mercoledì 4 settembre 2013

NAPOLITANO S'INFURIA CON LETTA E AVVERTE : NESSUNA GRAZIA PLENARIA


Sempre pensato che il lavoro dei mediatori sia piuttosto infame. Non parliamo poi di quello degli ambasciatori, che , a portare brutte notizie, rischiavano la testa ( senza arrivare a questi eccessi, di recente non ha passato un bel quarto d'ora il rappresentante italiano in India, dopo che i Marò non erano tornati a febbraio, post licenza elettorale). Mi è venuto in mente leggendo il servizio che Libero  dedica ad una furiosa telefonata che Napolitano avrebbe rivolto a Gianni Letta, zio di Enrico e da sempre consigliori politico (non sempre ascoltato) di Berlusconi. Motivo della rabbia del Presidente, l'editoriale minaccioso di Sallusti nel caso di mancata grazia plenaria al Cavaliere.
Non so se sia vero che il telefono "stesse sugli attenti", come si usava dire durante il servizio militare quando al Comando arrivava una telefonata dello Stato Maggiore con qualche generale incazzato per qualche (in genere stupido) motivo.  Non mi sono mai piaciuti quelli che alzano la voce con chi sta in mezzo. Lo trovo un po' vigliacco. Ma se nella vita questa cosa accade così spesso, si vede che una ragione pratica c'è. 
DI fatto, di questa storia che dura dal 1 di agosto (ma in realtà da infinito tempo prima), io penso che la maggior parte degli italiani sia arcistufa. A parte i malati di berlusconismo e anti (vi assicuro, è una vera e propria malattia : la reductio ad unum di ogni aspetto dell'esistenza..., qualunque cosa accada, questi malati trovano uno spunto per citare il cavaliere ! anche per la vicenda di Saluzzo l'ho visto accadere, coi miei occhi ! ), alzi la mano chi NON se l'è frantumate a leggere ogni giorno che Letta cade o non cade.
E CADESSE santa Madonna ! Ma chi è così folle da pensare di poter governare con uno stillicidio quotidiano del genere ??? Ma se l'è scordato il governo Prodi del 2006 Napolitano ?? Eppure c'era già lui al Quirinale ! 
Su ogni provvedimento importante, scatta il ricatto dell'una o dell'altra parte. E' successo con l'"Unione" (che nome farlocco) , si è ripetuto con Monti, salvo l'inizio, e oggi nuova replica con Letta.
Le grandi coalizioni si fanno in momenti di emergenza per fare cose difficili e importanti, non per tirare a campare, con i veti tribunizi reciproci. 
Ciò posto, e quindi ribadito che non credo affatto che "dopo Letta, le deluge" (figuriamoci), nemmeno capisco le strategie dei direttori e dei filo berlusconiani di Libero e Giornale. 
Ammesso e non concesso che ci fosse mai stata una possibilità di intervento presidenziale volto a trovare una soluzione politica della nota vicenda, non è certo entrando a gamba tesa contro l'inquilino del Colle che questa poteva essere perseguita. 
 A vedere certi errori, mi faccio sempre sorgere il dubbio che sia io a non capire qualcosa, che in fondo la politica è "arte" complicata, e la chiarezza e la linearità che io auspico non sono chiavi utili a decriptare le situazioni e le soluzioni. Però poi penso anche che forse questi non ci fanno, ma ci sono proprio (stupidi) e agiscono sull'onda dell'emotività del momento, senza mai una vera strategia.
Obiezione che sicuramente riguarda il mondo del centro destra, ma anche il Quirinale, se veramente Napolitano ha a cuore le cose che dice : il riconoscimento tra forze avversarie, la pacificazione nazionale e altre belle cose che dice di sovente. 
Ebbene, il problema era sul tappeto da anni, e lui aveva la possibilità di disinnescarlo, quando la cosa avrebbe sì suscitato clamore, grande, ma , come sempre e come tutto, alla fine sarebbe rientrato e la questione politica di Berlusconi risolta una volta per tutte : farlo senatore a vita. In fondo, l'uomo di Arcore è già Cavaliere di Gran Croce della Repubblica, che è la massima onorificenza civile italiana, è stato 3 volte presidente del Consiglio, leader per 20 anni di una parte politica che ha rappresentato la metà dell'elettorato italiano. Insomma, i titoli, sulla carta, c'erano. Certo, parliamo di una figura figura controversa e anche odiata da tantissimi altri, ma non è che Andreotti era stato personaggio meno discusso, sia pure con meno visceralità.
Va bene, non l'ha fatto quando era tempo (fossi stato il Cavaliere, lo avrei preteso nel 2011, quando passò la mano a Monti avendo ancora i numeri in Parlamento), difficile che potesse accadere oggi, dopo la sentenza e in piena bufera. Però poi i risultati sono questi. 
Un leone, braccato, ferito, non è che diventa mansueto, anzi. 
Tutto questo, a voler credere che il Presidente sia in buona fede. 
Altrimenti la sua è solo una parte, tra le varie in scena, ma allora anche la sua indignazione lo è.




Berlusconi, la telefonata di fuoco di Napolitano a Gianni Letta: "Scordatevi la grazia totale"

Presidente dice no a Berlusconi sulla "indulgenza plenaria". Furioso con Sallusti e il Giornale, chiama il braccio destro del Cav e lo "solleva da terra"



TELEFONATA DI FUOCO 
Il Napolitano furioso massacra Gianni Letta: 
No alla grazia totale

Forse fra qualche anno, quando cronisti e storici si incroceranno per descrivere questo periodo politico, passerà alla storia come "la telefonata che ha fatto crollare tutto". Come riferisce Ugo Magri su la Stampa, martedì mattina il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avrebbe chiamato Gianni Letta, storico braccio destro di Silvio Berlusconi e pontiere del Pdl sulla strada della grazia al Cav e lo avrebbe, testuale, "sollevato da terra". Magri descrive, citando "fonti super-attendibili" uno scenario da tregenda. Una bufera che dal Quirinale si abbattuta sul povero Letta senior: "la misura è colma", "basta provocazioni", questo il senso della poco quieta conversazione. Quali siano le provocazioni è presto detto: un articolo a pagina 6 sul Giornale di martedì, quello di Dino Cofrancesco dal titolo durissimo ("Se il Colle attenta alla Costituzione") e con un carico polemico mica da ridere (il succo è: con la scelta dei 4 senatori a vita, tutti filo-Pd, Napolitano sta preparando il terreno al Letta-bis calpestando le consuetudini). Come non bastasse, in prima pagina c'era il puntuto editoriale del direttore Sallusti che avvertiva il Colle con riverberi minacciosi: "Attento presidente, qua potresti saltare in aria anche tu".

Il pressing sulla Grazia - Sullo sfondo, c'è naturalmente la questione della grazia. Napolitano non avrebbe apprezzato il pressing del Cavaliere che mira a una "indulgenza plenaria". Lunedì a pranzo, convinto dai figli e dai più fidati collaboratori della galassia Fininvest, avrebbe cercato una sponda in questo senso al Colle: grazia non solo per la pena principale (i 4 anni di carcere per il processo Mediaset, di cui 3 sospesi dall'indulto) ma anche per le pene accessorie (l'interdizione, che verrà decisa nei prossimi mesi dal Tribunale d'Appello di Milano dopo il rinvio della Cassazione). Secondo un dossier commissionato dall'ex premier, Napolitano in passato avrebbe già concesso la grazia totale in una dozzina di casi, nessuno però paragonabile per rilievo politico e mediatico al "caso Berlusconi". Verso le 22 di lunedì, però, dal Quirinale arrivano segnali di chiusura: se sarà grazia, sarà solo sulla pena principale, "purché il condannato con umiltà incominci a scontare la sua pena". La restituzione dell'onore e dell'agibilità politica, con la possibilità di ricandidarsi, è dunque fuori questione. "Perché agli altri sì e a me no?", sarebbe stata la reazione del Cavaliere, stizzita. Tra Quirinale e Palazzo Grazioli la linea è interrotta. Questa mattina dovrebbe esserci un nuovo contatto tra Re Giorgio e Letta (Gianni), ma la volontà del presidente è chiara: Berlusconi non può illudersi di non pagare un prezzo politico

1 commento:

  1. SALLUSTRI.??? IL CONDANNATO CHE HA DEFINITO IL MAGISTRATO FETENTE,??? ALLORA HA RIBALTATO IN SIMBIOSI NEL CONCETTO DELLA COSTITUZIONE, IL CONTENUTO DELLA PAROLA FETENTE;...NON CHI LA RICEVE, MA CHI LA DICE.!!!

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