Personalmente, e l'ho detto in passato, non amo il voto segreto, per me lo abrogherei, ma SEMPRE. Mi spiegano, i più smaliziati di cose politiche, che serve a tutela della libertà di coscienza degli eletti, liberandoli dal timore delle rappresaglie di partito...La cosa mi lascia perplesso. Però va anche detto che non mi convince l'assenza di vincolo di mandato dei parlementari, questa addirittura sancita dalla costituzione, e anche qui mi si spiega che è una norma di antichi nobili origini, addirittura risalente alle prime monarchie costituzionali, e pure questa a tutela della libertà di colui che è stato eletto. L'elettore dovrà aspettare le nuove elezioni per eventualmente punire, col non voto, colui che ha deluso le promesse e le aspettative. Francamente preferisco ul RECALL americano (che prevede la possibilità di revocare il mandato e quindi far decadere l'eletto infedele).
Ciò posto non amo le ipocrisie, e gli attentati politici. Il voto segreto sulla persona di Berlusconi era dato per scontato finché la questione non è stata sollevata dai grillini, e ci sta, visto che questi ultimi sono in aperto contrasto con tutte le regole e le prassi parlamentari. In fondo, sono venuti per aprire il Parlamento come una scatola di tonno no ?
Ma che si siano accodati gli altri, a iniziare dal presidente del senato, il sig. grasso (tutto volutamente minuscolo), ecco questo invece mi suona proprio male.
Questo vizietto di cambiare le regole in corsa, che invece a noi italiani piace tanto (vedi anche i casi, di tutt'altra natura, come Telecom e Alitalia, poi dice che gli investitori stranieri qui non vengono...al posto loro voi lo fareste ?? ) , mi nausea.
E le spiegazione della Lanzillollotta , dal PD a scelta civica sono assolutamente cavillose. Voglio vedere, un domani si presentasse un secondo caso di applicazione della legge Severino, se ci si atterrebbe a questa nuova interpretazione. Ben merita il suo partito di essere scivolato sotto al 3% nei sondaggi. Ci fossero le elezioni domani, scomparirebbe dal parlamento, e forse per questo la signora ha cercato di recupare meriti agli occhi degli ex compagni...
Badate, io non penso assolutamente che nel segreto dell'urna Berlusconi se la sarebbe potuta cavare, sarebbe stato un terremoto troppo grosso, il governo non avrebbe retto mentre adesso può sperare nei cosiddetti responsabili, pronti ad uscire dal PDL e garantire la fiducia, del caso Berlusconi desse ordine di ritirarla.
Quindi la questione non riguarda la salvaguardia del Cavaliere, ma quanto detto sopra. Aboliamo per sempre il voto segreto e allora ci sto.
Ma non che si applichi, a contrario, la nota e squallida regola per la quale l'applicazione delle norme si applica ai nemici, per gli amici s'interpretano. Siccome stavolta l'applicazione (di sempre) era FAVOREVOLE all'avversario politico, allora si è optato per l'interpretazione...
Sarà contento er sor Matteo, che dopo aver lodevolmente ignorato per anni lo sport della caccia al berlusca, da un po' ha cambiato gusti.
Si starà allenando da segretario...
Di seguito, l'articolo sul Corriere on line
Schifani: «PAGINA BUIA». BRUNETTA: «INACCETTABILE»
Decadenza Berlusconi, sarà voto palese
Ira del Pdl: «Ci saranno conseguenze»
In Giunta finisce 7 a 6: no allo scrutinio segreto. Il Cavaliere
cancella il pranzo con Alfano e riunisce i «falchi»
Linda Lanzillotta (Sc), determinante la sua posizione
La decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, per effetto della legge Severino e a seguito della condanna definitiva per frode fiscale, sarà votata dall’aula di Palazzo Madama con il voto palese. I senatori dovranno esprimersi pubblicamente sul destino del leader di Forza Italia e, di conseguenza, assumersi la responsabilità di un eventuale voto in dissenso dalla linea del proprio gruppo parlamentare. Lo ha deciso la Giunta per il regolamento, che dopo lo stop di martedì sera si era riunita di nuovo questa mattina per decidere sulla richiesta del Movimento 5 Stelle di una votazione pubblica. La svolta è arrivata con la decisione della senatrice Linda Lanzillotta, ex Pd e ora Scelta Civica, di sostenere le ragioni del voto palese dopo che negli ultimi giorni aveva preso tempo riservandosi di ponderare al meglio la questione. Lo scorso 4 ottobre la Giunta per le autorizzazioni del Senato aveva dato parere favorevole alla decadenza.
IL PDL: «CI SARANNO CONSEGUENZE» - La decisione di Scelta Civica di optare per il voto palese, riferisce l’Ansa che cita fonti Pdl, avrebbe irritato Berlusconi a tal punto da far saltare un pranzo già fissato con il vicepremier Angelino Alfano e il resto della delegazione governativa pidiellina. «Il fatto è che Berlusconi non ha più nulla da dire ai governativi» spiega un esponente del partito che l’Ansa mantiene anonimo limitandosi a definirlo «un big azzurro». E fioccano le reazioni tra i cosiddetti «falchi»: «Una pagina buia per le regole parlamentari- dice il presidente del Senato Renato Schifani- La Giunta del Regolamento, a maggioranza e con un voto deliberatamente politico, ha violato le regole in maniera surrettizia, con grave responsabilità dello stesso presidente del Senato, per consentire al Pd e ad altre forze di imporre ai loro senatori un voto contro il leader del centrodestra. La giornata di oggi non potrà non avere conseguenze». Anche il capogruppo Brunetta appare sdegnato: «Dalla Giunta una decisione assurda e senza precedenti contro Berlusconi. Una decisione contra personam e senza alcun senso. Inaccettabile».
«NON SERVE VOTO SEGRETO» -Martedì la giunta si era aggiornata in tarda serata con la conclusione della relazione di Francesco Russo, senatore del Pd. Il nodo da sciogliere era la posizione in particolare di Linda Lanzillotta, di Scelta Civica, che dopo un primo riserbo sulla decisione ha sposato la tesi del voto palese: «Quello sulla decadenza di Berlusconi non sarà un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare. Pertanto non sarà necessario il voto segreto» ha detto la parlamentare in una pausa dei lavori. «Non reinterpretiamo il regolamento - ha aggiunto rispondendo indirettamente alla posizione di chi sostiene che la prassi ha sempre previsto il voto segreto nelle decisione riguardanti le persone - perché è la prima volta che si applica legge Severino».
IL NO DEL PDL - Il presidente della commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma (Pdl), aveva invece chiesto di riconvocare la Giunta pe il 4 novembre, in linea con la posizione più attendista di tutto il Pdl che chiede tempo per valutare gli intrecci tra l’applicazione della legge Severino e il pronunciamento della Corte d’Appello di Milano che ha pubblicato le motivazioni della sentenza con cui ha abbassato da 5 a 2 anni l’interdizione di Berlusconi dai pubblici uffici, pena accessoria che si affianca alla condanna a 4 anni di reclusione. Secondo il Pdl, i giudici milanesi avrebbero avvalorato la tesi dell’irretroattività della legge Severino definendo l’incandidabilità una sanzione amministrativa. La legge Severino, entrata in vigore nel dicembre 2012, prevede l’incandidabilità a parlamentare per 6 anni di chi è stato condannato con pena superiore a due anni di reclusione.
BOTTA E RISPOSTA - Dopo lo stop di martedì sera, le posizioni in Giunta di Pd e Pdl erano sembrate inconciliabili. L’ex premier Silvio Berlusconi era tornato a chiedere al governo di affermare la «non retroattività» della Severino. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha ribattuto a distanza dai microfoni di Radio Anch’io:«La mia risposta sta nel discorso alle Camere del 2 ottobre. Ho chiesto la fiducia al Parlamento» ottenendo «un largo consenso e in quella richiesta il pilastro è che l’Italia ha bisogno di ripresa, di un governo e ci vuole separazione tra le singole vicende giudiziarie e l’azione dell’esecutivo».
BERLUSCONI RIUNISCE I SUOI - Silvio Berlusconi vedrà per pranzo a palazzo Grazioli i ministri del Pdl, riferiscono fonti interne al partito. L’appuntamento segue quello nella tarda serata di ieri con il segretario politico Angelino Alfano. Non è escluso che il cavaliere chiami a raccolta anche i `lealisti´ di Raffaele Fitto. Berlusconi, secondo quanto riferito, sta cercando in tutti i modi infatti di ricompattare il partito prima del voto nell’aula del Senato sulla decadenza da senatore.
NO A «DIRETTA» WEB -Nel corso della riunione, che si tiene a porte chiuse, il presidente Pietro Grasso invita to il 5 Stelle Maurizio Buccarella ad interrompere la sua sorta di diretta Web, via social network, degli interventi in Giunta. Il senatore stava infatti raccontando sul suo profilo Facebook l’andamento dei lavori. Ma quando la notizia è trapelata, è stato invitato a fermarsi, come racconta lui stesso: «Su segnalazione di agenzie che stanno riportando i flash aggiornativi dei lavori in giunta, il Presidente mi invita a sospendere ogni comunicazione onde evitare qualsiasi polemica. Accolgo l’invito. A dopo», spiega Buccarella ai suoi follower. Già nel giorno della decisione della giunta per le elezioni sulla decadenza, i post sui social network dei senatori grillini avevano scatenato polemiche, con la richiesta del Pdl di sospendere la seduta, che allora si svolgeva in camera di consiglio.
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