziano Paoloni, cassazionista, interessato a tutelare l'onorabilità della persona («Ma voi lo conoscete? Ci avete mai parlato col professore?»), condanna «la pulsione morbosa tipicamente italiana e il gusto indecente per il pruriginoso a tutti i costi». Forse allora la questione è solo una: se un prof si innamora, viola il codice etico?

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