mercoledì 25 settembre 2013

DIMISSIONI DEI PARLAMENTARI DI CENTRO DESTRA SE SENATO VOTA LA DECADENZA. CHI CI CREDE ?

Sembrerebbe uno scoop, perché una cosa del genere non si è mai vista : tutti gli eletti del PDL, e forse anche della Lega, si dimetteranno se il Senato il 4 ottobre voterà per la decadenza di Berlusconi. Roba storica. C'è qualcuno che ci crede ? Io no.
Intanto, perché qui è come il suicidio, chi ne parla, poi non lo fa, e annunciare questa cosa quando mancano ancora quasi dieci giorni, mi dà l'idea della minaccia speranzosa di ottenere qualcosa in cambio. Non certo il voto favorevole al capo, che figuriamoci , le decisioni da quel lato sono tutte prese. Semmai, forse, si parla a suocera (Parlamento) perché nuora (Quirinale) intenda, e venga adottato qualche rimedio. 
La situazione peraltro è grave, perché qui non si tratta, a mio avviso, del presente, e quindi arresti domiciliari o servizi sociali, la prospettiva di fare il famoso passo indietro (quando mai) o essere leader fuori dal Parlamento (c'è qualcuno che discute della leadership di Grillo o anche di Maroni nella Lega attuale ? eppure entrambi non sono eletti ). Io credo che il problema riguardi proprio la libertà fisica del Cavaliere. Caduto lo scudo senatoriale, pensate che a qualche procuratore e gip di contorno non venga l'idea di una bella custodia cautelare ? Sbaglierò, ma questo è quello che risponderei a coloro che non si spiegano perché Berlusconi tenga tanto ad un seggio che di fatto significa poco a livello politico concreto. Essere senatori (parlamentari, vale pure per i deputati ovviamente) presenta comunque delle franchigie, i giudici devono passare per le camere, ottenere le autorizzazioni. 
Così invece sei veramente un cittadino qualunque, e quindi senza difese.
Ad ogni modo, a questo colpo di scena, le dimissioni di massa, proprio non credo e vedrete che ho ragione. 
Di seguito la notizia sul Corriere.it

 


Berlusconi, torna la linea dura nel Pdl
«Dimissioni di massa dopo il 4 ottobre»

I parlamentari del Pdl pronti a lasciare le Camere se sarà votata la decadenza del leader. «Stavolta non torniamo indietro»

 
Silvio Berlusconi (Ansa)Silvio Berlusconi (Ansa)
Torna la «linea dura» nel Pdl sulla decadenza di Berlusconi. L'ipotesi portata avanti dai «falchi» del partito è passata. Se il 4 ottobre la Giunta del Senato voterà la decadenza di Berlusconi, i parlamentari del Pdl si dimetteranno in massa. Obiettivo: costringere il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, allo scioglimento delle Camere. L'ARRIVO DEL CAVALIERE - La decisione definitiva, secondo quanto sta trapelando, è stata presa durante la riunione di senatori e deputati Pdl a Montecitorio a cui partecipa anche il Cavaliere. Berlusconi è arrivato verso le 20 nella sala della Regina di Montecitorio. Al suo ingresso nella sala i parlamentari si sono alzati per una standing ovation al leader. «Se volete commuovermi, ci state riuscendo», ha commentato Berlusconi.
LE DIMISSIONI E LA LEGA - A questo punto il capogruppo dei senatori del Pdl, Schifani, ha chiesto ai parlamentari di esprimersi sulle dimissioni in massa da presentare se e quando Berlusconi decadrà da senatore. I parlamentari con un applauso hanno deciso di consegnare le dimissioni nelle mani dei due presidenti di gruppo. Tutti disponibili, viene riferito, a dimettersi se la Giunta del Senato voterà a favore della decadenza. E anche la Lega Nord, alleato storico ora all'opposizione, sarebbe disponibile a un gesto analogo. Ci sarebbero già stati dei contatti tra il Carroccio e diversi esponenti pidiellini.
BERLUSCONI - Poi è toccato a Berlusconi parlare. «È in corso un'operazione eversiva che sovverte lo stato di diritto ad opera di magistratura democratica», ha detto il Cavaliere. «Essere buttato fuori dalla storia per un'accusa così ingiusta e infamante non mi ha fatto dormire per 55 giorni - ha continuato l'ex premier - Questa mattina mi sono pesato e ho scoperto di aver perso 11 chili: uno per ogni anno di condanna, 4 per Mediaset e 7 per il processo Ruby». Riguardo al Partito democratico, e alla sinistra in genere, Berlusconi sottolinea: «La sinistra tripudia perché pensa di aver aperta la strada verso il potere avendomi condannato. Dal '94 a oggi non sono cambiati, sono sempre gli stessi. Non si sono ancora ravveduti, la loro ideologia è criminale, sono invidiosi. Ma si illudono».
DE GREGORIO - I guai passati, ma anche quelli futuri, parlando del processo di Napoli in cui è indagato per la compravendita di senatori, l'ex premier ha commentato: «Voi tutti sapete che personaggio è De Gregorio. Ebbe guai forti con la giustizia», smentendo che l'ex senatore abbia mai ricevuto soldi da esponenti del Pdl.
DISCUSSIONE - Dunque da un lato i «falchi» del partito insistono sulla linea dura, ma le «colombe» starebbero cercando di frenare. L'ipotesi dimissioni era già stata annunciata dopo la sentenza della corte di Cassazione sul processo Mediaset (che ha confermato la condanna a 4 anni per frode fiscale), ma era prevalsa una linea più attendista. Ora sembra di nuovo prevalere l'idea di compiere il gesto eclatante un minuto dopo il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi - il 4 ottobre - ma c'è nel partito chi insiste affinché le dimissioni siano comunque date subito.
L'INCONTRO CON BERLUSCONI - Il nuovo input alla «linea dura» sarebbe arrivato dopo l'incontro a pranzo dei parlamentari con l'ex premier, che avrebbe detto: «Sono sicuro che mi arresteranno». Il suo stato d'animo avrebbe portato al precipitare degli eventi. Un deputato del Pdl a «La Zanzara», su Radio 24, aveva anticipato la mossa. «Stavolta è impossibile una retromarcia, che poi queste dimissioni verranno consegnate domani o un altro giorno poco cambia», aveva spiegato il «falco» del centrodestra. La circostanza era poi stata confermata da Gianfranco Rotondi. «Si va nella direzione che ho sempre suggerito», ha dichiarato, sempre a «La Zanzara».

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