Per provare a dimenticare il brutto momento sul campo - la brutta sconfitta con la Fiorentina (4-2 dopo che il primo tempo era finito 2-0 per i bianconeri) e quella sfortunata ma pericolosa col Real , la Juventus mette a segno un bel colpo finanziario stipulando un contratto con l'Adidas, nuovo sponsor dal 2015 e per sei anni, a poco più di 30 milioni di euro a stagione.
Sicuramente tanti e comunque il doppio di quelli attuali della Nike (che sarà contenta immagino di questo annuncio che depotenzia l'appeal del prodotto per tutto il 2014...).
Però, a differenza di quanto scrive Nerozzi, l'autore dell'articolo sulla Stampa che di seguito potete leggere, non mi sembrano abbastanza per recuperare il gap finanziario dagli squadroni che possono vantare sceicchi stramilionari o finanziamenti non si sa quanto regolari ma comunque stellari come quelli di Real e Barcellona .
Ciò posto, va anche ricordato che ci sono anche quelli che i giocatori forti non solo li comprano ma li scoprono anche...e questo alla Juve non riesce più tanto bene...Quando poi accade, come per Vidal o Pogba, il presidente ci dice che non siamo sufficientemente forti finanziariamente per tenerceli...
Allora, pur standomi un tantino antipatico, ha ragione Conte Siamo tornati in fascia alta, ma decisamente un passo dietro i primi. E temo che lì resteremo, se non becchiamo uno sceicco pure noi ( e un altro che di calcio ci capisca quanto il vituperato Moggi).
Ecco la notizia su La Stampa.it
Juve-Adidas, un matrimonio d’oro
Accordo da 190 milioni in sei anni
LAPRESSE
La Juve esulta dopo il gol di Llorente a Madrid
Nuovo sponsor tecnico: sostituirà
Nike dal 2015. L’effetto dei risultati sull’appeal del club: i bianconeri
sono più vicini alle big europee
Nike dal 2015. L’effetto dei risultati sull’appeal del club: i bianconeri
sono più vicini alle big europee
La stella da trenta milioni di euro (all’anno) si chiama
Adidas e giocherà con la Juve dall’estate 2015, per sei stagioni. Pure
meglio di un top player. Sulla soglia dell’assemblea degli azionisti,
stamattina allo Stadium, il club bianconero ha annunciato il gran colpo
con una nota, ieri sera, a Borsa sigillata: «Juventus comunica di aver
perfezionato un accordo con Adidas International Marketing B. V. per la
sponsorizzazione tecnica a partire dalla stagione sportiva 2015/2016, a
fronte di un corrispettivo fisso complessivo per sei anni pari a 139,5
milioni di euro». Ovvero, 23,25 milioni a stagione, anche se all’incasso
saranno di più: «Tale importo - spiega ancora il comunicato della
società - non include le forniture annuali di materiale tecnico e i
premi variabili legati ai risultati sportivi». Cui andranno aggiunte «le
attività di licensing e di merchandising di Juventus, a fronte di un
corrispettivo fisso di 6 milioni di euro l’anno», cui si potranno
aggiungere royalties. Il jackpot arriva così sui 190 milioni, 31,6 a
stagione. Ma fino al 30 giugno 2015, i bianconeri continueranno
ovviamente a essere griffati Nike.
Più che l’importo dell’affitto annuale in sé, comunque da marziani per queste latitudini, quel che impressiona è l’ordine di grandezza della somma, se Adidas arriverà a versare più o meno il doppio di quel che garantisce Nike. Altra categoria. Una cifra che fa entrare ancora di più la Juve in Europa, più efficace di un patto di stabilità: finora, nel ramo sponsor, i paragoni con le big di Champions erano vagamente imbarazzanti. Dunque, dopo essersi costruito di uno stadio di proprietà, il club bianconero si dota di un altro arnese per poter competere ad alto livello, anche in futuro. Del resto, tra sceicchi sparsi per il continente, città da cinque milioni di abitanti, e financial fair play, la sfida comincia dalla differenziazione dei ricavi. Dallo stadio agli sponsor, appunto. No logo, no vittoria. E i duelli, sempre di più, prima si giocano sui bilanci e poi sul campo. Se insegui nei conti, quasi sempre ti ritroverai a farlo anche dopo, al fischio dell’arbitro.
L’accordo con Adidas, che ha evitato ogni commento ma si dice ovviamente molto soddisfatta, è un riconoscimento alle gesta sportive della squadra e all’operato del club: di solito si vuole mettere il proprio marchio sopra la pelle di squadre vincenti. La Juve è tornata a esserlo, annodando un contratto notevole, per importo e durata, visto che il più delle volte gli sponsor tecnici preferiscono lunghi connubi. Nike, per dire, affianca i bianconeri dal 2003. Il cambio, anche nel territorio dei loghi sportivi, è roba epocale, ed è solo un episodio della battaglia planetaria: dalla Champions al Mondiale, sta cambiando la geografia delle t-shirt. Che la Juve potesse trovare un nuovo partner, era un rumor che circolava da mesi, anche perché Nike aveva scelto la Roma come nuovo avamposto e rinnovato il contratto con l’Inter. Da tempo, erano così iniziati i colloqui con la casa tedesca, che già cuce le uniformi di Real Madrid, Chelsea, Bayern Monaco, Milan. E che poi, in un certo senso, determina pure chi le indosserà. Iniettando a bilancio dai 23 milioni di euro in su, alla lunga, il top player non sarà più solo la griffe di una maglietta, ma anche un giocatore.
Più che l’importo dell’affitto annuale in sé, comunque da marziani per queste latitudini, quel che impressiona è l’ordine di grandezza della somma, se Adidas arriverà a versare più o meno il doppio di quel che garantisce Nike. Altra categoria. Una cifra che fa entrare ancora di più la Juve in Europa, più efficace di un patto di stabilità: finora, nel ramo sponsor, i paragoni con le big di Champions erano vagamente imbarazzanti. Dunque, dopo essersi costruito di uno stadio di proprietà, il club bianconero si dota di un altro arnese per poter competere ad alto livello, anche in futuro. Del resto, tra sceicchi sparsi per il continente, città da cinque milioni di abitanti, e financial fair play, la sfida comincia dalla differenziazione dei ricavi. Dallo stadio agli sponsor, appunto. No logo, no vittoria. E i duelli, sempre di più, prima si giocano sui bilanci e poi sul campo. Se insegui nei conti, quasi sempre ti ritroverai a farlo anche dopo, al fischio dell’arbitro.
L’accordo con Adidas, che ha evitato ogni commento ma si dice ovviamente molto soddisfatta, è un riconoscimento alle gesta sportive della squadra e all’operato del club: di solito si vuole mettere il proprio marchio sopra la pelle di squadre vincenti. La Juve è tornata a esserlo, annodando un contratto notevole, per importo e durata, visto che il più delle volte gli sponsor tecnici preferiscono lunghi connubi. Nike, per dire, affianca i bianconeri dal 2003. Il cambio, anche nel territorio dei loghi sportivi, è roba epocale, ed è solo un episodio della battaglia planetaria: dalla Champions al Mondiale, sta cambiando la geografia delle t-shirt. Che la Juve potesse trovare un nuovo partner, era un rumor che circolava da mesi, anche perché Nike aveva scelto la Roma come nuovo avamposto e rinnovato il contratto con l’Inter. Da tempo, erano così iniziati i colloqui con la casa tedesca, che già cuce le uniformi di Real Madrid, Chelsea, Bayern Monaco, Milan. E che poi, in un certo senso, determina pure chi le indosserà. Iniettando a bilancio dai 23 milioni di euro in su, alla lunga, il top player non sarà più solo la griffe di una maglietta, ma anche un giocatore.
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