lunedì 5 agosto 2013

GRILLO SPEZZA -PER IL MOMENTO - I SOGNI DI UN NUOVO GOVERNO DI SINISTRA

 
Avevo appena finito di scrivere una mia onirica lettera al Capo dello Stato, in cui in pratica Gli domandavo come avrebbe reagito di fronte alle dimissioni di Letta ( determinate dalle pressioni del SUO partito e non per colpa del PDL) e alla prospettazione di una maggioranza di sinistra, costituita da PD Sel e M5Stelle, unito o diviso quel tanto che basta per avere la maggioranza al Senato (alla Camera ci ha pensato il Porcellum a trasformare lo 0,3% in più in oltre 100 seggi regalati ), che il buon Grillo tuona dalla Sardegna che lui non cambia idea, che non farà mai alleanze con il PDmeno Elle, che per lui i due partiti maggiori al governo hanno eguali responsabilità nello sfascio del paese ecc. ecc. (sono concetti noti, non si può rimproverare il guru genovese di incoerenza sul punto).
Però in politica mai dire mai, nelle situazioni, come nella vita, bisogna trovarcisi... 
I sondaggisti hanno subito cercato di capire come i rispettivi elettorati prenderebbero una prospettiva del genere - un governo PD, SEL e M5S, sopra citato - e SWG rileva che una buona parte delle due basi guarderebbero con favore la cosa. Se me lo chiedevano solo a me, risparmiavano tempo e soldi, che gli dicevo la stessa cosa. Ma questa buona parte, e qui forse sta la sorpresa, non significa maggioranza, specie tra i grillini. E questo però, avendo buona memoria, non è poi proprio così inimmaginabile. Tutti gli istituti che hanno studiato il voto di febbraio hanno confermato che il Movimento di Grillo è il più composito, e il fatto che la componente di sinistra sembra la prevalente è dovuto a due fattori : sono quelli in rete, quindi quelli che si fanno più sentire, e quelli che in maggior numero sono entrati in Parlamento. Ma non sono la maggioranza degli 8,5 milioni di italiani che hanno votato Grillo. Quelli targati sinistra, piddni delusi o altro, sono circa il 35%. Gli altri due terzi sono composti da un buon 30% di gente che proprio non vuole nemmeno sentire parlare di destra-sinistra, reputandoli concetti arcaici, e il restante 35% da una piccola componente centrista (il 7%) e il resto di centro destra, Questi dati, che erano stati già resi noti da Mannheimer all'indomani delle elezioni (ma non solo da lui), sono stati confermati nel bel saggio di Ilvo Diamanti pubblicato da poco, titolato "Un salto nel voto".
In fondo , nella sua trasversalità, che tra l'altro ha anche carattere territoriale ( Il M5Stelle prese voti ovunque in Italia, da Nord a Sud, isole comprese. IN qualche parte superò il suo trend nazionale, il 25%, da altre è sceso al 20....ma in genere non concentra il suo voto in aree specifiche come invece avviene da sempre agli eredi del PCI (che anche se perdono voti, restano prevalenti nella zona Rossa, vale a dire l'Italia centrale comprensiva di Emilia e Toscana), alla Lega (al Nord, si sa) e al PDL (che i maggiori risultati li ottiene al sud). In questo suo essere trasversale e diffuso, in fondo il M5S ripropone in qualche modo una tendenza storica dell'elettorato italiano , la cui preferenza a sinistra, anche spiccata,   non supera la soglia del 35%.
Tra l'altro, lista civica non intende pare appoggiare un esecutivo siffatto, assolutamente sbilanciato a sinistra, e a quel punto senza i 19 senatori montiani, occorrerebbe veramente che Grillo desse il suo placet, non bastando nemmeno che una trentina di senatori (in tutto sono 54) si spostassero dal M5S al gruppo misto . 
Resta che le elezioni non sono in tanti a volerle davvero. I renziani , perché pensano che stavolta tocchi a Matteo e con lui di vincerle (ma questa soluzione piace pochissimo a gran parte del resto del PD...) , i falchi del PDL, che forti dei sondaggi credono alla vendetta elettorale (quei sondaggi hanno due grandissimi difetti : sono fatti lontani dal voto e non tengono conto della variabile Renzi ). Alla fine magari si andrà avanti come accadde a Prodi nel 2006 o a Monti negli ultimi mesi del suo  esecutivo...un navigare a vista, ogni volta minacciando la tempesta finale per poi rimandarla. Alla lunga poi il castello viene giù, ma magari non sarà domani.
Resta da vedere : 1) se Grillo manterrà la sua posizione 2) se all'Italia conviene essere governata così.
Ecco l'articolo de La Stampa, con il monito di Grillo ai giornalisti, ma in realtà a certa parte dei suoi


Grillo: “Mai alleanze con Pd e Pdl”


LAPRESSE
Beppe Grillo
   
Il leader dei Cinque Stelle ribadisce
il no a futuri accordi: “Sono uguali,
non c’è nessuna possibilità d’intesa”



«Pdl e pdmenoelle pari sono. Non c’è alcuna possibilità per me di allearmi né con uno, né con l’altro, né di votargli la fiducia». Beppe Grillo ribadisce via blog la sua chiusura a ogni ipotesi di alleanza per un nuovo governo.  

A Pd e Pdl, Grillo rivolge la medesima accusa: «Hanno la stessa identica responsabilità verso lo sfascio economico, sociale e morale del nostro Paese». «Qualche pennivendolo - annota il leader M5S, sempre dal suo blog - si aggira nei bar della Sardegna, in alcuni dove non sono neppure mai stato, per attribuirmi aperture al pdmenoelle. Siamo arrivati al giornalismo da bar».«Le pressioni per un’alleanza del M5S con il pdmenoelle con articoli inventati di sana pianta durano dal giorno dopo le elezioni politiche. Vi prego di smetterla», è l’appello di Grillo. 

Nico Stumpo del Pd chiude a ipotesi di maggioranze alternative, almeno a situazione invariata.«Penso che con il M5S non sia strutturabile nessuna forma di governo o pseudomaggioranza». «Altra cosa - osserva infatti l’esponente Pd, da Agorà Estate su Rai Tre - è che si vada a elezioni con un’altra legge elettorale. Si può pensare - osserva allora - a un dialogo con il movimento di Grillo, prendendo in considerazione- sottolinea - ogni singolo parlamentare».  

Ma buona parte della base dell’elettorato Pd e del M5S sarebbe favorevole a un accordo tra il Partito Democratico e i 5 Stelle. Lo dicono «i numeri» dei sondaggi condotti nei giorni scorsi su questa ipotesi, che «si farà più pressante» se il Pdl continuerà nella sua posizione post-sentenza della Cassazione, secondo Maurizio Pessato dell’Istituto Swg. Un’alleanza, «percepita come di sinistra che scatenerebbe - secondo Renato Mannheimer - un’opposizione violenta non solo dal Centrodestra ma anche dal Centro». Secondo Roberto Baldassari, vicepresidente Istituto Piepoli, Pd e M5S invece funzionerebbero elettoralmente meglio in una corsa solitaria, salvo fare successive alleanze. «Fra i 5 stelle - avverte - ci sono molti fuoriusciti del Pdl, che non accetterebbero l’accordo e, anzi, tornerebbero all’ovile, facendo così beneficiare il partito di Berlusconi». 

«Dai sondaggi fatti un paio di settimane fa - dice Pessato - sono sicuramente emerse due aree sia tra gli elettori Pd che del M%S che pensano ad un possibile accordo. Erano minoritarie ma c’erano, aree non piccole ma non di maggioranza. Certo - commenta - che se il Pdl continua a spingere, è chiaro che si farà più pressante la possibilità di arrivare a forme di accordo tra Pd e M5S, ma questo dipende tutto da come si svilupperanno le cose da oggi pomeriggio in poi». «Nessuno conosce il futuro - premette Renato Mannheimer - quindi è tutto molto difficile da pronosticare, ma più della metà dell’elettorato di Grillo, interpellato qualche tempo fa, voleva l’accordo con il Pd così come una buona parte dell’elettorato del Pd, ma anche alcuni leader, vedrebbe bene un accordo con M5S. Certo - osserva - bisogna vedere poi un governo del genere cosa riuscirebbe a fare con un’opposizione probabilmente scatenata e molto violenta, perché verrebbe percepito come un governo di sinistra, e anche la parte di Centro del Paese la vedrebbe male. Nell’elettorato comunque - ammette - è un’ipotesi che piace. Ovviamente i due partiti dovrebbero trovare dei punti programmatici in comune».

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